BOFFO, FLAGELLO DI DIO - L'EX DIRETTORE DI "AVVENIRE" ANNUNCIA LA NOMINA DI UN SUO PROTETTO A VENEZIA E COMUNICA AL MONDO DI ESSERE TORNATO AI PIANI ALTI DELLE GERARCHIE ECCLESIASTICHE - LA VENDETTA CONTRO CHI VOLEVA FARLO FUORI DALLA BATTAGLIA PER IL CONTROLLO DELL'ISTITUTO GIUSEPPE TONIOLO, LA CASSAFORTE DELLA CHIESA ITALIANA DA CUI SI GESTISCONO L'UNIVERSITÀ CATTOLICA, IL POLICLINICO GEMELLI, CINQUE ATENEI E 14 FACOLTÀ - E ADESSO PUNTA ALLA PRESIDENZA...

Marco Damilano per "l'Espresso"

La "direzione di marcia è inequivoca e sicura, nonostante stupefacenti intrighi e impensabili manovre...", ha scritto una settimana fa in una mail agli amici. E già: la sua marcia è un ritorno trionfale, preparato a lungo, nel silenzio. Come la nomina eccellente di un suo protetto, a lungo attesa. Solo quando è stata ufficializzata ha finalmente sciolto le campane a festa. Affidando la sua esultanza alla newsletter che spedisce a un indirizzario selezionato: "Il presidente della Fondazione Comunicazione e Cultura monsignor Francesco Moraglia è stato nominato dal papa patriarca di Venezia. Mica poco, no?".

No, mica poco per Dino Boffo, sessantenne veneto di Oné di Fonte vicino Asolo, direttore di "Avvenire" costretto a dimettersi nel 2009 dopo il violento attacco del "Giornale" di Feltri-Sallusti: perché dalla fondazione presieduta da monsignor Moraglia dipende l'emittente della Cei Tv 2000 che Boffo dirige. E perché, lasciando il suo zampino sulla miracolosa ascesa dell'oscuro prelato nella diocesi più importante che catapulta verso la porpora cardinalizia e nella sua regione di origine, l'ex direttore di "Avvenire" comunica al mondo di essere finalmente tornato ai piani alti delle gerarchie ecclesiastiche, quelli in cui si stabiliscono promozioni e rimozioni. E vuole che gli venga restituito l'onore perduto tre anni fa.

Nella politica italiana il metodo Boffo è entrato nel gergo quando, nell'estate 2009, il "Giornale" della famiglia Berlusconi sbattè in prima pagina un'informativa anonima in cui si parlava dell'allora numero uno del quotidiano dei vescovi come "noto omosessuale attenzionato dalla polizia", denunciato e condannato per molestie sessuali. Seguirono polemiche, querele, esposti, riappacificazioni.

E le dimissioni di Boffo da "Avvenire", con una lettera al presidente della Cei cardinale Angelo Bagnasco gonfia di livore verso "chi, fregandosi le mani, si sta preparando ad incamerare il risultato di questa insperata operazione" e "qualche vanesio irresponsabile che ha parlato a vanvera". Un ritratto velenoso in cui era possibile riconoscere il rivale direttore dell'"Osservatore romano" Gian Maria Vian, che aveva chiesto a Boffo un passo indietro con un'intervista al "Corriere".

La patacca pubblicata da Feltri-Sallusti, un falso mal confezionato, era esplosa come un bengala nell'ambiente vaticano attrezzato da secoli a farsi la guerra in modo molto più felpato. Nel 2009 lo scontro ruotava attorno al controllo dell'Istituto Giuseppe Toniolo, la cassaforte della Chiesa italiana da cui si gestiscono l'Università Cattolica, il Policlinico Gemelli, cinque atenei e 14 facoltà. A tre anni di distanza la battaglia è ancora più sanguinosa: sul consiglio permanente del Toniolo, di cui Boffo fa parte insieme al ministro della Cultura Lorenzo Ornaghi, e sulla presidenza dell'ente, occupata dal cardinale Dionigi Tettamanzi, si contrappongono i big dell'episcopato: il segretario di Stato Tarcisio Bertone contro Tettamanzi, Bagnasco in cordata con il nuovo arcivescovo di Milano Angelo Scola.

In mezzo, di nuovo, c'è Boffo: tre anni fa la missiva che una manina consegnò al "Giornale" aveva l'obiettivo di eliminarlo dal consiglio del Toniolo. Oggi è lui che prova a restituire lo sfregio, costruendo con pazienza la sua candidatura alla presidenza dell'istituto quando scadrà il mandato di Tettamanzi, nel 2013.

In vista dell'appuntamento l'ex dirigente dell'Azione cattolica già distribuisce avvertimenti e minacce, con il suo inconfondibile stile curiale: in apparenza umile, nella sostanza feroce. "Troppi papaveri fuori stagione ci stanno gufando contro", ha avvisato nell'ultima mail. "All'occorrenza ci assestano qualche piccolo colpo, tra costola e costola. Ma - temo - si faranno del male da soli". La sua Tv 2000, studios sulla via Aurelia degni di Murdoch, dal 2012 manda in onda la pubblicità raccolta dalla Sipra. L'audience vivacchia tra lo 0,2 e lo 0,4 per cento, l'obiettivo dell'1 appare lontano, ma il fervido Boffo non si perde d'animo. "Siamo la tv del Paese normale", si è complimentato con se stesso in una lunga intervista a "Prima comunicazione".

"Le telefonate che ci arrivano sono di interlocutori reali, persone vere, genuine", assicura. E nella newsletter esalta i programmi di punta: un reality sulla vita quotidiana di cinque famiglie ("Romanzo familiare") e una trasmissione di cucina, "Quel che passa il convento", "dove per la prima volta comparirà la bianca capigliatura di padre Domenico, cuoco dell'abbazia di Casamari, il quale insieme a una briosa Virginia Conti racconterà aromi e profumi dimenticati nelle segrete dei monasteri".

Chissà che delizie. Anche se il piatto che Boffo preferisce è la vendetta. La nomina di Moraglia a patriarca di Venezia, con la sua esplicita sponsorizzazione, è la replica di quanto accadde nel 2007, quando l'allora presidente della società editoriale di "Avvenire" Bagnasco fu scelto dal papa come presidente della Cei, scavalcando i candidati di Bertone. Anche in quel caso si parlò di una vittoria di Boffo, che aveva lavorato per anni a fianco dell'arcivescovo di Genova. Nella confusione che regna in Vaticano, tra scandali finanziari, prelati che si accusano a vicenda, il ritorno dei corvi e l'indebolimento del segretario di Stato Bertone, si avverte il bisogno di un uomo forte.

Boffo prepara la candidatura a presidente del Toniolo, come punto di mediazione tra le varie lobby curiali in lotta tra di loro. Pronto a rientrare in scena sulla politica italiana, quando verrà il momento di mettere su il futuribile partito centrista post-democristiano. In tanti proveranno a sbarrargli la strada, lui lo sa. Di "stupefacenti intrighi e impensabili manovre" è diventato esperto, suo malgrado, tre anni fa. E questa volta non porgerà l'altra guancia.

 

DINO BOFFO prima pagina avvenireFELTRI ANGELO BAGNASCO GIAN MARIA VIANSALLUSTI Senza titolo LORENZO ORNAGHI Cardinale TettamanziCardinale Scola

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…