renzi pinocchio

LE BALLE DI PINOCCHIO RENZI - BELPIETRO: “SE SI SOMMA CIÒ CHE IL GOVERNO HA ANNUNCIATO NEGLI ULTIMI DIECI GIORNI, DALLA BANDA LARGA ALLE INFRASTRUTTURE, SI ARRIVA A UN CONTO DI CIRCA 170-180 MILIARDI. DOVE TROVA RENZI TUTTI QUESTI SOLDI?”

MAURIZIO 
BELPIETRO
MAURIZIO BELPIETRO

Maurizio Belpietro per "Libero quotidiano"

 

Non passa giorno che il governo non prometta qualcosa. Alla ricerca del consenso perduto Matteo Renzi annuncia regali a tutti. Sembra di vedere quei venditori di paese che sulle piazze dei mercati urlavano: «Venghino, signore e signori», cercando di attirare clienti e di vendere ogni tipo di mercanzia.

 

Si è iniziato con l'Imu, che in puro stile berlusconiano il premier ha detto di voler abolire per quanto riguarda la prima casa, mettendoci in sovrappiù anche un taglio dell' Ires e uno dell' Irap. Qualche giorno dopo è stata la volta del Sud. Il presidente del Consiglio ha messo sul tavolo della redazione di Repubblica 100 miliardi tondi tondi per il Mezzogiorno.

 

E al giornale debenedettiano - ma anche al Corriere della Sera - hanno abboccato inghiottendo l' amo lanciato da Palazzo Chigi, titolando e dibattendo di incentivi come se questi ci fossero davvero e non fossero parole scritte sul giornale e nulla più. Domenica è stata la volta di porti, aeroporti e infrastrutture varie.

matteo renzi pier carlo padoanmatteo renzi pier carlo padoan

 

Questa volta a promettere è stato il ministro dei lavori pubblici Graziano Del Rio, il quale a Repubblica ha giurato che ha nel cassetto pronti per essere spesi 15 miliardi di euro per modernizzare tutto ciò che c' è da modernizzare.

 

Ieri, di nuovo il quotidiano diretto da Ezio Mauro dava conto di altri regali: 12 miliardi da spendere sulla banda larga, ossia sulla rete che dovrebbe consentire alle famiglie italiane di avere dati ultraveloci: a cosa serva poter disporre di internet alla velocità della luce quando non si dispone di un lavoro che consenta di pagare la bolletta a Tim o a Vodafone è un dettaglio, ciò che conta è promettere.

 

renzi nardella malago' delrio  renzi nardella malago' delrio

Infine, proprio per non farsi mancare niente, sempre ieri, dalle pagine dell' altro giornale ultrarenziano - quel Corriere della Sera che solo domenica ha scoperto la questione meridionale, sostenendo il piano del governo per rilanciare il Sud e ripetendo cose che si conoscono da una vita, come l' incapacità della classe dirigente del Mezzogiorno e la cronica mancanza di piani per rilanciare il turismo.

 

Ecco l'annuncio di un prossimo intervento per consentire ai cinquantenni di andare in pensione, a patto di rinunciare a un tre per cento dell' assegno previdenziale per ogni anno anticipato rispetto ai famosi 67 anni previsti per legge. Non solo.

 

Per evitare che qualcuno rimanga a bocca asciutta e non riceva doni, ecco anche il piano per dare ai cinquantacinquenni rimasti senza lavoro un assegno di cittadinanza, ossia un sussidio che eviti il loro scivolamento verso la povertà.

 

matteo renzi graziano delriomatteo renzi graziano delrio

Ovviamente ogni singola promessa è buona e utile. Come si fa a dire no a un piano di investimenti che ci sottragga al terzo mondo nel ramo infrastrutture? Chiunque di noi quando viaggia tocca con mano il ritardo dei nostri aeroporti e delle nostre stazioni o della rete autostradale.

 

Dunque ben vengano fondi che consentano di migliorare viabilità e circolazione. E bene accetti sono pure i tagli delle tasse, sulla casa e non solo. Così pure non si può che applaudire ai 12 miliardi per la banda larga, mentre un po' meno applaudiamo ai 100 miliardi destinati al Sud, visto che siamo a conoscenza di come sono stati spesi i tanti altri messi a disposizione nel passato. Che dire poi della pensione anticipata?

 

DisoccupatiDisoccupati

Dopo il caos creato da Elsa Fornero con la sua riforma previdenziale e dopo i pasticci combinati con gli esodati, ossia con i lavoratori mandati a casa senza essere mandati in pensione, un po' di buon senso non guasterebbe, soprattutto se questo non significasse allargare le maglie fino a creare una nuova categoria di baby-pensionati.

 

Siamo un po' meno d' accordo con l' assegno di cittadinanza per gli ultracinquantenni che hanno perso il lavoro, non perché ci piaccia lasciare nella disperazione la categoria, ma in quanto all' assegno di mantenimento preferiremmo un assegno vero, dato da un posto di lavoro vero, se no si rischia di creare altre categorie tipo quella dei lavori socialmente utili, posti virtuali pagati con soldi che virtuali non sono.

 

E qui arriviamo all' unico punto che non ci è chiaro in tutto questo promettere. Va tutto bene o quasi. Ottimo sostenere il rinnovamento di porti e aeroporti, la banda larga e il Meridione, il taglio delle tasse e le pensioni anticipate, il sussidio ai disoccupati e così via. Ma se si somma ciò che il governo ha annunciato negli ultimi dieci giorni si arriva a un conto di circa 170-180 miliardi, che non sono noccioline.

DisoccupatiDisoccupati

 

Avanza legittima dunque una domandina: dove trova Renzi tutti questi soldi? Ha scoperto negli scantinati di Palazzo Chigi un tesoro di cui noi non sappiamo nulla? Oppure ha intenzione di indebitarci ancora di più? L' interrogativo si pone anche in seguito alla lettura degli ultimi dati sul bilancio dello Stato, che non è messo a dieta come anticipato dal governo, ma continua a spendere e spandere.

 

A fronte di una riduzione degli interessi pagati sul debito, la spesa pubblica salirà secondo le cifre fornite dalla Ragioneria dello Stato di circa 5-6 miliardi anche nel prossimo anno e cresce per gli aumenti delle spese ministeriali (in particolare gli stipendi), per l' assistenza agli immigrati e altro. Insomma, le uscite crescono, le promesse anche, la sola cosa che non vola come il resto è la fiducia nel premier.

 

DISOCCUPATIDISOCCUPATI

Dunque, non sarebbe ora di fare un' operazione verità è raccontarci come stanno le cose, quali interventi sono possibili e quali solo fuffa? È vero che l' Italia è in vacanza, ma ad oggi gli italiani non hanno mandato in vacanza il cervello. Anzi.

 

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…