CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...
DAGOREPORT
Cosa ha spinto il governatore calabrese e vice segretario di Forza Italia, Roberto Occhiuto, a scendere in campo per sfrattare Antonio Tajani e i suoi due compari, il capogruppo alla Camera, Paolo Barelli, e il capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri?
Come largamente anticipato, il convegno di Occhiuto nel salone di Palazzo Grazioli, ex dimora e centro di comando di "Papi" Silvio, non poteva nascere senza il beneplacito di Marina e Pier Silvio Berlusconi, che del ciociaro Tajani hanno piene le scatole.
nicola porro roberto occhiuto francesca cerruti
Non si contano le volte che l’Ad di Mediaset, in qualsiasi occasione pubblica, ha chiesto un secco cambio al vertice mettendo in risalto “i valori incarnati dal partito fondato dal Cavaliere di Arcore, che “devono essere portati a ciò che è oggi la realtà, cioè all’anno 2025’’. Per il futuro servono quindi “facce, idee nuove e un programma rinnovato”.
E va detto che il presidente della Regione Calabria ha il profilo giusto: 56 anni, è appena stato riconfermato con il 57% dei voti, di cui il 13% dalla sua lista personale, e, da perfetto erede della Buonanima di Arcore, è pure finito indagato per corruzione, nel mirino della procura di Catanzaro.
All’esplicito avviso di sfratto degli eredi del Biscione, Tajani ha sempre fatto orecchie da mercante, fregandosene dei ripetuti "consigli" ricevuti da Marina.
La "Cainana", nelle sue visite meneghine, ha intimato al segretario di togliersi dal braccio il tovagliolo di cameriere di Casa Meloni, e quindi di sostituire i capigruppo alla Camera (Barelli) e al Senato (Gasparri), rispettivamente con Deborah Bergamini e l'avvocatessa della "Berluscona", Cristina Rossello.
Dire che la Cavaliera di Arcore sia stufa di essere presa per i fondelli dal paraculismo parolaio romano è mero eufemismo. Così è sbottato con “Domani” un “volto nuovo” della Famiglia: “Non bastano più gli incarichi “fuffa” che stanno distribuendo. Non basta mandare in tv qualche volta Simone Leoni (segretario di Forza Italia giovani, ndr) o Livia Bonacini (vicesegretaria junior di Forza Italia Roma, ndr) o incaricare Giorgio Mulè di occuparsi del referendum sulla separazione delle carriere”.
Secondo la presidentessa di Fininvest, la governance tajanea è del tutto inadeguata per rendere Forza Italia una forza centrista di ispirazione liberale che vada al di là del misero 8% e capace di smarcarsi dal rischio di cannibalizzazione da parte della Ducetta della Sgarbatella. Tutti concetti ripetuti, tali e quali, ma con accento calabro, ieri da Occhiuto al suo convegno romano.
La goccia che ha fatto traboccare il vasino della pazienza della Famiglia, e dare il via libera a Occhiuto, è stata la scoperta che, a fine gennaio 2026, i tre caballeros hanno pianificato i congressi regionali e poi quello nazionale per blindare le loro poltrone al vertice di Forza Italia con l’obiettivo di scegliere i nomi della lista dei candidati alle politiche del 2027.
A finire relegata a spettatore, manco ci pensa la Famiglia “proprietaria” con oltre 90 milioni di fidejussioni del partito. Caro Tajani, le liste elettorali le facciamo noi e solo dopo ‘’il rinnovamento del partito secondo gli ideali liberali di Silvio Berlusconi”, vale a dire dopo che ti sei tolto dai piedi.
A spazzare via qualsiasi velleità dei tajanei, è arrivata da Milano la minaccia di togliere dal simbolo elettorale del partito il nome “Berlusconi”, che vale oltre la metà dell’8% di Forza Italia, il cui utilizzo è nelle mani del tesoriere del partito, Fabio Roscioli, che negli ultimi anni è stato il legale personale del Cav e anche dei figli in diverse cause civili.
E non è un caso che Roscioli, oscuro alle cronache romane, ieri sia atterrato a Roma per assistere, in nome e per conto di Marina e Pier Silvio, alla scesa in campo di Occhiuto.
Mentre la fedelissima della Cavaliera, Deborah Bergamini, al pari dell’Eminenza Azzurrina Gianni Letta, per non dare adito a voci di trame e complotti, si è tenuta lontana da Palazzo Grazioli, con la scusa di una missione all’estero.
Da un lato il duplex Marina-Occhiuto, dall’altro le velleità politica di Pier Silvio segnalate dai sempre più numerosi viaggi a Roma, scortato dall’uomo chiave del gruppo MFE-MediaforEurope (ex Mediaset), Stefano Sala: i giorni di Tajani sono contati...
OCCHIUTO: “SONO PRONTO PER IL CONGRESSO DI FORZA ITALIA. BASTA GALLEGGIARE, SERVE PIÙ CORAGGIO”
Articolo di Ilario Lombardo per “la Stampa” - Estratti
La sala è stracolma e si intravedono almeno ventidue parlamentari di Forza Italia (...)
Roberto Occhiuto, vicesegretario e governatore della Calabria, che con l'aiuto di Andrea Ruggieri ha organizzato un convegno intitolato "In libertà" a Palazzo Grazioli, nelle stanze che erano abitazione romana e ufficio politico del fondatore.
Si discute di svolta liberale e di liberalizzazioni e lui, Occhiuto, dissimula: «È stato detto che oggi nasce una corrente. Non è così. Questa vuole essere una scossa».
licia ronzulli - fabio roscioli
L'accordo per l'intervista, però, è di spingersi oltre le necessarie accortezze retoriche e politiche di un'iniziativa pubblica. Ed è qui che emergono, definendosi, le ambizioni di Occhiuto.
In tutto il suo intervento ha citato tre volte la premier Giorgia Meloni e mai Tajani.
«Non volevo che la mia iniziativa fosse qualificata come una corrente. Premetto che a Tajani va la riconoscenza mia e di tutti, perché ha guidato Forza Italia nel momento peggiore della sua storia, dopo la scomparsa di Berlusconi.
L'obiettivo però resta di arrivare almeno al 20 %. Noi lo condividiamo e siamo qui per impegnarci, perché al momento il partito galleggia attorno all'8%. Per questo ho parlato di scossa liberale».
claudio lotito rita dalla chiesa (7)
Tajani ha detto che a breve ci sarà il congresso e che correrà di nuovo per la segreteria. Lei si candida?
«A prescindere se io mi candiderò o meno, dobbiamo usare il tempo che ci separa dal congresso per proporre un profilo più smart, moderno e aperto del partito, riattualizzando il progetto di Berlusconi».
Ci sta girando intorno.
«Aprire il partito, questo è l'obiettivo. Ho dimostrato che il coraggio non mi difetta. Sono pronto, se necessario».
Tra i tanti presenti c'erano il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, il viceministro Francesco Paolo Sisto e Manlio Messina, che ha rotto con FdI. Assenti tutti i parlamentari più vicini a Tajani. Le è dispiaciuto?
«Un po' sì. Se avessero partecipato la polemica sulla presunta corrente e sul futuro del partito non ci sarebbe stata»
Recentemente ha incontrato Marina Berlusconi, c'è lei dietro la sua iniziativa?
«Assolutamente no: l'ho organizzata in autonomia. Certo, gliene ho parlato. Incontro e sento spesso Marina Berlusconi, ma questa iniziativa nasce sotto la mia responsabilità».
La incontra e la sente spesso perché stanno puntando su di lei per il futuro?
«Nessun endorsement. I fratelli Berlusconi desiderano che la creatura a cui il loro papà teneva possa godere della migliore salute possibile»
Pier Silvio è stato chiaro: FI deve rinnovarsi, nelle forze, nelle facce, nelle idee.
«Va fatto quello che fece Berlusconi: aprire il partito a esperienze diverse, cercando il nuovo non solo tra i dirigenti dei territori, ma anche fuori dalla politica. Credo che parte del loro auspicio sia questo».
Sfrattando Tajani?
«No. Sarebbe un piano poco ambizioso se si limitasse alla sostituzione del leader».
E se scendesse in campo Pier Silvio?
«Sarebbe bello per gli italiani ci fosse un Berlusconi da votare di nuovo. Solo il suo nome apre un immaginario. Ma non mi pare ci sia l'intenzione. Detto questo, qualunque cosa dicano i Berlusconi suscita una grandissima attenzione. Non è banale».
Mentre lei parlava, Giorgia Meloni interveniva alla Camera. Cosa ha sbagliato in tre anni di governo la premier?
«Sul fronte internazionale ha stupito tutti: è diventata la leader europea più autorevole».
Meno su quello interno?
«La domanda da farsi è: al centrodestra basta Meloni? Bisogna rafforzare l'ala liberale della coalizione. Gli ingredienti per spingere sulle riforme, liberalizzare e modernizzare il Paese sono tanti».
MARINA E PIER SILVIO BERLUSCONI
Ho sentito parlare di diritti civili, eutanasia, cittadinanza agli immigrati, di portare più migranti per le imprese, di lotta alle corporazioni. Come fa a convivere con Meloni e Matteo Salvini?
«Perché siamo la colonna liberale. In Italia abbiamo la cattiva abitudine di pensare che il significato di destra e sinistra sia scritto sulla pietra. I miei figli di 19 e 23 anni considerano centrodestra iperconservatore. Su alcuni argomenti bisogna osare, va presa la ricetta liberale e aggiornata ai tempi. Ci sono cose che non ti fanno prendere voti subito, ma ti modificano il profilo e ti rendono sexy. Per esempio, a me ha colpito la vittoria di Mamdani a New York…»
(...)
augusta iannini andrea ruggieri
«Mamdani è lontanissimo da me per cultura politica, ma che un musulmano, figlio di un'indiana e di un ugandese sia diventato sindaco della più importante città del mondo fa riflettere. È un modello di inclusione che hanno inventato gli Stati Uniti? No. Lo abbiamo inventato noi con l'impero romano.
E dunque va bene che il governo combatta in tutti i modi i trafficanti di morte e usi tolleranza zero con i migranti che delinquono ma bisogna anche contrastare l'inverno demografico dell'Italia. Gli imprenditori chiedono più migranti. Che facciamo? Io in Calabria sto valutando di portare i centri per l'impiego in Tunisia».
Ma è alleato con FdI che parla di sostituzione etnica.
«E io sono il vicesegretario del partito che aveva come leader Berlusconi che si è commosso davanti al cadavere di una bambina a Lampedusa».
(...)
ROBERTO OCCHIUTO IN VERSIONE SANDOKAN
Lei è sotto inchiesta per corruzione. Non pensa sia inopportuno rilanciarsi sul piano nazionale con questo peso?
«Non mi sono fatto condizionare prima e non lo faccio ora. Ho l'assoluta certezza di non aver commesso reati. In un Paese civile la magistratura fa il suo lavoro, e la politica – mentre le indagini vanno avanti - il proprio: questo è il cuore del garantismo. Il motivo per cui mi sono ricandidato in Calabria e ho vinto».
Berlusconi è stato accusato di aver usato la politica per sfuggire ai magistrati.
«Ero già deputato e in tanti anni di politica non avevo mai ricevuto un avviso di garanzia».
Politica estera: Donald Trump.
«Non è il mio ideale politico ma nemmeno un nemico da liquidare: è il presidente di un pilastro dell'Occidente. Restiamo alleati degli Usa senza per questo idolatrare Trump».
I messaggi d'amore tra Salvini e il Cremlino.
«Salvini sta dimostrando una certa coerenza, nonostante i fatti della storia, e cioè l'invasione dell'Ucraina, dovrebbero metterla in dubbio».
ROBERTO OCCHIUTO CON TILMAN FERTITTA
roberto occhiuto matilde siracusano
roberto occhiuto
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roberto occhiuto federica cerruti renato massoncini andrea ruggieri
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alessandra viero
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