LA VENDETTA DI CULATELLO – BERSANI TORNA E INFILZA RENZI: ‘L’ITALICUM? SULLA PARITA’ DI GENERE AL SENATO DOVRÀ ESSERE CAMBIATO, IL CAV SE NE FACCIA UNA RAGIONE’ – ULTIMATUM DEL PREMIER ALLA MINORANZA PD: ‘CHI NON LO VOTA, LO SPIEGHI FUORI’

1. LEGGE ELETTORALE, RENZI AL PD: «CHI NON LA VOTA, LO SPIEGHI FUORI»
Da ‘corriere.it'

Si avvicina il momento decisivo per l'«Italicum». Sulla nuova legge elettorale «non c'è da mantenere un patto con Berlusconi, ma un impegno che come partito abbiamo preso profondo, netto, chiaro» ha detto il premier e segretario del partito Matteo Renzi parlando all'assemblea dei deputati Pd. «Se qualcuno non vuole votare oggi, lo deve spiegare bene fuori da qui» ha aggiunto. «Vi chiedo, come Pd, di chiudere oggi o questo ricadrà su di noi», ha ammonito ancora Renzi.

«Al Senato ne riparleremo, di quote e di altro», ha assicurato. E poi, ha insistito, «chi oggi attacca la legge elettorale non ha sollevato il tema della parità di genere per la segreteria o per il governo. Se ci saranno le condizioni per discutere al Senato di parità di genere, riapriremo la discussione». Che il tema vada riaperto è invece già una certezza per Pier Luigi Bersani, predecessore di Renzi alla segreteria del partito: «Al Senato sarà necessario cambiare. Berlusconi? Se ne dovrà fare una ragione». Un'espressione, quest'ultima, utilizzata negli ultimi giorni - e ancora oggi - dallo stesso Renzi a proposito dei dubbi sulle sue azioni sollevate da sindacati e Confindustria.

Limitare il voto segreto»
Renzi poi ha espresso «marcato dissenso rispetto a chi ritiene» la legge elettorale che sta per essere approvata alla Camera incostituzionale, un rilievo avanzato nella giornata di lunedì dal relatore alla Camera, il forzista Francesco Paolo Sisto. E ha invitato ad accelerare «la riforma del regolamento della Camera» e a limitare «il ricorso al voto segreto».

L'iter delle riforme
Entro quindici giorni, ha in ogni caso puntualizzato il premier, «sarà formalizzato un atto parlamentare su Senato e Titolo V». Renzi annuncia che sarà convocata nei prossimi giorni una Direzione Pd sulle riforme costituzionali, a partire da quella del Titolo V, vale a dire l'ordinamento di Regioni, Province e Comuni a cui si legano sia il progetto di cancellazione delle Province, sia la trasformazione del Senato in una camera delle autonomie.

Il taglio dell'Irpef
Renzi ha colto anche l'occasione per replicare al presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che in una lettera a Il Corriere della Sera ha invitato il governo a non sprecare risorse con interventi a pioggia che portino pochi euro nelle buste paga e a concentrarli piuttosto sull'alleggerimento del peso fiscale per le imprese. «Per la prima volta sarà messa nelle tasche degli italiani una significativa quantità di denaro - ha sottolineato il segretario del Pd - .

Sui penultimatum di Squinzi e l'eventualità di sciopero della Comusso ce ne faremo una ragione». Nel consiglio dei ministri di mercoledì, ha spiegato ancora Renzi, sarà presentato un «disegno di legge delega sul lavoro, ad aprile saremo pronti con la riforma della Pubblica amministrazione, a maggio attueremo la delega sulla riforma fiscale, a giugno ci sarà un pacchetto di riforme sulla giustizia».


2. ITALICUM, BERSANI: OCCORRE CAMBIARE, BERLUSCONI SE NE FARÀ UNA RAGIONE

Da ‘corriere.it'
«Al Senato dovrà essere cambiato qualcosa, è emerso nel dibattito. Capisco gli accordi e che Berlusconi sia affezionato ad alcuni punti, ma dovrà farsene una ragione pure lui. Se non c'è una spinta sulle regole, alla parità di genere non ci arriveremo mai». Lo ha detto, a proposito della legge elettorale e delle polemiche sulla bocciatura degli emendamenti sulle cosiddette «quote rosa», l'ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani, intervistato da Agorà su RaiTre. La questione della parità nel meccanismo elettorale, ha poi aggiunto, «non è una tecnicalità che riguarda i collegi, ma un problema di fondo che riguarda la civiltà del Paese».

«Berlusconi al Nazareno? Io non l'avrei fatto»
Bersani ha parlato anche dell'incontro tra il Cavaliere e Renzi avvenuto nella sede del Pd al Nazareno, proprio per la messa a punto delle linee guida della nuova legge elettorale. «Se lo avessi fatto io - ha sottolineato l'ex numero uno del partito - sarebbero venute giù le cateratte, avrei avuto titoli di giornali furibondi. Ma oggi siamo in un altro clima, in un'altra fase». E sollecitato sulla possibilità che lui stesso, da segretario, avrebbe potuto trovarsi nella necessità di un confronto diretto con il leader di Forza Italia ha risposto: «Incontrare Berlusconi? Io no. Forse c'è stato un di più. Dopo di che devi parlare con tutti, va da se'. Ma questo non significa dare l'ultima parola a Berlusconi. Non c'è nessun bisogno, nemmeno dal punto di vista numerico. Bisogna metterci misura».

«Renzi fa movida»
Bersani ha poi affrontato il «nuovo corso» del Partito Democratico, iniziato con l'elezione di Renzi alla segreteria, dopo le primarie dell'8dicembre. «Qualche rischio che non si discuta più abbastanza nel partito lo vedo anche - ha commentato l'ex segretario -. Troppo facilmente si cede all'idea che destrutturare significhi avanzare, innovare». E ancora: «Bisogna capire dove si discutono le cose, nel partito, nei gruppi. Non mi andrebbe bene che non si discutesse da nessuna parte». «Quelli che do sono solo consigli - ha concluso -, adesso si vedrà che piega prende la cosa. Renzi è lì da qualche settimana. Capisco che anche per indurre un meccanismo di fiducia e di movida in questo Paese Renzi alza le aspettative, ma è una cosa che comporta dei rischi».

 

 

 

IL SALUTO TRA RENZI E BERSANI BERSANI COME GARGAMELLA bersani renzi bersani renzi BERSANI-RENZIDOPPIA FACCIA RENZI E BERSANI Silvio berlu Berlusconi

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