LEI & GUBITOSI IMPALLINATI DALLE SPESE PAZZE RAI

1. I MAXI SCHERMI DA 30MILA EURO DI GIGGINO GUBITOSI
Il blitz è arrivato in pieno Festival di Sanremo. Mentre tutta la dirigenza Rai si spostava nella cittadina ligure per la settimana clou della programmazione del servizio pubblico, a Viale Mazzini gli operai stazionavano nel mega ufficio del direttore generale Luigi Gubitosi. Ritinteggiatura della stanza? Macché: sostituzione totale dei monitor tv. Come ogni mega-direttore Rai che si rispetti, anche il dg ha in dotazione una parete con 7-8 televisori che permettono la visione contemporanea di tutti i canali nazionali.

L'ufficio di Gubitosi, però, era ancora attrezzato con i modelli del vecchio tubo catodico. E così il dg ha ordinato una nuovissima serie di maxi televisori a schermo piatto. Il prezzo, però, non è stato decisamente low cost. Gli addetti ai livori di Viale Mazzini fanno girare la cifra di corridoio in corridoio: i nuovi televisori di Gubitosi sarebbero costati ben 25 mila euro! Per 7 schermi, siamo sulla media di oltre 3mila euro ciascuno.

Non contento, per evitare il rischio di interferenze tra uno schermo e l'altro, il dg avrebbe chiesto anche la disponibilità del telecomando centralizzato (2mila euro) con tanto di centralina di coordinamento (altri 3mila euro). Insomma, per "adeguare" il parco tv del numero uno di Viale Mazzini, Mamma Rai ha speso la bellezza di 30mila euro.


2. SCANDALO PER I MAXICOMPENSI RAI
Ilaria Sacchettoni per il "Corriere della Sera"

Neppure Milly Carlucci si salva. Il suo Ballando con le stelle, edizione 2012 (una delle puntate andò in onda il 13 gennaio proprio durante il naufragio della Costa Concordia) è finito sulla scrivania dei magistrati della Corte dei conti. Sono quattro, a questo punto, le inchieste avviate dalla Procura regionale del Lazio sulle spese per i palinsesti della televisione pubblica.

Quanto al programma della Carlucci sono in corso verifiche sul casting dello show di Raiuno per accertare se vi sia stato o meno uno sperpero di denaro dei contribuenti. Gli approfondimenti riguardano il compenso stellare destinato a Christian Vieri: 800 mila euro inizialmente pattuiti, che poi sarebbero scesi a 600 mila. Ma l'azienda parla di una cifra inferiore, circa 450 mila euro per il suo impegno a cavallo tra il 2011 e 2012. Secondo l'accusa, la cifra sarebbe comunque eccessiva.

Il reclutamento sembrò subito controverso. I consumatori diedero battaglia anche su Gianni Rivera, ma fu il cachet di «Bobo» a indignare di più. Centinaia di migliaia di euro per qualche passo di danza dell'ex calciatore, si disse, erano davvero troppi. I giornali ne scrissero. Qualcuno fece ricorso al sarcasmo. Celebre (benché anonima) la battuta pronunciata in viale Mazzini: «Ottocentomila a Vieri? Praticamente 50 mila a tatuaggio... ».

L'ipotesi del danno erariale è ancora agli inizi e dunque, al momento, non risulta alcuna notifica. I nuovi vertici Rai, intanto, lasciano intendere che le verifiche della Corte dei Conti non sono temute e che l'atteggiamento aziendale è di fiduciosa collaborazione. Certo, in caso fosse accertato il danno, sarebbero i manager della gestione precedente a risponderne.

Un passo indietro: a dicembre 2011, il direttore generale Rai, Lorenza Lei, vara la nuova edizione del programma della Carlucci. Le prime indiscrezioni sull'ingaggio di «Bobo» accendono immediatamente i riflessi dei consumatori: «Compenso immorale, presenteremo un esposto alla Corte dei Conti» annuncia prontamente il presidente del Codacons Carlo Rienzi. Che mantiene la parola.

Eppure, tra le indagini avviate dal procuratore del Lazio, Raffaele De Dominicis, la più delicata è probabilmente un'altra. Ossia quella che riguarda l'acquisto di telefilm e film a prezzi presunti gonfiati da parte della Rai. Secondo meccanismi equivalenti a quelli contestati a Mediaset a metà degli anni Duemila. Ancora una volta le società sono quelle major responsabili di evasione fiscale finite nell'inchiesta Mediatrade.

Qui i magistrati contabili sono partiti da un relazione della Procura dello scorso novembre. Era stata il pm Barbara Sargenti, titolare del filone romano su Mediatrade, a segnalare che, anche tra i fornitori della televisione di Stato, figuravano le stesse società che praticavano una sovraffatturazione sistematica per Mediaset. E qui la faccenda si complica, almeno per i magistrati di piazzale Clodio, in attesa di una relazione dei finanzieri del Tributario.

Perché la divisione di Rai Cinema, diretta da Giancarlo Leone, acquista anche su segnalazione dei singoli direttori di rete. Un terzo fascicolo dei magistrati contabili riguarda invece i soldi spesi dal servizio pubblico per programmi di intrattenimento in genere, mentre un quarto riguarda il costo sostenuto per lo sceneggiato televisivo interpretato da Giorgio Pasotti David Copperfield, andato in onda per il bicentenario della nascita dell'autore Charles Dickens.


3. RAI: CORTE CONTI INDAGA SU SPRECHI,CODACONS 'DOMANI DOSSIER'
(ANSA) - La Corte dei Conti - come anticipa oggi il Corriere della Sera - ha aperto un'inchiesta sulle spese per i palinsesti Rai, in particolare sul maxi-compenso per il calciatore Bobo Vieri (si parla di 600 mila euro) per la partecipazione al programma 'Ballando con le stelle'. Alla base del fascicolo, un esposto presentato dal Codacons e dall'Associazione Utenti Radiotelevisivi.

''Finalmente si fara' chiarezza sull'utilizzo dei soldi pubblici da parte della rete di Stato'', commenta in una nota il presidente Codacons, Carlo Rienzi, che annuncia: ''Domani porteremo al Procuratore Generale della Corte dei Conti un corposo dossier di oltre 200 pagine, contenente tutti gli sprechi di risorse pubbliche all'interno della Rai, e chiederemo di estendere l'inchiesta a 360 gradi''. Nel mirino dell'associazione, episodi ''emblematici'': tra questi - spiega il Codacons - la trasmissione di Radio1 'Italia: Istruzioni per l'uso' di Emanuela Falcetti, ''chiusa nel 2011 senza alcun motivo e sostituita con il programma 'Prima di tutto' con conseguente crollo degli ascolti''.

Il Codacons cita anche ''il caso dei compensi elargiti a Paolo Bonolis e Roberto Benigni per il Festival di Sanremo 2009 (secondo indiscrezioni 1 milione di euro al primo e per Benigni la cessione dei diritti delle sue partecipazioni sulla rete pubblica, valutati tra i 350 mila euro e i 2 milioni di euro).

Altra nota dolente, il calo della raccolta pubblicitaria da parte della tv pubblica, scesa, secondo le rilevazioni Nielsen nel periodo gennaio-aprile 2012, del -17,8% a fronte di una media nazionale del -8,6%''. Il dossier cita anche '''Balls of steel' (Palle d'acciaio), 'Votantonio', 'Wild West', 'Star Academy''', ''trasmessi e chiusi dopo poche puntate'' e trasmissioni come '''Che tempo che fa' o 'In mezz'ora', appaltate a societa' esterne nonostante la Rai abbia tutte le risorse per realizzarle internamente''.

 

PAOLO GARIMBERTI E LORENZA LEI GUBITOSI E TARANTOLA jpegBOBO VIERI Lucia Annunziata SANREMO FAZIO E LA LITTIZZETTO VERSIONE FARFALLINA jpegAVANTI UN ALTRO - PAOLO BONOLISRoberto Benigni

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