merkel macron

I SOVRANISTI SONO SEMPRE GLI ALTRI - ANTONIO SOCCI: “GERMANIA E FRANCIA, I DUE PAESI PIÙ NAZIONALISTI D'EUROPA, POCO DOPO AVER DATO "LEZIONI" AGLI ALTRI, HANNO REALIZZATO UN'INTESA A DUE SUL BILANCIO DELL'EUROZONA, OVVIAMENTE PENALIZZANTE PER L'ITALIA - L'ENNESIMO GESTO DI SUPREMAZIA ED ARROGANZA - CHIAMANO "NAZIONALISMO" IL TENTATIVO DEGLI ALTRI PAESI DI DIFENDERE LA PROPRIA SOVRANITÀ E I PROPRI INTERESSI DAL LORO STRAPOTERE”

Antonio Socci per “Libero Quotidiano”

 

antonio socci

Alla commemorazione della fine della Prima guerra mondiale, il presidente francese Macron ha esaltato il "patriottismo" (proprio) e ha "bombardato" quello altrui squalificandolo come "nazionalismo". Ce l' aveva con il sovranismo dei paesi (come l'Italia) che non si vogliono sottomettere al nazionalismo di francesi e tedeschi.

 

Donald Trump, in un tweet, ha scritto che Macron cerca di parlar d' altro perché ha, in Francia, un livello di consenso troppo basso (il 26%) e un livello di disoccupazione troppo alto (circa il 10%). Poi Trump ha aggiunto: «A proposito, non c' è paese più nazionalista della Francia, gente molto orgogliosa, ed è giusto così».

 

Insieme a Macron anche la Merkel ha tuonato contro il nazionalismo: ha detto che porta alla guerra. I due paesi più nazionalisti d' Europa, poco dopo aver dato queste "lezioni" agli altri, hanno realizzato un' intesa a due sul bilancio dell' eurozona, ovviamente penalizzante per l' Italia. L' ennesimo gesto di supremazia ed arroganza. Chiamano "nazionalismo" il tentativo degli altri paesi di difendere la propria sovranità e i propri interessi dallo strapotere franco-tedesco.

centenaria scambia angela merkel per brigitte macron 1

 

Peraltro, negli ultimi duecento anni, due paesi hanno tentato di soggiogare con le armi tutta l' Europa: prima ci ha provato la Francia napoleonica e poi la Germania del III Reich. La storia dunque dovrebbe indurre quei due paesi ad evitare di dar lezioni agli altri e piuttosto dare il buon esempio.

 

Invece continua la guerra economica e politica in Europa che è alimentata da una guerra di parole, usate a sproposito. Per esempio identificare il nazionalismo con la nazione è come identificare la polmonite col polmone.

 

ENRICO MATTEI

Senza i polmoni non si può vivere e chi se li facesse asportare per evitare la polmonite si suiciderebbe. Egualmente senza sovranità nazionale un paese si suicida.

Il sovranismo è dunque un dovere. Volete il miglior esempio di sovranista mai visto in Italia, un patriota capace di una straordinaria azione di difesa dei nostri interessi nazionali? È Enrico Mattei. Il mitico "fondatore" dell' Eni.

 

IL CAMPIONE

Già partigiano cattolico, avendo alle spalle la Dc di De Gasperi, Vanoni e Moro, riuscì a dare al nostro paese quell' indipendenza energetica che lo liberò dalla sudditanza straniera e che fu la precondizione del nostro miracolo economico.

 

Mattei, difendendo i nostri interessi nazionali, inaugurò anche un rapporto nuovo nei confronti dei paesi sottosviluppati, ma ricchi di petrolio, rispettando e riconoscendo anche i loro giusti interessi. In questo modo mostrò che l' amore alla patria italiana significa anche rispettare la patria e gli interessi altrui. Il miglior campione di sovranismo è dunque Mattei.

andrea riccardi

 

Purtroppo oggi si stravolge il linguaggio e "sovranista" (che poi è un' espressione ripresa dall' art.1 della Costituzione) è diventato un termine deprecabile. Addirittura la parola "nazione" è diventata disdicevole.

 

Ha stupito per esempio un intervento di Andrea Riccardi pubblicato dal giornale della Cei, Avvenire (l' intenzione era quella di attaccare i "movimenti sovranisti e populisti").

 

Il concetto principale di Riccardi, leader della Comunità di S. Egidio ed ex ministro del governo Monti, è questo: «La "cultura nazionale" è stata un grande contenitore che ha dato efficienza all' odio, l' ha congelato e conservato negli anni, l' ha diffuso come educazione all' identità. Storia, lingua, geografia, epica letteraria hanno contribuito all' efficienza e alla diffusione dell' odio».

warhol giovanni paolo II

 

A dire il vero il Novecento è stato devastato e insanguinato da una cultura dell' odio che proveniva non dalle nazioni, ma dalle ideologie, che erano radicalmente avverse alle diverse identità nazionali: il comunismo e il nazismo. È strano è che una tale demonizzazione dell' idea stessa di nazione appaia sul quotidiano dei vescovi, perché è un concetto totalmente contrapposto al magistero di Giovanni Paolo II, il quale, nel corso del suo pontificato, ha elaborato una vera e propria "teologia delle nazioni".

 

GIOVANNI PAOLO II

Il papa polacco affermò, in uno storico discorso a Varsavia, il 2 giugno 1979, che «non si può comprendere l' uomo fuori da questa comunità che è la nazione». E lo stesso giorno aggiunse: «La ragion d' essere dello Stato è la sovranità della società, della nazione, della patria».

 

LA TEOLOGIA

In quello storico viaggio incitò i giovani polacchi ad amare la cultura e la storia della propria nazione e concluse: «Restate fedeli a questo patrimonio! Fatene il fondamento della vostra formazione e il motivo del vostro nobile orgoglio! Conservate e accrescete questo patrimonio, trasmettetelo alle generazioni future».

 

giovanni paolo ii e madre teresa

Altro che la "cultura nazionale" come contenitore di odio. Giovanni Paolo II sottolineò che «la fedeltà all' identità nazionale possiede anche un valore religioso». Come si vede da una parte c' è Giovanni Paolo II (a cui si potrebbero aggiungere le parole analoghe di Pio XII, di Benedetto XV, di Leone XIII e di san Tommaso d' Aquino), dalla parte opposta Riccardi e l' Avvenire (che su questo concetto sono in consonanza con Emma Bonino). Fu soprattutto in un discorso all' Onu, il 5 ottobre 1995, che Giovanni Paolo II articolò l' insegnamento della Chiesa sulle nazioni.

 

L' INTERPRETAZIONE

Anzitutto dette, del Secondo conflitto mondiale, un' interpretazione opposta a quella oggi dominante: «Quel conflitto venne combattuto a causa di violazioni dei diritti delle nazioni.

Molte di esse hanno tremendamente sofferto per la sola ragione di essere considerate altre. Crimini terribili furono commessi in nome di dottrine infauste, che predicavano L' inferiorità di alcune nazioni e culture». E parlava un figlio della nazione polacca che fu la prima ad essere aggredita e annientata da due opposti totalitarismi imperialistici.

 

DYLAN PAPA GIOVANNI PAOLO II

Il Papa osservò che l' Onu nacque proprio «dalla convinzione che simili dottrine erano incompatibili con la pace». E nacque assumendo «l' impegno morale di difendere ogni nazione e cultura da aggressioni ingiuste e violente».

 

Il papa richiamò, come basi filosofiche, la «notevole riflessione etico-giuridica» che vi fu già al Concilio di Costanza nel XV secolo e "la riflessione" che «nella medesima epoca» a partire dall' Università di Salamanca fece scuola «nei confronti dei popoli del nuovo mondo». Ma «purtroppo», osservò il Papa «anche dopo la fine della seconda guerra mondiale i diritti delle nazioni hanno continuato ad essere violati».

 

INTUIZIONE PROFETICA

PAPA GIOVANNI PAOLO II

Poi Giovanni Paolo II spiegò, con intuizione profetica, che la globalizzazione, omologando e livellando tutto, avrebbe suscitato nei popoli «un bisogno prorompente di identità e di sopravvivenza» e disse che questo fenomeno «non va sottovalutato, quasi fosse semplice residuo del passato».

 

Perché si tratta dei fondamenti dell' umano, infatti «il termine "nazione", evoca il "nascere", mentre, additato col termine "patria" ("fatherland"), richiama la realtà della stessa famiglia» ed è «su questo fondamento antropologico che poggiano anche i "diritti delle nazioni", che altro non sono se non i "diritti umani" colti a questo specifico livello della vita comunitaria».

 

wojtyla quando era cardinale

Concluse: «Presupposto degli altri diritti di una nazione è certamente il suo diritto all' esistenza: nessuno, dunque - né uno Stato, né un' altra nazione, né un' organizzazione internazionale - è mai legittimato a ritenere che una singola nazione non sia degna di esistere».

 

E seppure si possono realizzare forme di aggregazione giuridica tra differenti nazioni è necessario «che ciò avvenga in un clima di vera libertà, garantita dall' esercizio dell' autodeterminazione dei popoli».

 

Amare e difendere la propria identità significa dunque amare e difendere anche quelle altrui. Una bellissima poesia di Karol Wojtyla, «Pensando Patria», dice: «Quando penso "patria", esprimo me stesso, affondo le mie radici, è voce del cuore, frontiera segreta che da me si dirama verso gli altri, per abbracciare tutti, fino al passato più antico di ognuno».

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO