POSTA IN ENTRATA – FISCHIA IL FISCO: “SOSTENERE CHE EQUITALIA FA DA “POLIZIA FISCALE” E DEFINIRE COLORO I QUALI NON HANNO PAGATO I PROPRI DEBITI CON IL FISCO “TARTASSATI DA EQUITALIA” VUOL DIRE CONTINUARE A GIUSTIFICARE L’EVASIONE IN ITALIA, PUR CONSAPEVOLI CHE I NUMERI SONO DA CAPOGIRO, ESSENDO STIMATA IN 120 MILIARDI DI EURO L’ANNO” - LA REPLICA ALL'ARTICOLO DI OGGI DEL ‘GIORNALE’ E RIPRESO DA DAGOSPIA...

Riceviamo e pubblichiamo:

Caro D'Agostino,
ti invio di seguito, con preghiera di pubblicazione, la replica all'articolo di oggi del Giornale e ripreso da Dagospia.
Cordiali saluti

Giovanni Lombardo
Responsabile Relazioni Esterne di Equitalia

Alla c.a. del dott. Alessandro Sallusti
Direttore responsabile de Il Giornale
p.c. a Paolo Bracalini


Gentile Direttore,

non possiamo che respingere le accuse che ci sono rivolte nell'articolo pubblicato il 5 gennaio "I tartassati da Equitalia. Schiacciati da interessi e ansia di perdere tutto" a firma di Paolo Bracalini. Articoli come questo, basato su informazioni errate e notizie prive di fondamento, si inseriscono a pieno titolo all'interno della campagna denigratoria in corso che contribuisce ad alimentare un ingiusto e preoccupante clima di tensione nei confronti di Equitalia.

Sostenere che Equitalia fa da "polizia fiscale" e definire coloro i quali non hanno pagato i propri debiti con il fisco "tartassati da Equitalia" vuol dire continuare a giustificare l'evasione in Italia, pur consapevoli che i numeri sono da capogiro, essendo stimata in 120 miliardi di euro l'anno. Non possiamo stabilire a monte quali sono i cittadini onesti ma in difficoltà e quali gli evasori in malafede. I contribuenti che vogliono mettersi in regola con il fisco sanno, però, che il nostro personale è sempre a disposizione, pronto a riceverli per concordare un piano di rientro.

Nel caso in cui si riscontrino difficoltà oggettive da parte del contribuente ovviamente si cerca di andargli incontro, ma sempre nel perimetro della legge, visto che Equitalia riscuote somme di denaro che non le appartengono, ma che sono degli enti pubblici creditori. La rateazione è l'emblema di tale disponibilità, visto che sono state già concesse un milione e mezzo per un carico di 19 miliardi di euro dilazionati.

Gli esempi riportati nell'articolo, su cui più volte abbiamo dato spiegazioni sui media, sono usati in modo strumentale e dimostrano superficialità e scarsa professionalità nell'affrontare l'argomento. Sarebbe bastato contattare Equitalia per verificare la correttezza dei fatti riportati, tuttavia si è preferito speculare sul solo nome della società.

Allora è bene chiarire nuovamente le questioni sollevate.

Equitalia è nata per rendere efficiente il sistema della riscossione, migliorando il rapporto con i cittadini e una delle azioni intraprese negli ultimi anni di concerto con associazioni professionali e dei consumatori è stata proprio quella di uniformare la documentazione su tutto il territorio nazionale e rendere la cartella di pagamento più chiara e semplice rispetto al passato ("venti pagine di cui non si capisce nulla").

È spiacevole poi notare come le storie vengano riportate senza l'epilogo, dimenticando proprio la parte in cui Equitalia ha risolto la situazione.

Non appena siamo venuti a conoscenza della vicenda della famiglia di Genova, per esempio, abbiamo provveduto a bloccare l'asta e a concedere la rateazione del debito a 6 anni. Abbiamo cancellato poi l'ipoteca sull'immobile e concesso una nuova rateazione anche per cartelle successive. Abbiamo fatto tutto il possibile all'interno di quanto ci è permesso e nonostante ciò si continua a denigrare il nostro operato.

Infine, riteniamo di cattivo gusto oltre che del tutto strumentale richiamare il caso di un signore indebitato con il fisco e prematuramente scomparso. Il caso è ben noto a Equitalia, ma non c'è mai stato nei confronti della famiglia alcun atteggiamento vessatorio. E ciò è tanto vero dimostrato dal fatto che non ci sono ipoteche, pignoramenti o vendite di immobili attivati da Equitalia, nonostante il persistere del debito.


Distinti saluti.

Roma, 5 gennaio 2012

Relazioni Esterne Equitalia

 

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