BILDEBERG DIETRO BEPPE GRILLO? - FRECCERO TIRA IN BALLO UNO DEI SOCI DI CASALEGGIO, ENRICO SASSOON, “LEGATO ALL’ASPEN INSTITUTE E QUINDI AL GRUPPO BILDERBERG” - SASSOON SI DIMETTE E AZZANNA: “LA TEORIA ASSUME I TONI FOSCHI DEL COMPLOTTO PLUTO-GIUDAICO-MASSONICO DI MEMORIA ZARISTA E HITLERIANA. L'ATTRIBUZIONE DI RAPPRESENTANTE DEI POTERI FORTI ORIGINA DA QUI, PER ASSUMERE CONTORNI DECISAMENTE DELIRANTI E RAZZISTI…”

VIDEO - http://www.youtube.com/watch?v=hXacmZmNuNw

1- FRECCERO SVELA
da pubblicogiornale.it

Il Movimento cinque stelle base la propria proposta politica su un assioma: la Rete internet è un media democratico grazie al quale tutti possiamo comunicare in maniera democratica e paritaria. Ma è davvero così? Ieri sera Piazzapulita su La7 ha approfondito e sviscerato la questione. I primis con una inchiesta di Alessandro Sortino (qui sopra il video) che, collegando tra loro le teorie "utopiche (e distopiche) di Gianroberto Casaleggio, la sua esperienza in marketing e di manipolazione del consenso, le recenti dichiarazioni di Giovanni Favia e la retorica di Beppe Grillo, si è chiesto se proprio il leader del movimento cinque non riesca ad utilizzare la Rete in maniera gerarchica, sfruttando la sua capacità di "influencer" a discapito dei dissidendi.

Di grande interesse anche l'intervento di Carlo Freccero, direttore di Rai4 e massimo esperto di comunicazione di massa in Italia, che ha svelato come tra i soci di Casaleggio compaia anche Enrico Sasson, manager legato all'Aspen Institute e quindi al gruppo Bilderberg. Una strana coincidenza se si pensa che lo stesso Bilderberg è indicato da "Gaia", il video di riferimento di una parte del network grillino, come emanazione dei "poteri forti" che eserciterebbero una qualche forma di influenza "occulta" sul governo del Paese.
Il ragionamento di Freccero è stata la seguente: non che questi "poteri forti" si sono costruiti anche una sorta di loro "opposizione interna" grazie a Sasson, Casaleggio e quindi Grillo?

Una provocazione certo. Ma che fa fragore proprio in quanto utilizza la tendenza al complotto molto in voga presso alcuni "seguaci" di Grillo, per ribaltarla e rilanciarla nel Campo del movimento cinque stelle. Un dibattito, comunque, su Rete, cambiamenti sociali, politica e democrazia, che meritava una prima serata in tv.

 

2-LETTERA DI ENRICO SASSOON AL CORRIERE DELLA SERA
Caro direttore,
le vicende riguardanti Beppe Grillo, il Movimento 5 Stelle e Gianroberto Casaleggio sono state ampiamente riportate dai media nei mesi passati, con una forte accelerazione nelle scorse settimane fino a oggi. Questa attenzione, di norma scarsamente informata, quasi sempre maliziosa e ostile, mi ha toccato marginalmente, ma non lievemente, in quanto socio della Casaleggio Associati. Poiché da oggi lascio la società, ritengo utile chiarirne i motivi, per evitare ulteriori distorsioni dei fatti.

I motivi sono due. Il primo riguarda la mia presenza, come socio di minoranza, nella Casaleggio Associati. I media hanno speculato in merito interpretando il mio ruolo come rappresentante di più o meno precisati «poteri forti» intenzionati a infiltrare, tramite la Casaleggio Associati, il blog di Beppe Grillo e, tramite Gianroberto Casaleggio, il movimento politico. In breve, non rappresento alcun potere forte, né in generale né nello specifico, né ritengo che alcun potere forte si senta rappresentato da me. La prova del contrario la lascio ai maliziosi interpreti che si sono finora beati nel richiamare fantasiose teorie complottistiche degne di romanzi d'appendice più che di una stampa seria e informata.

Non conosco Beppe Grillo, non ci siamo mai incontrati né scambiati telefonate, mail o sms. Non ho partecipato alla gestione del suo blog in seno alla Casaleggio Associati, dove non ho mai ricoperto cariche operative; non ho mai avuto a che fare con il Movimento 5 Stelle, con il quale intrattiene relazioni il solo Casaleggio nelle forme e nei modi da lui stesso ripetutamente chiariti anche su questo giornale. Lascio la società perché i miei interessi personali e professionali sono altrove, ma anche per spezzare il filo delle speculazioni interessate. Mi auguro che serva.

Il secondo motivo è ben più grave e si sostanzia in una valanga apparentemente inarrestabile di diffamazioni e calunnie di violenta intensità, basate su ancor più farneticanti teorie del complotto, che sono apparse e continuano ad apparire in blog e siti di diversa connotazione: da quelli di ispirazione esplicitamente nazi-fascista a quelli di tendenza diametralmente opposta (come i Meet Up di supporto a Grillo) passando per una varietà di blog e siti di varia natura che vanno dai circoli vegetariani a club politici o territoriali delle più diverse tendenze. In questi luoghi la teoria assume i toni foschi del complotto pluto-giudaico-massonico di memoria zarista e hitleriana. L'attribuzione di rappresentante dei poteri forti origina da qui, per assumere contorni decisamente deliranti e razzisti.

Dal mio cognome ebraico si è risaliti a una famiglia con lo stesso nome che operava 250 anni fa nella Compagnia delle Indie che commerciava in droghe e spezie con Cina e India: tanto basta per vedermi associato, un quarto di millennio dopo, a una «potente dinastia di narcotrafficanti». E non si parla di un pazzo isolato: sono decine i siti che riportano queste piacevolezze, associandomi volta a volta a Bilderberg, Massoneria, Mossad, Illuminati, Lobby delle multinazionali, circoli esoterici e altre amenità di questo tipo da far impallidire Dan Brown o l'Umberto Eco del «Cimitero di Praga».

La cosa è seria e va avanti da anni senza che alcuno di questi luoghi di indecenza ne sia mai stato chiamato a rispondere, sotto il profilo della controinformazione e della legge. La questione che va qui sollevata, al di là di quella strettamente personale, è quella della Rete. Luogo democratico per eccellenza, al quale chiunque può accedere per dare voce alle proprie opinioni, può diventare arena di violenza incontenibile, diffamazione incontrastabile, vera e propria delinquenza mediatica.

Il primo punto è dunque come fare in modo che si salvaguardi la libertà di opinione ed espressione con la necessaria tutela di chi, per un motivo o per l'altro, venga preso di mira con intenti diffamatori e, nel caso in specie, anche razzisti. Ma i fatti non si fermano qui, perché la teoria del complotto dei poteri forti, che va avanti in Rete da almeno quattro anni, da un paio d'anni a questa parte è stata acriticamente assunta anche dai media «ufficiali», ossia radio, televisione e carta stampata. Avevo erroneamente giudicato tutto sommato sgradevoli ma innocui quei siti e blog, prevedendone un progressivo declino in funzione della palese idiozia dei riferimenti e argomentazioni.

Mi sono dovuto ricredere quando due anni fa, nel numero 5/2010 di «MicroMega» è stato pubblicato un articolo di una ventina di pagine che riprendeva le elucubrazioni reperibili in Rete, rielaborandole in modo apparentemente neutrale e dando loro un crisma di credibilità. Da lì a filtrare nella stampa «ufficiale» il passo è stato breve. Il teorema dei poteri forti è stato da allora ossessivamente riproposto, sempre in totale assenza di verifica alla fonte, spesso senza nemmeno modificare espressioni e terminologia di altri articoli e servizi, in un trionfo di «copia e incolla». Di recente, ad esempio, ho avuto il dubbio privilegio di sentirmi associato su La7 dal direttore di Rai4 Carlo Freccero ai poteri forti e al Bilderberg, per la felicità degli ospiti presenti.

Altri, come l'ex politico Gianni De Michelis, hanno dichiarato a Radio24 che certamente dietro al successo di Grillo si ritrova la «destra americana». Decine di articoli e servizi televisivi hanno sostenuto e sostengono ogni giorno il teorema dei poteri forti dediti a infiltrare il Movimento, non si sa bene se per legittimarlo o delegittimarlo. Un'informazione distorta e malata, che impone una seria riflessione.
Enrico Sassoon

 

 

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