donald trump angela merkel

AMERICA FATTA A MAGLIE - QUANTO ROSICA ANGELA MERKEL, NON TRATTATA DA PADRONA E SIGNORA DA TRUMP? IL VIAGGIO INTERNAZIONALE È STATO UN SUCCESSO, E LO PENSANO (TACENDO) ANCHE I GIORNALI NEMICI, CIOÈ QUASI TUTTI. ORA PERÒ TORNA A CASA E TROVA I CASINI: SERVIZI SEGRETI IMPAZZITI, RAPPORTI CON LA RUSSIA, LA GUERRA DEL ‘PARTITO DELLA NAZIONE’ DI WASHINGTON, QUEL 91% CHE IN CITTÀ HA VOTATO PER HILLARY

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

Quanto rosica Angela Merkel, non trattata come padrona e signora da Donald Trump? Parecchio, anche se è evidente che il cancelliere tedesco in campagna elettorale usa i dissensi, naturali e già scritti ben prima del G7 a Taormina, con Donald Trump, per lisciare il pelo alla tedeschitudine.

 

trump macron maytrump macron may

Quanto rosica Angela Merkel sui punti al centro del vertice che non sono finiti in una messa cantata di comunicato finale? Sul commercio tanto, perché è lì che i tedeschi hanno la coda di paglia, basta vedere i dati e quanto siano sbilanciati a loro favore, e Trump, con quel suo brutale “Germans are bad”, lo ha rivelato. Sul clima meno, anche perché la signora spera nel colpo di teatro alla prossima riunione il 7 luglio che sarà su suolo tedesco, ad Amburgo, altro calcolo elettorale possibile, e in ogni caso potrà usare il ritiro dagli accordi di Parigi degli americani per sparare addosso ai brutti cattivi inquinatori.

 

Quanto converrebbe all’Italia dare una botta in testa ai vari Tajani e alle sue ancelle come Lara Comi, e capire in che modo si può economicamente utilizzare questa nuova redistribuzione dei rapporti e delle forze, erodendo qualcosa dello strapotere tedesco ora che non c'è più l'Inghilterra e che anche Macron sembra avere un approccio diverso? Molto, ma tanto ciao core.

 

trump gentiloni abe may trudeau trump gentiloni abe may trudeau

Per gli americani il viaggio di Trump rappresenta un grande successo. Non tutti sono Frank Bruni del New York Times, pronti ad alzare il mignolino per dargli del maleducato. I commenti sono cauti anche tra i giornali avversari, cioè quasi tutti, che infatti hanno bilanciato l'impossibilità di parlare male del viaggio, tanto in Medio Oriente che in Europa, parlandone poco e continuando a insistere sulle questioni interne, e su quella gigantesca bufala per ora pericolosa che ormai risponde al nome per tutti di Russiagate.

 

A proposito, il cattivone Putin, quello che chi lo tocca è uno spione traditore del paese, oggi è ricevuto in pompa magna da Macron a Parigi.

 Conciso, disciplinato e chiaro, queste le caratteristiche chiave utilizzate dal Presidente secondo il New York Post di Rupert Murdoch, che si spinge a dire che se questa ricetta riuscirà ad applicarla anche nell'Ufficio Ovale, ce la farà a superare le difficoltà e mantenere le promesse fatte in campagna elettorale alla nazione.

 

MERKEL TRUMPMERKEL TRUMP

 Il Post ribadisce una realtà banale in fondo, ma che stampa e osservatori europei finora sembrano non essere capaci di capire o sentire. Dice che Trump si è comportato in missione all'estero rispettando alcuni punti sui quali è stato eletto, e che sia pur sotto un occhio spietato del mondo, pronto a giudicarlo liquidandolo, ha seguito la migliore tradizione della leadership americana, contribuendo a creare una sorta di Nato musulmana per combattere fondamentalisti e terroristi islamici, e incalzando invece la NATO originale perché quel terrorismo lo combatta e metta a disposizione le risorse finanziarie indispensabili per farlo.

 

 

Per gli americani infatti che il presidente che parlava all'interno del nuovo edificio della Nato di Bruxelles, costato un miliardo e 400 milioni di dollari, abbia ribadito il fastidio dei suoi connazionali che pagano le tasse per i ritardi degli alleati nel pagare i contributi Nato, è stato un momento magico; ha esaltato gli elettori repubblicani e zittito almeno per un momento i democratici.

 

Non diceva sempre anche Obama che gli europei con la Nato sono come quei passeggeri che non pagano il biglietto dell'autobus, ma pretendono di stabilire il tragitto? Bene, Trump glielo ha detto in faccia, non alle spalle, e se per le élites europee i cittadini sono buoni solo per essere tosati, ma il termine “fleecing”, ha un secondo significato più triviale, diciamo inchiappettare, per il nuovo presidente non è così.

 

Sarkozy e Obama in corsa verso i microfoni per la conferenza stampa alla Casa Bianca Sarkozy e Obama in corsa verso i microfoni per la conferenza stampa alla Casa Bianca

 

Il nuovo presidente ha onorato obiettivi e promesse della prima missione internazionale. Lo ha detto lui stesso, salutando militari e civili americani nella base di Sigonella assieme alla moglie Melania. A proposito della quale, lo ammette perfino il New York Times, è lecito dire che è nata una stella, e non solo per eleganza e bellezza, anche per appropriatezza e per capacità, e il saluto a Sigonella ne è stato la dimostrazione.

 

melania first lady della modamelania first lady della moda

 Non doveva restarsene chiusa nella sua torre dorata di New York? Non era profondamente inadeguata, infelice, madre di un ragazzo con problemi di autismo, fermamente intenzionata a evitare la Casa Bianca e a non fare la first lady? Fake news come se piovesse, e quelli che ora la descrivono dotata di star power, dimenticano di esercitare una doverosa autocritica.

 

Dicevamo del presidente e dei suoi obiettivi. Sulla Nato una promessa l'ha strappata, che gli alleati cominceranno a versare il dovuto dopo tanto tempo, quando anche il solo argomento era tabù. A proposito del commercio, gli Stati Uniti hanno fatto inserire il termine fair trade, commercio corretto, negli scambi, il che vuol dire che deve esserci reciprocità tra dazi e tariffe, quello che la Merkel non vuole sentire.

 

melania e donaldmelania e donald

Persino sulla tragica vicenda dei clandestini, che tanto ci riguarda, si deve a Trump che sia stato inserito nello scarno comunicato finale il diritto degli Stati a controllare i confini. Grazie Donald. Infine l'accordo sul clima , che in molti non solo in America, ritengono una grande buffonata, e che Trump ha ottenuto di lasciare sospeso, in attesa di una decisione da prendere al ritorno negli Stati Uniti, che probabilmente sarà quella del ritiro del suo Paese.

 

Anche se tra i consiglieri della Casa Bianca c'è una Ivanka Trump che invece è favorevole alla permanenza degli Stati Uniti, tutte le decisioni che il presidente ha preso finora, dal carbone allo sfruttamento del sottosuolo e del mare, sono tese a cambiare drasticamente politica, e sono decisioni profondamente popolari.

 

melania trump saluta taormina melania trump saluta taormina

Ora che è tornato a casa, la situazione è più difficile da governare. La crisi di politicizzazione delle agenzie di servizi è tale che ai giornali e alle tv americane amiche, nel tentativo di sputtanare la Casa Bianca, sono stati passati nomi che dovevano restare riservati e immagini che non andavano pubblicate della strage di Manchester, e se è evidente che si tratta di una situazione precedente alla sua nomina, e legata alle terribili faide interne costruite negli otto anni di Obama, è altrettanto vero che Trump ha promesso di far chiarezza, di ripulire la scena del crimine, a Theresa May e non solo a lei, e ora ci deve riuscire.

 

melania trump con emanuela mauromelania trump con emanuela mauro

Che lo scambio di informazioni tra servizi inglesi americani sia stato sospeso è un'onta per gli Stati Uniti e per il presidente. Lo deve fare possibilmente restituendo al suo ruolo l’attorney general Jeff Sessions, che gli avversari sono riusciti a mettere in un cantone con la scusa di rapporti inappropriati con la Russia.

 

melania trump a taormina  melania trump a taormina

Come deve riuscire a risolvere il Russia gate e le minacciate rivelazioni dell'ex direttore dell' FBI James Comey. Il punto non è che si riescano a trovare prove tremende di chissà quale tradimento che riguardi il genero Kushner, i consiglieri dello staff, o addirittura lo stesso presidente.

 

Prove non se ne troveranno mai perché è tutto completamente gonfiato e sono stati trasformati dei colloqui normalmente considerati ordinaria amministrazione in sospetto. Come se quando Ronald Reagan a Reykjavik si chiuse una giornata intera a colloquio riservato con Mikhail Gorbaciov, qualcuno avesse ritenuto di sospettare che stava tramando contro il suo Paese.

 

Si cerca di ricucire il rapporto con Mosca perché è indispensabile; solo la follia della politica estera di Obama più Unione Europea ha provocato questa situazione. Ma se una condizione di sospetto e indagini di impeachment strisciante, sia pur mai concretizzato, va avanti per mesi, questo impedirà ai lavori normali del Congresso di procedere, e spaventerà i repubblicani. Si tradurrà in ritardi nell'applicazione dell'agenda, soprattutto su una nuova riforma sanitaria e sul taglio delle tasse per una nuova politica fiscale di investimenti.

james comeyjames comey

 

Questo è il vero danno, a questo puntano i nemici di Trump, che sono quei coccodrilli che nuotano nella palude di Washington e che al 91% hanno votato per Hillary Clinton, quindi ben oltre la distinzione di partito tra repubblicani e democratici. Io lo chiamo il Partito della Nazione, una tendenza mondiale rischiosissima.

Ultimi Dagoreport

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…