AMNISTIA CANAGLIA - PD E SEL STOPPANO SUBITO L’IDEA SALVA BANANA DELLA CANCELLIERI

Da LaStampa.it

Un atto di pacificazione nazionale per salvare l'azione di governo e scongiurare una crisi politica che si staglia come oscuro orizzonte del caso Silvio Berlusconi. In questi termini sembra collocarsi l'ipotesi di un'amnistia, riemersa in queste ore come ennesima, potenziale soluzione all'impasse politico-giudiziario legata al Cavaliere.

IL PDL "ARRUOLA" I DUE MINISTRI
L'idea di un provvedimento generale di clemenza, ispirato a ragioni di opportunità politica e pacificazione sociale, è stata rilanciata ieri dal ministro della Giustizia Cancellieri. «La mia opinione personale è favorevole all'amnistia, ma - ha precisato il Guardasigilli - è un provvedimento che tocca al Parlamento: mi rimetto alle scelte della politica».

Inoltre l'amnistia è già da tempo è invocata da una parte della politica contro quel sovraffollamento delle carceri che, proprio ieri, è stato al centro dell'incontro tra il presidente Napolitano e il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri. Scende in campo anche un altro ministro "di peso", ovvero il titolare della Difesa (e montiano) Mario Mauro: «Il caso di Silvio Berlusconi si potrebbe risolvere con una amnistia», scaturita dal quadro di un «rinnovato spirito di riconciliazione nazionale» nell'interesse del Paese.

MAURO: C'E' UN PROBLEMA POLITICO
Secondo Mauro si tratterebbe di uno strumento "straordinario" per scongiurare la crisi per il governo e un ennesimo periodo di incertezza per l'Italia. L'esponente di Scelta Civica chiede innanzitutto di operare sulla vicenda del Cavaliere «una netta divisione tra piano giuridico e piano politico».

«Il Senato ha il compito di applicare la legge Severino, che tra l'altro è una buona legge, il cui esito certo è la decadenza di Berlusconi. Detto questo, però, il problema vero rimane quello politico. Io non insisterei nel chiedere di assumere sul piano giuridico posizioni controverse o addirittura controproducenti rispetto a quelli che sono i reali intendimenti di una legge che lo stesso Pdl ha votato», spiega il ministro.

Mauro pone, invece, l'accento sull'«enorme problema legato al sistema della giustizia, al rapporto tra giustizia e politica e alla possibilità, attraverso il governo Letta, di garantire non solo la ripresa economica ma anche un più forte spirito di riconciliazione nazionale». Tutti termini del «problema politico».

IL NO DI DEI "MONTIANI"
La polemica politica s'infiamma. Il Pdl plaude. «Se due membri autorevoli del governo, come Mario Mauro e Anna Maria Cancellieri, affrontano con serietà e lungimiranza il problema dell'amnistia, ciò ha un valore che non può essere eluso, sottovalutato o accantonato da chi ha a cuore le sorti dell'Italia», afferma il coordinatore Bondi.

Ma all'ipotesi amnistia rilanciata dal ministro Mauro si oppone il suo stesso partito. Scelta Civica, per voce proprio del capogruppo al Senato Gianluca Susta, frena così: «Sono decisamente contrario ad altri indulti e amnistie. Non dimentichiamo che Berlusconi è stato condannato a quattro anni e gode dell'indulto ultimo di tre anni. Il problema non riguarda la condanna quanto l'interdizione dai pubblici uffici, quindi l'incandidabilità o la decadenza dall'ufficio di senatore o di qualunque altro ufficio pubblico, altra cosa rispetto all'amnistia».

E ancora: «Mi pare che da parte del Pdl ci sia quasi la richiesta di un Berlusconi sciolto dalle leggi. Io credo che bisognerebbe fare un salto di qualità verso la normalità che c'è in tutto il mondo quando viene coinvolto un leader politico in un fatto che prefigura anche una fattispecie penale. Non vedo strade per "salvare Berlusconi"».

L'ALT DI PD E SEL
E oltre ai montiani resta da convincere il Pd. L'amnistia o l'indulto «sono provvedimenti di carattere generale che spettano al Parlamento e non riguardano il caso Berlusconi», precisa Rosy Bindi a SkyTg24. Anche Sinistra ecologia e libertà dice no: «Noi abbiamo sempre dato la nostra disponibilità a provvedimenti per alleviare quella che è la condizione drammatica delle carceri. Ma se si parla di amnistia si fanno delle selezioni dei reati.

Certamente i reati più odiosi, quelli dei colletti bianchi, quelli che hanno prodotto come nel caso di Berlusconi l'accumulazione di ingentissimi fondi, si parla di duecentosettanta milioni di euro di fondi neri per agire al di fuori di ogni norma , noi ovviamente non solo saremmo contrari ma non saremmo disponibili nemmeno ad aprire la discussione», afferma il capogruppo di Sel alla Camera, Gennaro Migliore, ospite a «RadioAnch'io» su Radio1 Rai.

COSA DICE LA LEGGE
Previsti dall'art. 79 della Costituzione, amnistia e indulto erano concessi dal Presidente della Repubblica. Poi con la riforma costituzionale del 1992, la concessione è divenuta oggetto di deliberazione parlamentare con una maggioranza dei 2/3 di ciascuna Camera in ogni articolo e nella votazione finale.

Sebbene siano quasi sempre citati insieme, amnistia e indulto sono differenti: la prima è una causa di estinzione del reato attraverso la quale lo Stato rinuncia all'applicazione della pena; l'indulto, invece, condona in tutto o in parte la pena, senza cancellarne il reato. A unire i due provvedimenti è il carattere generale. E proprio su questo punto si è soffermato il ministro della Difesa Mario Mauro proponendoli come possibile soluzione al caso Berlusconi.

Un nodo che «va risolto politicamente, non per via giudiziaria. E con un provvedimento generale, non individuale. Come nel dopoguerra, con l'amnistia Togliatti», ha affermato Mauro, riferendosi al provvedimento proposto nel 1946 dall'allora ministro di Grazie e Giustizia Palmiro Togliatti per estinguere i reati comuni e politici legati al conflitto mondiale.

I PRECEDENTI
L'amnistia, storicamente, è atto di clemenza a cui si è fatto ampio ricorso, legandolo spesso a celebrazioni istituzionali o religiose, come il Concilio Vaticano II. Dal 1992, però, i provvedimenti di amnistia e indulto si sono pressoché azzerati (l'ultimo del 2006), complice quel quorum parlamentare che, a partire dal caso Berlusconi, sembra davvero arduo ottenere. Rosy Bindi (Pd), ad esempio, ha sottolineato come quella della pacificazione - tradizionale presupposto all'amnistia - è una categoria estranea a un governo di servizio per il Paese.

Eppure, come indica la sua etimologia, amnistia viene dal greco e vuol dire `dimenticanza´: proprio quella a cui, in riferimento alla sua condanna, aspira il Cavaliere e che con la grazia gli precluderebbe.

 

 

Anna Maria Cancellieri MARIO MAUROSilvio berlu rosy bindi x Mario Monti PALMIRO TOGLIATTI jpeg

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