papa bergoglio

"PENSARE ALLA MORTE FA BENE" - IL PAPA DA' UNA LEZIONE DI VITA: "NON E' TRISTE, QUELLO DIPENDE SOLO DAL MIO PENSIERO. LA MORTE CI SARA' E MI PORTERA' ALL'INCONTRO CON IL SIGNORE: QUESTO E' IL BELLO. PREPARATEVI" - DOPO LE PAROLE DI BERGOGLIO CONTRO L'ACCANIMENTO TERAPEUTICO, IL SENATO ACCELERA: CI SONO TEMPI STRETTI PER APPROVARE IL BIOTESTAMENTO 

Papa: pensare alla morte fa bene,non è fantasia brutta 
(ANSA) - Riflettere sulla morte: questo l'invito di Papa Francesco, oggi, nella omelia della Messa a Santa Marta. "Pensare alla morte non è una fantasia brutta, è una realtà. Se è brutta o non brutta dipende da me, come io la penso, ma che ci sarà, ci sarà. E lì sarà l'incontro col Signore, questo sarà il bello della morte", ha detto il Papa, invitando a prepararsi, a "pensare che la nostra vita avrà fine. E questo fa bene". Lo scrive Radio Vaticana.

 

Francesca Schianchi per la Stampa

 

BIOTESTAMENTO

«Della legge sul biotestamento ho parlato con il mio don, il mio prof di religione, che è uno molto rigoroso, attento a sottolineare l' appartenenza alla dottrina: anche lui dice che, coi livelli raggiunti dalla scienza, impedire il fine vita rischia di essere anticristiano». A chi nei giorni scorsi gli ha chiesto un' opinione sul biotestamento, anche a interlocutori cattolici, il segretario del Pd Matteo Renzi ha risposto così. Ora, le parole di papa Francesco, quel richiamo a evitare cure «non proporzionali», vanno in direzione di quello di cui anche lui è convinto: «Sono d' accordo col Santo padre», ripete.

 

confessione 2

Dinanzi ai tanti che - a partire dai senatori a vita - intervengono per chiedere che venga finalmente discussa la legge ferma al Senato, si dice sicuro parlando con i collaboratori: «Vedrete: la approveremo». Passato alla Camera in aprile con una strana maggioranza formata dai voti di Pd, Si, Mdp e M5S, da allora il provvedimento è fermo, arrivato nell' Aula del Senato senza mandato al relatore. «Il biotestamento è uno dei nostri obiettivi prioritari», garantisce oggi il capogruppo dem di Palazzo Madama, Luigi Zanda.

 

LO STUPORE DI PAPA BERGOGLIO

Il problema sono i tempi: la legge di bilancio verrà licenziata dal Senato il 28 o 29 novembre, a quel punto ci sarà una ventina di giorni o giù di lì, durante i quali la manovra sarà alla Camera, disponibili per lavorare ad altro. Ma, oltre al testamento biologico, aspettano di essere approvati anche lo Ius soli e la modifica dei regolamenti parlamentari, per stare alle preferenze del gruppo di maggioranza, il Pd. Poco tempo per tutti quei provvedimenti. A meno che, ma questo ancora non si sa, le Camere non vengano sciolte dal Presidente della Repubblica a fine gennaio, regalando qualche altra settimana di lavoro.

ALFANO RENZI

 

«Dobbiamo provarci - insiste però Zanda - dobbiamo tentare di approvare il testo così com' è, perché chi propone modifiche non vuole che venga approvato». A chiederle sono in primis gli alleati di governo di Ap, che non vedono nella posizione del pontefice nulla che determini un cambio di linea: «Quel testo va corretto, così non lo votiamo», insiste Maurizio Lupi; «la legge va migliorata», aggiunge la ministra Beatrice Lorenzin.

 

beatrice lorenzin (2)

Una chiusura che, ragionano nel Pd, rende difficile il ricorso alla fiducia, strumento a cui si è qualche volta pensato, panacea di tutti i mali quando bisogna superare un ostruzionismo-monstre e i tempi sono ristretti. Ma, appunto, difficile da praticare se una forza di maggioranza è contraria e, per di più, il tema è così delicato e discusso. Difficoltà oggettive che però Renzi e chi gli è più vicino sono convinti si possano superare.

 

«Alla Camera l' abbiamo approvata con numeri enormi - sottolinea Ettore Rosato, il capogruppo che lavorò per condurla in porto, ricordando i 326 voti a favore (37 i contrari e 4 gli astenuti) - dobbiamo tornare a quei numeri: le parole del Papa sono come coltello nel burro di una opinione pubblica che da tempo chiede quella legge».

 

ettore rosato

Basterà la pressione della società? Oltre alla corsa contro il tempo, a preoccupare i dem è anche la maggioranza inusuale. Perché sulla tenuta dei Cinque stelle, sul fatto che ripeteranno il voto a favore anche nel secondo ramo del Parlamento, al Senato non ci giurerebbero. «Siamo sicuri che non si rimangeranno la parola?», s' interroga Zanda, dopo che già sulle unioni civili il Pd si era illuso di potere contare sui loro voti e poi la trattativa è saltata.

 

Un rischio che considerano ancora più alto a fine legislatura, quando l' imminenza della campagna elettorale potrebbe indurre l' opposizione a prendere le distanze dal Pd. Ma il punto vero per farcela è la volontà dei dem di calendarizzare in Aula e provarci. Una ventina di giorni sono pochi, ma non è impossibile: «Vedrete - sparge ottimismo Renzi - ce la faremo».

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…