IL (BENE)VENTO ITALIANO SOFFIA SU NEW YORK! IL GIGANTE BILL DE BLASIO, IL “LENINISTA” CHE SOGNA LA POLTRONA DI BLOOMBERG

Serena Danna per "Corriere della Sera"

Bill De Blasio è molto alto. Da ex manager di campagne elettorali, il candidato a sindaco di New York conosce bene l'importanza della comunicazione non verbale: sa che un elettore va guardato dritto negli occhi, anche a costo di avere sempre le spalle curve come un adolescente goffo. Tanto quelle fanno «buon uomo», come dice la signora Mariolina - detta Mary - mentre lo osserva alla marcia degli indiani d'America di Brooklyn.

A New York c'è una leggenda giornalistica sui politici di statura elevata. L'autore è il premio Pulitzer Jimmy Breslin, che - a poche settimane dalle elezioni del 1966 - scrisse del candidato John Lindsay: «È troppo alto per diventare sindaco: i suoi modi patrizi e fiacchi da Upper East Side e la retorica di chi vuole cambiare il mondo mal si conciliano con i piccoli, incazzati e sudati esponenti della middle class».

Lindsay governò la città fino al 1973. Bill De Blasio, nato Warren Wilhelm nel 1961 da padre alcolizzato veterano di guerra e madre di origini beneventane, potrebbe guidarla per motivi opposti. Impresa non semplice se si considera che la città più progressista e liberal d'America, dove Barack Obama ha vinto con l'81% delle preferenze alle ultime elezioni, non ha un condottiero democratico da vent'anni. L'ultimo fu David Dinkins - di cui De Blasio è stato, ahilui, assistente - che portò la città vicina al disastro economico.

Monopolizzate per mesi dallo scandalo di Anthony Weiner, il candidato con il vizio di mandare foto osé a sconosciute, le primarie cittadine - in programma il 10 settembre - sono riemerse portando la sorpresa De Blasio, impegnato, secondo gli ultimi sondaggi, in una testa a testa con la favorita Christine Quinn, speaker del consiglio comunale.

L'attuale Public Advocate (difensore civico) di New York, sconosciuto fino al giorno della candidatura (cosa che Quinn non smette di rinfacciargli), ha guadagnato consenso settimana dopo settimana, fino al dibattito finale quando - ripetendo spesso: «Io sono Bill De Blasio, sono la scelta progressista» - ha battuto, almeno televisivamente, i rivali.

Con un programma basato sulla lotta alla diseguaglianza economica, De Blasio, un passato da collaboratore dei Clinton, si è ritagliato il ruolo di anti-Bloomberg, il primo cittadino che finisce il suo terzo mandato portandosi dietro la nomea di sindaco dei ricchi. Non potendo puntare sul genere, come la sua rivale Quinn, lesbica dichiarata, né sulla razza, come il nero ex direttore finanziario di New York Bill Thompson, De Blasio ha deciso di confidare nel ritorno dell'ideologia.

I punti di forza dei due rivali principali - considerati vicini a Bloomberg - sono già inclusi nel pacchetto De Blasio, sposato con un'attivista e poetessa nera che amava fieramente le donne prima di innamorarsi di lui e padre di due figli con immenso orgoglio afro-americano. Dante, 15 anni, e acconciatura alla Jimi Hendrix, è diventato una star grazie a un video di promozione del padre.

L'ex membro del City Council di Brooklyn è specchio di una metropoli che ha introiettato le diversità decenni prima delle altre. Per questo, la vera sfida per la città, per i democratici e per De Blasio riguarda il tipo di sinistra americana possibile nel XXI secolo.

Il Public Advocate punta a unire «le due città» - quella opulenta di Wall Street e quella povera e bistratta della middle class - in un nuovo modello di integrazione economica attraverso un programma i cui punti principali riguardano il miglioramento della scuola pubblica (frequentata da entrambi i figli), la riduzione del costo degli affitti e la fine dello «stop and frisk», il contestato programma di sicurezza che permette alla polizia di fermare e perquisire passanti solo sulla base di sospetti.

La sua idea, considerata populista da avversari democratici e «leninista» dai repubblicani, è che gli interventi per migliorare l'offerta di asili pubblici vengano sostenuti - attraverso le tasse - dagli abitanti che guadagnano più di 500 mila dollari all'anno. Il famigerato 1% possessore di ricchezza che ha animato le proteste di Occupy Wall Street è un problema sentito da molti liberal cittadini, la chance di De Biasio starebbe proprio nella capacità di unire i progressisti indignati per i costi sociali degli stra-ricchi con le fasce povere della città.

 

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