DOLCE STIL MONTI - LA SONDAGGISTA DEL BANANA, ALESSANDRA GHISLERI, PROMUOVE I MODI CURIALI DI RIGOR MONTIS IN TV: “E’ UN OTTIMO GESUITA. RISPONDE SENZA DARE RISPOSTE IMPEGNATIVE E NON SPAVENTA L’OPINIONE PUBBLICA. BERLUSCONI NON DOVREBBE SOTTOVALUTARLO” - RICCARDO BOCCA: “PER QUANTO POSSA SEMBRARE ASSURDO, C'È UN PO' DI CAVALIERE IN QUESTO MONTI CHE MANTREGGIA UNA LITANIA IMPLACABILE, E FRENA SOLTANTO QUANDO L'INTERLOCUTORE È STESO, SUONATO DAL BOMBARDAMENTO DELLA CANTILENA”…

1 - ALESSANDRA GHISLERI SU MARIO MONTI: "E' UN OTTIMO GESUITA"
Mario Ajello per "il Messaggero"

«Un ottimo gesuita». Questo il giudizio di Alessandra Ghisleri, sondaggista prediletta di Berlusconi e titolare di Euromedia Research, su Monti intervistato da Fabio Fazio a RaiTre.

Ghisleri, le è piaciuto il premier comunicatore?
«E' andato bene. Non mi ero mai accorta che fosse così gesuitico nel suo atteggiamento verbale e anche fisico. Del resto, Monti ha studiato al collegio dei gesuiti Leone XIII a Milano».

In che cosa consiste il gesuitismo televisivo del professore?
«Nella maniera in cui, alle domande di Fazio, è riuscito a rispondere senza dare una risposta impegnativa. Così, non ha spaventato l'opinione pubblica e ha mantenuto uno stile conciliante».

Promosso a pieni voti?
«Corrado Passera, nella stessa trasmissione, è stato più televisivo di lui. Più brillante e più empatico».

Ha perso o guadagnato consensi il premier, dopo la performance di ieri sera?
«Credo che resti stabile. Le continue elusioni alle risposte vere hanno trasmesso il senso di una conciliante situazione di stallo».

Che cosa le è piaciuto di più?
«La difesa della ricchezza meritoria. Si sta diffondendo un pregiudizio, quello secondo cui chiunque abbia denaro o macchine sfarzose o trascorra belle vacanze non meriti queste cose e le faccia sulle spalle degli altri o addirittura rubando. Non è sempre così. E il premier ha difeso benissimo il valore della ricchezza accumulata sulla base del merito e della concorrenza».

Fazio sembrava indispettito di fronte a risposte poco nette.
«Semmai, deluso. Avrebbe voluto annunci e invece Monti è riuscito a imporre la sua comunicazione. Abbassava lo sguardo, come per raccogliersi nel pensiero, prima di parlare. In tivvù invece devi dare risposte secche e immediate».

Voto?
«Sette».

Berlusconi si deve preoccupare di fronte a questo premier comunicatore?
«No. Ma non deve sottovalutarlo».

2- RADIOGRAFIA DI UN PREMIER
Riccardo Bocca per "Espresso.it"

«Berlusconi, Berlusconi, Berlusconi, Berlusconi, Berlusconi, Berlusconi, Berlusconi, Berlusconi, Berlusconi...». Uno se lo deve ripetere una, dieci, cento volte prima di esprimersi sul primo ministro Mario Monti e sulle sue uscite televisive.

Non va dimenticato che usciamo dall'inferno, dalle fiamme dello sconcerto per la perdita di una qualunque regola o valore condiviso. Una galera in cui per niente al mondo vorremmo ritrovarci, e che appunto per questo porta a giudicare il presente con un comprensibile esprit de generositè - scusate il milanesismo.

Anche ieri sera, osservando il premier Monti sulla poltroncina di Fabio Fazio a "Che tempo che fa", e seguendo le risposte alle domande assai istituzionali e delicate che il padrone di casa gli rivolgeva, ci siamo ritrovati ad apprezzare l'aria di educazione e pacatezza che si respirava in studio.

Poi, però, ci siamo concentrati sull'uomo Mario, sulla maniera in cui gestiva lo spazio televisionabile, e n'è uscita una scomposizione cubista che parte dalla testa del signor Monti e arriva al cuore della persona. Eccone una veloce sintesi:

LO SGUARDO
Monti non guarda, e nemmeno scruta. Fissa spesso un vuoto che invece è pieno, di cosa non è dato sapersi, e questa scelta fintamente autistica lo tutela dall'altrui investigazione. In uno slancio di superficialità si potrebbe azzardare un tripudio di modestia, ma è vero invece l'esatto opposto: cioè la convinzione che l'Altro sia un inconveniente, un rischio a volte, o comunque un elemento da schedare e tenere bene sotto controllo.

LE MANI
Monti ha mani delicate, tipiche di chi ha sfogliato libri e non manovrato frese. Le muove con lo spirito del direttore d'orchestra, che cerca di addomesticare l'aria al ritmo della sua musica. In apparenza fragili, tanto fragili anche per la nobile età, rappresentano invece il potere di chi non ha bisogno di esibire i muscoli. Ci pensano i giannizzeri, a menarle per aria, mentre il titolare delle dieci dita resta sempre con la fedina umana pulita.

L'ABITO
Quello di Monti, in effetti, fa il monaco. Tradizionale, apprezzabile, è quello che ciascuno di noi immagina per l'ultimo e poco gradito viaggio. A supportare questa interpretazione, c'è anche il colore della cravatta ultraseta che sfoggiava il premier: azzurro cielo. Appena appena più tenue dell'azzurro Forza Italia.

IL SARCASMO
Monti ne esibisce un modello esemplare, devastante perché in contrasto con la confezione che lo racchiude. Un esempio per tutti, ieri sera, era rivolto al povero Silvio che -è probabile- seguiva lo show dal suo monolocale di Arcore: «Le politiche serie richiedono riflessioni che durino più di uno o due secondi», ha infatti detto Monti. Della serie: non ti nomino, ma ti massacro.

I DENTI
Monti li ha sgangherati, allegramente cresciuti con traiettorie dissimili, come una volta accadeva anche nelle migliori famiglie. Certo è difficile realizzarlo, perché i sorrisi sono perle tanto rare quanto preziose. Ma resta il fatto che questa imperfezione esplicita, nel fulcro della faccia, ricorda a tutti che il signore in questione è anziano, figlio di un tempo andato che non ci vuole abbandonare: anzi, ci dovrebbe, sulla carta, salvare dallo sfascio.

L'AUTOREVOLEZZA
Quella di Monti è assoluta, evidente e incancellabile. Che in teoria è un elemento forte, e rassicurante, ma in realtà un pochino inquieta. Gli interlocutori italiani, giornalisti e non, si rivolgono al professorone con le prudenze dell'allievo verso chi lo sta per esaminare. Per cui non è impossibile che un giorno, magari domani, il premier stabilisca d'invertire il senso delle autostrade, per un validissimo e insindacabile motivo; e che malgrado le centinaia di incidenti provocati da questa scelta improvvisa, si presenti in tv per definire la svolta come un sacrificio improrogabile. E dunque giustissimo.

LA VOCE
Monti non parla, mantreggia. Attacca con una litania implacabile, e frena soltanto quando l'interlocutore è steso, suonato dal bombardamento della cantilena. Per quanto possa sembrare assurdo, e per quanto le modalità siano diametralmente opposte, c'è un po' di Cavaliere in questo ossesso comunicativo. La vanità non manca, in nessuno dei due personaggi: come anche l'inconsapevolezza che, dopo i primi minuti, ascoltarli è un lavoro.

LA POSTURA
Quella di Monti, da seduto, è ingannevole. Apparentemente arretrato, il premier in realtà punta la preda per infiocinarla con lingua pitonesca. A dir poco statico, il premier visto da Fazio non ha modificato in nulla il suo consueto approccio, lasciando alle parole il compito di deflagrare in scena. E come sempre quando c'è un'esplosione, segue una scia di morti e feriti.
Gli italiani sono avvertiti. Gli stranieri, pure.

 

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