sebastian kurz strache

RIDOTTO A UNO STRACHE – KURZ CACCIA IL MINISTRO DELL’INTERNO KICKL E GLI ALTRI ESPONENTI DELL'FPOE AL GOVERNO SI DIMETTONO: SARANNO SOSTITUITI DA "ESPERTI" – DOPO IL VIDEO DI STRACHE A VIENNA È CAOS TOTALE: IL PREMIER SPERA DI PAPPARSI I VOTI DEL PARTITO DI ULTRADESTRA, MA COME E CON CHI GOVERNERÀ FINO A SETTEMBRE, QUANDO CI SARANNO LE ELEZIONI? – LUNEDÌ, DOPO LE EUROPEE, SI VOTA LA SFIDUCIA ALL’ESECUTIVO DEL BAMBINO PRODIGIO, SEMPRE MENO PRODIGIOSO…

1 – AUSTRIA, LUNEDÌ AL VOTO SFIDUCIA A KURZ

kurz strache

(ANSA) - La mozione di sfiducia presentata da 'Jetzt' nei confronti del cancelliere austriaco Sebastian Kurz sarà votata dal parlamento lunedì, dopo le elezioni europee. Lo ha deciso il presidente del Parlamento austriaco, il popolare Wolfgang Sobotka. A breve il cancelliere incontrerà il presidente della Repubblica Alexander Van der Bellen.

 

2 – AUSTRIA: CACCIATO MINISTRO INTERNI, PRESIDENTE DICE SÌ A GOVERNO TECNICO

Da www.agi.it

video rubato heinz strache 3

Il presidente della Repubblica austriaco, Alexander Van der Bellen, al termine di un nuovo incontro con il cancelliere Sebastian Kurz, ha reso noto di aver acconsentito alle dimissioni dei ministri del partito dell'ultradestra Fpoe. Compreso, ovviamente, il controverso titolare degli Interni, Herbert Kickl, mentre resterà al suo posto la ministra agli Esteri Karin Kneissl.  

 

norbert hofer

Inoltre, il capo dello Stato ha incaricato Kurz di rimpiazzare i ministri in uscita con degli "esperti", come chiesto dal cancelliere. Le proposte in merito verranno sottoposte al presidente nella serata di oggi, come ha confermato lo steso Kurz. "Il governo di transizione che dovrà essere nominato entro breve deve durare fino alle elezioni anticipate", ha aggiunto Van der Bellen, che ci tiene a "sottolineare l'espressione 'di transizione'". Da parte sua, Kurz ha ribadito che "il mio compito è quello di fare proposte volte ad avere un governo in grado di operare".     

VAN DER BELLEN

 

Per quanto riguarda gli esperti, Kurz ribadisce che si intende ricorrere a personalità "che sono già adesso funzionari di primo piano" e che la scelta verrà operata in collaborazione con gli altri partiti. 

STRACHE SALVINI

 

3 – KURZ AD ALTO RISCHIO

Micol Flammini per “il Foglio”

 

Togliamogli quell’aggettivo di dosso, Sebastian Kurz non è “enigmatico”. Togliamo di dosso lo spirito da temporeggiatore. Liberiamolo dal peso politico e anche morale di aver creato una coalizione per poi distruggerla. Chi su di lui ha scritto molto non vede strategie o progetti a lungo termine, vede il rischio e anche l’avventatezza di un giovane che in fretta si è ritrovato prima ministro degli Esteri, poi leader dei popolari dell’Övp, poi cancelliere d’Austria e ancora chissà cosa in futuro.

 

paul ronzheimer sebastian kurz die biografie

Kurz ha trentatré anni e di primati alla sua età ne ha già avuti molti. Saranno le speranze, saranno le aspettative o anche il solito complesso per l’erba del vicino, ma quella strana coalizione che il cancelliere aveva formato per governare assieme all’estrema destra dell’Fpö sembrava un prodotto pericoloso, ma di successo. Kurz portava avanti i suoi interessi, dava qualche colpo di stiletto ai compagni, ogni tanto si abbandonava a una sparata populista per non abbandonare nemmeno gli spiriti più grossolani, e riusciva a far vedere, almeno all’estero, che comunque colui che decideva le sorti dell’Austria era lui: giovane, conservatore e convinto europeista.

 

sebastian kurz arno kompatscher

Ma poi venerdì, dopo il video in cui il vicecancelliere austriaco e leader dell’Fpö, Heinz-Christian Strache, ammetteva davanti a una telecamera e nel bel mezzo di una festa a Ibiza che era pronto ad accettare soldi russi in cambio di favori elettorali e di apprezzare oltre misura la ben orchestrata censura del primo ministro Viktor Orbán, anche Sebastian Kurz ha detto che così non sarebbe stato più possibile andare avanti e ha pronunciato un esasperato: “Quando è troppo è troppo”.

 

norbert hofer 3

Coalizione spaccata, elezioni a settembre. Su di lui sono state scritte delle biografie, genere che suona quasi smisurato se si pensa alla sua età. Barbara Tóth e Nina Horaczek hanno pubblicato un libro il cui titolo è una domanda, la stessa che un po’ tutti i giornalisti, analisti e commentatori si sono fatti e che, dopo la decisione di tornare al voto, continuano a porsi: “Sebastian Kurz è il nuovo bambino prodigio?” (Titolo in tedesco: Sebastian Kurz: Österreichs neues Wunderkind?). “No – risponde al Foglio Barbara Tóth – non è un Wunderkind, rappresenta anzi la caduta del bambino prodigio.

 

giuseppe conte sebastian kurz 4

Diceva di voler garantire la stabilità per l’Austria e invece dopo due anni soltanto andremo di nuovo a votare”. La pretesa era quella, Kurz desiderava essere il Wunderkind, il bambino prodigio, quando da leader dell’Övp aveva rotto l’alleanza con l’Spö, voleva interrompere la tradizione delle coalizioni tra conservatori e socialdemocratici e portò il paese a elezioni anticipate.

 

barbara toth e nina horaczek osterreichs neues wunderkind biografia di kurz

Paul Ronzheimer invece è l’autore di “Sebastian Kurz: Die Biografie”, la prima biografia dedicata al cancelliere da quando è in carica. Ronzheimer all’idea del Wunderkind ci aveva creduto e in parte ci crede ancora: “All’inizio lo era, quando sfidava Angela Merkel, quando si impuntò per la chiusura delle rotta balcanica”.

 

Era testardo, determinato e quel che venne dopo le ospitate in televisione, quando anche in Germania lo invitavano a parlare male dell’accoglienza merkeliana, quel che venne dopo la vittoria alle elezioni del 2017, erano parsi i tentativi riusciti di avvicinarsi a un partito di estrema destra, approfittarsi dei suoi numeri per governare, e poi mantenerlo in silenzio come se non esistesse. Ma sin dall’inizio quest’alleanza gli ha causato non pochi imbarazzi: “Usciva uno scandalo a settimana”, racconta Ronzheimer.

 

video rubato heinz strache

Gli errori di quella coalizione erano evidenti per molti e secondo Barbara Tóth quello di Kurz è stato un calcolo sbagliato: “L’Austria ha mostrato cosa accade quando cerchi di portare avanti un’impresa del genere, siamo diventati un piccolo laboratorio d’Europa. I barbari possono essere romanizzati per un periodo breve, ma alla fine arriva il fallimento di queste coalizioni, di solito per corruzione”. Il fallimento a Vienna è arrivato sabato scorso, a una settimana dal voto delle elezioni europee. Venerdì sera lo Spiegel e il Süddeutsche Zeitung, quotidiani tedeschi, hanno fatto uscire il video che incriminava Strache, il giorno dopo Strache si è dimesso, Kurz in conferenza stampa non sembrava né turbato né preoccupato, sembrava piuttosto frettoloso di liberarsi della parte del governo che lo metteva in imbarazzo, dei razzisti, degli antisemiti, dei corrotti, di quelli che rinchiusi in una casa da vacanze a Ibiza e davanti a una bellissima ragazza sedicente russa, sedicente nipote di oligarca, sedicente vicina a Putin, si lasciano sfuggire l’indicibile.

VAN DER BELLEN

 

kurz

A Vienna nessuno è rimasto stupito da quelle immagini, da quelle parole e dall’incuria: “Il cancelliere ha sottostimato di molto la personalità di Strache – era nota a tutti la sua passione per certe feste – e ha sottostimato la sua mancanza di professionalità”, dice la Tóth che definisce Kurz un “un populista di destra con faccia da angelo”, una creatura politica che avrebbe potuto prendere parte all’evento di Milano in Piazza Duomo.

 

STRACHE KURZ

Eppure le parole e i risultati dicono altro, “è senza dubbio un conservatore, ma non ha nulla a che vedere con Salvini – dice al Foglio Ronzheimer – è davvero un europeista, il suo problema sono le alleanze. Sapeva con chi stava al governo ma non avrebbe potuto fare altrimenti”. Il Wunderkind ormai è caduto, alle spalle ha i prodigi e davanti una stagione di scommesse: “Ci sono questioni ideologiche e politiche che uniscono l’Övp e l’Fpö – dice il giornalista della Bild – Kurz ha avuto sin dall’inizio problemi con le persone che fanno parte di quel partito, ora ha deciso di rompere la coalizione sicuramente dopo il voto sarà costretto a fare alleanza diverse”, probabilmente più tradizionali.

hienz christian strache

 

E’ stata una prova fallita, nessun progetto, nessuna strategia a lungo termine, un tentativo finito male. Sull’età di Sebastian Kurz circolano molte voci, suscita contraddizioni. Per Barbara Tóth se non fosse stato così giovane non avrebbe avuto questa propensione al rischio: “E’ il tipico prodotto della sua generazione, ma la cosa che per me conta è che è cresciuto negli anni in cui in Austria avevamo una coalizione Övp e Fpö al governo, questa esperienza deve essergli rimasta in mente”. Per Paul Ronzheimer l’età non conta nulla: “Kurz ha molta esperienza”.

 

SEBASTIAN KURZ HEINZ-CHRISTIAN STRACHE

Cosa ne sarà di questo Wunderkind sempre meno prodigioso lo vedremo più in là, intanto continua a far parlare di sé e a dividere. Per Barbara Tóth ha commesso i tipici errori di chi non ha un’ideologia forte e va solo alla ricerca di voti. Per Paul Ronzheimer è un leader energico e potente. Ma su un punto sono d’accordo, l’enigma non c’entra, quel che lo guida è la propensione al rischio, il fascino delle scommesse.

STRACHE KURZ KERNKURZ 2kurz 22kurzKURZkurz

 

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…