antonio panzeri marocco

TARALLUCCI, VINO E COUS COUS - ANTONIO PANZERI ERA STATO SCELTO DAL MAROCCO PER DIFENDERNE GLI INTERESSI NEL PARLAMENTO EUROPEO ALMENO DAL 2011 - È QUANTO EMERGE DA UNA CORRISPONDENZA RISERVATA TRA L'AMBASCIATORE MAROCCHINO PRESSO L'UNIONE EUROPEA E IL MINISTRO DEGLI ESTERI A RABAT – IL MAROCCO VOLEVA METTERE LE MANI SUI 200 MILIONI L’ANNO CHE L’UE, SULL’ONDA DELLE PRIMAVERE ARABE, ERA DISPOSTA A SGANCIARE I PAESI NORDAFRICANI PIU’ EVOLUTI SU DIRITTI UMANI E DEMOCRAZIA (PENSA CHE COJONI CHE ABBIAMO ALL’UE…)

Giuseppe Salvaggiulo per “la Stampa”

 

ANTONIO PANZERI

Antonio Panzeri, ex eurodeputato agli arresti da una settimana con l'accusa di essere a capo di un'associazione criminale dedita alla corruzione internazionale, era stato scelto dal Marocco per difenderne gli interessi nel Parlamento europeo almeno dal 2011. È quanto emerge da una corrispondenza riservata tra l'ambasciatore marocchino presso l'Unione Europea e il ministro degli Esteri a Rabat. «Oggetto: visita a Tindouf del presidente della Delegazione Maghreb del Parlamento Europeo, Antonio Panzeri».

 

Tindouf è la città algerina dove ha sede il governo in esilio della Repubblica Araba Democratica dei Sahrawi, chiamata anche Sahara Occidentale, che rivendica dal 1976 la sovranità su una porzione di Marocco, denunciando violazioni di diritti umani. La causa è promossa in tutto il mondo dal Fronte Polisario, movimento indipendentista che gestisce anche i campi profughi a Tindouf.

 

ANTONIO PANZERI

Il Marocco deve evitare condanne che avrebbero pesanti conseguenze economiche, poiché, sull'onda delle primavere arabe, l'Ue ha deciso di premiare economicamente i Paesi nordafricani più «audaci» su diritti umani e democrazia. Una partita che per il Marocco vale quasi 200 milioni l'anno, il finanziamento più ricco tra i Paesi della regione.

In questo contesto, il viaggio di Panzeri è strategico.

 

Dai documenti riservati si scopre che è stato diabolicamente preparato in combutta con il Marocco. A pochi giorni dalla partenza, il 27 ottobre 2011, l'ambasciatore «porta a conoscenza» del ministro che «a margine della sessione plenaria del Parlamento Europeo abbiamo avuto un colloquio informale con il consigliere del signor Antonio Panzeri, portatore all'attenzione delle autorità marocchine di un messaggio da parte di quest' ultimo».

 

Abderrahim Atmoun Francesco Giorgi Pier Antonio Panzeri

Il messaggio è rassicurante: il Marocco non ha da temere, «la visita a Tindouf è indispensabile per supportare la credibilità del sig. Panzeri presso l'Algeria e il Polisario, visto che lui è stato accusato di essere pro-Marocco. Non è nell'interesse del Marocco che il sig. Panzeri sia percepito come tale. Il sig. Panzeri ha fatto il possibile per evitare la data del 6 novembre», anniversario della Marcia Verde di decolonizzazione del 1975, considerata un punto di svolta per il Fronte Polisario.

 

Abderrahim Atmoun Andrea Cozzolino Pier Antonio Panzeri

«Il 7 novembre è un compromesso ragionevole, nel senso che visitare i campi nel contesto di una visita in Algeria è simbolico e costituisce una migliore opzione (per il Marocco) rispetto a una visita ad hoc nei campi».

 

Secondo quanto riferito ai marocchini dal suo emissario, «Panzeri conta di non nominare l'autonomia con il Polisario, né fare dichiarazioni in questo senso durante la visita.

Ha indicato che si accontenterà di ascoltare i suoi interlocutori». E ha delineato la visione strategica sull'asse Rabat-Bruxelles: «Esiste una forte domanda nel Parlamento Europeo a riguardo della questione Sahara, regolarmente sollevata dagli eurodeputati e molto sfruttata da parte dei pro-Polisario, che fanno forti pressioni (sul gruppo socialista e democratico). Il miglior modo di gestire queste pressioni è circoscriverle e incanalarle attraverso il sig. Panzeri, che sa essere un interlocutore credibile per tutte le parti».

PIER ANTONIO PANZERI Abderrahim Atmoun

 

Dopo aver riferito al ministro il contenuto del «messaggio di Panzeri», il diplomatico marocchino lo analizza: «A prima vista è rassicurante. L'interessato è molto consapevole della sensibilità della sua visita nei campi di Tindouf, e fa uno sforzo significativo per giustificarla e non compromettere in modo duraturo i contatti con il Marocco. Sembra prendere sul serio la raccomandazione di non recarsi a Est del dispositivo di difesa e promette di tenere informata la nostra Missione sull'evoluzione del suo programma a Tindouf».

 

antonio panzeri

Il documento inquadra la visita «nell'estensione del lavoro metodico iniziato dal sig.

Panzeri dopo i primi mesi seguiti alla sua elezione alla testa della delegazione Maghreb. I suoi contatti con il Polisario e con le autorità algerine, la fiducia che ha saputo costruire con gli interlocutori marocchini e soprattutto "l'ambiguità costruttiva" dei suoi atteggiamenti verso gli uni e gli altri sono manifestazioni di un'agenda politica di lungo respiro, portata avanti in modo volontario, a volte pericoloso, ma sempre con tatto e padronanza. È difficile non vedervi anche una dimostrazione subliminale di "capacità di disturbo", in quanto dimostra come l'interessato possa essere un alleato di peso o un avversario da temere».

 

elly schlein pier antonio panzeri

Infine il diplomatico si profonde in un giudizio lusinghiero: «Visti da questa angolazione, gli sviluppi recenti denotano, nella linea politica di Panzeri, una continuità raramente osservata in altri eurodeputati. In questa logica, c'è motivo di pensare che, lontano dall'essere un'operazione di comunicazione, la visita a Tindouf sia un traguardo tattico nella sua agenda personale». Prima della visita, Panzeri transiterà a Rabat. Il diplomatico si raccomanda di «organizzare incontri che un responsabile che lo possa briffare sulla questione Sahara in modo appropriato e, se necessario, gli anticipi i messaggi che lui riceverà durante le tappe di Algeri e di Tindouf». Nasce così, nel 2011, il patto Panzeri-Marocco. Che ha dato i suoi frutti per undici anni. Fino a una settimana fa.

banconote sequestrate a pier antonio panzeri e eva kaili

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...