trump putin

“THE DONALD” FANTOCCIO DI PUTIN? - BERNARD HENRY LEVY: “I LEGAMI DI TRUMP CON LA RUSSIA SONO STRETTI E RISALGONO AGLI ANNI 2000, QUANDO IL TYCOON, FINITO NELLA BLACKLIST DELLE BANCHE USA, SI RIVOLSE A INVESTITORI RUSSI PER FINANZIARE I SUOI PROGETTI A TORONTO, SOHO O PANAMA”

Articolo di Bernard Henry Levy pubblicato dal “Corriere della Sera” - (traduzione di Enrico Del Sero)

 

Bernard Henry LevyBernard Henry Levy

Il problema, se Donald Trump venisse eletto, sarebbe certamente la sua immensa volgarità (l'America ne ha viste tante, ma non ancora un presidente che allude alle dimensioni del suo pene nel corso di un dibattito televisivo). Sarebbe il suo odio patologico nei confronti delle donne (non raccomandò forse, a suo tempo, in una conversazione con l'architetto Philip Johnson riportata dal New York Magazine , di «trattarle come la merda»? E non ha appena detto di considerarle, quando hanno il volto di una giornalista che lo urta, come creature ripugnanti che «perdono sangue da tutte le parti»?).

 

HILLARY TRUMP PUTINHILLARY TRUMP PUTIN

Sarebbe il razzismo sfrenato, senza pudore, che ispira a quest'uomo - il quale, secondo la prima moglie, citata da Vanity Fair, era solito tenere una raccolta di discorsi di Hitler sul comodino - le sue uscite contro i Neri (inevitabilmente «pigri»), gli ispanici (generalmente «stupratori») o i musulmani (necessariamente «informati», dunque colpevoli, delle stragi di Orlando e di San Bernardino).

 

TRUMPTRUMP

Sarebbe l'antisemitismo, appena più misurato, che affiora da quella battuta conviviale (The Washington Post , 20 luglio 2015) sul fatto che gli unici a poter gestire il suo denaro sono gli «uomini con la kippah»; da quel tweet insistente (24 aprile 2013) sulle origini ebraiche del giornalista Jon Stewart; o da quell'invettiva lanciata, nel dicembre 2015, alla Republican Jewish Coalition : «Non mi sosterrete perché non voglio i vostri soldi!».

arkadij rotenberg   putin 1arkadij rotenberg putin 1

 

E non parlo neppure della crassa ignoranza politica di chi dimostra di non conoscere, in un dibattito interno al suo partito, il numero di articoli della Costituzione americana o il significato, a pochi giorni dal voto, della parola Brexit...Perché il peggio del peggio, il problema più grave e l'handicap più preoccupante per un uomo che aspira a diventare il capo della prima potenza mondiale, è ancora il repertorio di idee semplici, se non semplicistiche, su cui sembra basarsi la sua visione geopolitica.

 

trump 11trump 11

Così l'idea, lanciata a inizio marzo e probabilmente ispirata alla gestione dei suoi fallimenti privati, di una rinegoziazione del debito pubblico del Paese: idea non solo idiota (il governo americano, avendo il monopolio dell' emissione della valuta mondiale, non ha nulla da rinegoziare!), ma che si sarebbe rivelata, se il suo artefice fosse stato al potere, assolutamente devastante.

 

PUTIN RUSSIA SPORTPUTIN RUSSIA SPORT

Così la sua proposta, formulata in occasione del discorso d'investitura alla Convention di Cleveland, di rivedere, nel caso in cui fosse eletto, le regole di ingaggio della Nato che prevedono l'intervento automatico a sostegno di uno Stato membro della coalizione sotto attacco: nel mondo secondo Trump, la Russia potrebbe mettere in atto la minaccia, più volte ventilata, di riesaminare la legalità del processo che ha portato all' indipendenza dei Paesi Baltici; potrebbe ritoccare i confini con un vicino o lanciarsi al soccorso di una minoranza russofona «presa in ostaggio» da un altro; potrebbe invadere la Polonia e, naturalmente, l'Ucraina; potrebbe attaccar lite con il Giappone o qualunque altro alleato francese nella regione Asia-Pacifico; la risposta americana non sarebbe più né automatica né sicura.

TRUMP ACCETTA LA CANDIDATURATRUMP ACCETTA LA CANDIDATURA

 

putin   e  liudmila putin e liudmila

E poi, naturalmente, Putin, di cui il Nostro non perde occasione di lodare le qualità: è stato forse conveniente, da parte di un futuro candidato alla Casa Bianca, aver detto a Larry King che il numero uno della potenza avversaria è un «grande leader» che ha fatto un «gran lavoro» per «ricostruire» la Russia?

 

Era opportuno, nel settembre 2013, parlare di «capolavoro» a proposito dell'intervento di Putin sulla stampa americana con un articolo che ha demolito la politica statunitense in Siria? Ed era proprio necessario, nel settembre 2015, dopo due anni di quasi guerra fredda, dichiarare a Fox News che il presidente russo merita, in materia di leadership, «una tripla A»?

 

TRUMP ACCETTA LA CANDIDATURA 4TRUMP ACCETTA LA CANDIDATURA 4

La verità è che i legami personali di Donald Trump con la Russia sono molto stretti e molto antichi. Risalgono all' epoca - inizio anni 2000 - in cui Trump, finito nella blacklist delle banche americane, si rivolse a una serie di investitori russi per finanziare i suoi progetti a Toronto, Soho o Panama.

 

PUTIN YURI CHAIKAPUTIN YURI CHAIKA

E cominciano a venir fuori inchieste che descrivono tutta una galassia di influenze e interessi formatasi in quel periodo, che vede gravitare intorno all' ormai candidato, e a suo vantaggio, amministratori di Gazprom, ex lobbisti del dittatore ucraino Ianukovich o figure di spicco della criminalità organizzata. Alcuni, come Franklin Foer su Slate , arrivano a vedere in Trump il «fantoccio di Putin».

 

TRUMP ACCETTA LA CANDIDATURA 2TRUMP ACCETTA LA CANDIDATURA 2

Altri, come l'ex consigliere di Bill Clinton George Stephanopoulos, s'interrogano su possibili legami organici tra la sua campagna e il regime russo. E il New York Times dello scorso weekend è arrivato persino a domandarsi se possa esserci la mano dei servizi segreti russi dietro alla fuga di notizie che ha portato alla pubblicazione, a due giorni dalla Convention di Filadelfia che avrebbe consacrato la nomination di Hillary Clinton, di 19.252 email scambiate da alti dirigenti del Partito democratico. Sono domande inquietanti.

 

putin e figlieputin e figlie

Non è più questione di semplicismo, ma di infedeltà a quel vincolo che lega, in profondità, tutti gli americani. E a quanto pare non è più da escludere che il partito di Eisenhower e di Reagan si sia lasciato ingannare da un losco demagogo il cui stile, la cui vita e le cui convinzioni equivalgono a un tradimento non solo degli ideali, ma anche degli interessi del Paese. American vertigo.

trump conmvention 3trump conmvention 3

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)