LA QUARESIMA DEL FORMIGA - AYALA VS INGROIA: “SOLO TU NON TI SEI ACCORTO DELLE BUFALE DI CIANCIMINO” - BENEFIT MA NON TROPPO PER GLI EX PRESIDENTI DEL SENATO - I CARABINIERI CONTRO I TAGLI DI MONTI: “ABBIAMO GIÀ DATO” - STADERINI RADICALMENTE GIALLOROSSO - FARÒ CAUSA AI BOYSCOUT! PAROLA DI LU(SI)PETTO - LA DURA VITA DELL’EX MINISTRO DELLA CULTURA, GALAN: “NON FACCIO UN CAZZO!” - MARTONE APPLAUDE L’ATTRICE “SFIGATA” GERMANI (SUA EX ALLIEVA LAUREATA A 35 ANNI) - CALABRÒ SOTTO IL FUOCO DEI SINDACATI: STIPENDI D’ORO ALL’AGCOM…

da "Panorama"

1 - VIA I BENEFIT SVELATI DA PANORAMA...
Due stanze a Palazzo Madama e sei collaboratori (incluso un «assistente messicano» di Carlo Scognamiglio) per una spesa di 2 milioni di euro l'anno. Questi alcuni dei benefit degli ex presidenti del Senato, svelati da Panorama che aveva sollecitato un intervento per tagliare i privilegi della «casta». E proprio su iniziativa del presidente Renato Schifani il Senato ha ridotto i benefit agli ex presidenti: la disponibilità di mezzi e personale non sarà più a vita, ma varrà solo per la durata di due legislature dopo la cessazione dalla carica.

2 - L'ARMA METTE LE MANI AVANTI...
In tempi di tagli si cerca di subire pochi danni. È il caso dei carabinieri, il cui comandante, Leonardo Gallitelli, all'inaugurazione dell'anno accademico della scuola ufficiali, ha mandato un messaggio al presidente del Consiglio Mario Monti, presente: ridotti automezzi, elicotteri e motovedette e solo il 3,3 per cento degli uomini in ufficio. «Ben sotto il 10 per cento indicato dalle leggi finanziarie quale obiettivo delle pubbliche amministrazioni» ha scandito Gallitelli guardando Monti. Insomma, abbiamo già dato. (S.V.)

3 - AZIONI GIALLOROSSE PER STADERINI...
Altre cifre rispetto agli 11 milioni di euro su cui può contare Mario Monti tra fondi azionari e obbligazionari e ai quasi 9 milioni di depositi dichiarati da Corrado Passera, ma gli investimenti di Mario Staderini sono frutto della sua fede giallorossa. Il segretario dei radicali italiani, infatti, sul sito del partito, dove le situazioni patrimoniali dei radicali eletti sono online da tempo, si dichiara unicamente proprietario di 850 azioni As Roma spa. Per un valore di 584 euro. (C.M.)

4 - COSÌ LUSI FECE CAUSA AI BOY SCOUT...
Regola numero 8: «Lo scout sorride e fischietta in tutte le difficoltà». Eppure fischiettano poco sia gli scout al governo, come Corrado Passera, sia quelli in Parlamento, come Marco Calgaro dell'Udc o i pd Jean Leonard Touadi, Giovanni Bachelet, Giuseppe Fioroni e Marco Minniti; pure Giovanna Melandri e Roberta Pinotti sono un po' offese. Colpa di Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita ma anche, e soprattutto, ex boy scout. Riassume Calgaro, già lupetto a Torino: «Ha tradito i nostri valori fondamentali: onestà e lealtà».

Perciò grande è il malcontento nei forum scoutistici ed enorme è l'imbarazzo dell'Agesci, di cui Lusi, dal 1990 al 1994, è stato pure un dipendente. Ma il rapporto si è chiuso malamente: come segretario del comitato centrale, Lusi ha fatto causa per farsi pagare dall'associazione, che vive di volontariato, gli straordinari domenicali e festivi. Con tanti saluti alla regola numero 2: «Lo scout è fedele alla patria e ai datori di lavoro». (L.M.)

5 - LA QUARESIMA DI FORMIGONI: PIÙ PREGHIERA, MENO POLITICA...
Niente gite fuori porta per il primo weekend di sole a Milano: Roberto Formigoni ha preferito il ritiro quaresimale di Riva del Garda dei Memores Domini, dei quali fa ancora parte. Il governatore della Lombardia è uno degli «adulti» di Cl che sposano la dedizione totale a Dio e si consacrano con i voti di castità, povertà, obbedienza e vita in comune. Perciò Formigoni ha scelto la preghiera alla vigilia del congresso milanese del Pdl.

6 - AYALA VS INGROIA: NUOVO ROUND...
Le affermazioni di massimo Ciancimino, figlio di don Vito? «Il sapore della "bufala" viene percepito anche dai palati meno esigenti». non ci è andato leggero Giuseppe Ayala nel suo ultimo libro Troppe coincidenze (mondadori). Una zampata del vecchio leone dell'antimafia, che fu pubblico ministero al maxiprocesso, al più giovane antonio Ingroia,
il pm palermitano del quale Ciancimino è stato a lungo un protégé. (B.S.)

7 - NAPOLI RICORDA IL SINDACO PICARDI...
Partenope ancora in lutto per la scomparsa a 83 anni dell'ex sindaco psdi Franco Picardi. «Commosso» si dice in un telegramma Giorgio Napolitano, che scrive: «Ha fatto tanto per Napoli». Dal Pdl al Pd, dai Verdi all'Udc, viene ricordato come un galantuomo. Mentre il sindaco Luigi De Magistris ha avviato la procedura per intitolargli una strada, derogando alla regola dei 10 anni dalla morte.

9 - CAMERA NASCOSTA...
Giancarlo Mazzuca, parlamentare Pdl

Le grucce di Giachetti
Lo chiamano l'uomo con le grucce. O, meglio ancora, l'Enrico Toti di Montecitorio. Nel giro di un anno, Roberto Giachetti (pd) si è strappato due volte i legamenti del ginocchio. Ovviamente di sinistra. Questa volta cadendo in aula. Gli chiedo se sia stato lo sgambetto di un collega. Risponde: «Solo una spinta involontaria». Sarà...

Cincinnato Galan
Alla buvette appare l'ex ministro della Cultura, Giancarlo Galan. Come se la passa? Gli scappa: «Non faccio un...!». Poi si corregge: «Agricoltore». E aggiunge di avere vinto il derby veneto con Maurizio Sacconi ai congressi del Pdl. Non ha nostalgia di Roma, semmai rimpiange i fasti di governatore.

Guido come le foglie
Guido Crosetto (pdl) si piega un po' al guardaroba. Mi stupisco perché il deputato torinese tiene alla sua mole. Che succede? Lancia uno sguardo triste da cagnone affamato
(è in cura dimagrante) e si mette a recitare: «Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie...».

10 - GERMANI «SFIGATA» SI È LAUREATA CON MARTONE...
Michel Martone applaude convinto Gabriella Germani, alla prima di «Basta con le solite facce!». Anche quando l'attrice comica fa satira politica sul governo Monti ed Elsa Fornero che, con il debutto alle lacrime, «si porta avanti con il lavoro». Il viceministro del Lavoro, nelle prime file al Teatro dei Satiri di Roma, è un fan della sua ex allieva. Che non è affatto «sfigata», anche se ha discusso la tesi in giurisprudenza con Martone alla bella età di 35 anni. Una di quei laureati over 28 criticati dal giovane viceministro, tra tante polemiche. (A.M.G.)

11 - VENDETTE E VELENI ALLA CORTE DI CALABRÃ’...
Stefano Caviglia
Un paradosso del genere il presidente dell'Autorità per le comunicazioni, Corrado Calabrò, forse non se l'aspettava: dopo sette anni passati a decidere su temi incandescenti per la politica e l'economia, gli attacchi più pesanti li riceve in questi ultimi mesi di mandato dai sindacati per questioni di gestione interna.

Assunzioni, promozioni e altre cose del genere. L'ultimo è di pochi giorni fa, con l'uscita sui giornali della notizia di un esposto alla Corte dei conti di due sigle sindacali che lo accusano di avere chiamato con troppa disinvoltura dirigenti da altre amministrazioni e di pagare loro stipendi troppo generosi.

Ma si tratta, appunto, solo dell'ultimo episodio di una lunga guerra, perché il presidente dell'Agcom e i suoi sindacati (con l'eccezione della Cgil, che si è tenuta finora fuori dallo scontro) sono ai ferri corti da almeno tre anni. I rapporti si fecero tesi una prima volta nel 2009, quando il consiglio rifiutò l'adeguamento automatico degli stipendi, e più ancora nel 2010, quando si decise di applicare all'autorità la riforma Brunetta che esclu- de competenze dei sindacati in fatto di carriere, concorsi e organizzazione degli uffici nella pubblica amministrazione.

«I nostri sindacati» spiega Calabrò a Panorama «sostennero subito che quella legge non fosse da applicare alle autorità, ma il Consiglio di Stato prima e i tribunali di Roma e Napoli poi hanno dato ragione a noi e torto a loro. Da quel momento ogni occasione è buona per attaccarmi». E poiché nell'autorità, su un personale di 350 persone, ci sono cinque sigle sindacali diverse, ciascuna delle quali ha un direttivo di quattro o cinque componenti, la potenza di fuoco è alta.

L'interrogativo, insomma, è se dietro questa denuncia di presunti privilegi non si nasconda una difesa di privilegi reali. Qualche dubbio effettivamente viene, considerando che gli stipendi pagati in Agcom sono fra il 50 e il 100 per cento più alti di quelli del resto della pubblica amministrazione e le prospettive di carriera (grazie alla norma che riserva agli interni metà dei posti messi a concorso) di gran lunga migliori di qualunque
impiego privato.

 

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