BOTTA DI CULO PER RENZI: D’ALEMA CONTRO! - IL BACIO DELLA MORTE DI BAFFINO, NOTO PER TRASFORMARE IN PERDENTE CHIUNQUE APPOGGIA, E’ TUTTO PER BERSANI - NERVOSO PER I TITOLONI SU MATTEUCCIO, IL MAGO DALEMIX “NON DIGERISCE” LA CAMPAGNA “CONTRO IL GRUPPO DIRIGENTE DEL PD” (E ALLORA CHE SI FAREBBERO A FARE LE PRIMARIE?) - SE RENZI “SCANSA” ANCHE L’APPOGGIO FATALE DEI LOS NAPOLITANOS DI UMBERTO RANIERI E’ FATTA…

1- FINO
Jena per "La Stampa" -
Il Pd governerà con Vendola e Casini? L'ipotesi era probabile fino a che non l'ha annunciata D'Alema.


2- RENZI, L'ARMA SEGRETA...
Marco Travaglio per il "Fatto quotidiano"

Allarme generale: "Massimo D'Alema non è tranquillo". Anzi, "è decisamente inquieto". Così lo descrive, in una frizzante intervista, il Corriere della Sera. Non bastassero "la crisi" che "dev'essere la prima preoccupazione di tutti" e "il degrado del dibattito politico" (tutte vicende che lo vedono incolpevole spettatore, non avendo lui ricoperto alcun incarico negli ultimi 40 anni), c'è pure la questione del "Nagorno-Karabach" di cui si appresta a parlare con l'ambasciatore.

Ma soprattutto "lo assillano i titoli dei giornali" che "parlano quasi tutti di Matteo Renzi. E lui non riesce a digerirlo". A queste parole, il Renzi deve aver acceso un cero alla Madonna: negli ultimi giorni si era diffusa la voce che alcuni supporter di Bersani si stessero spostando su di lui. Tipo il sindaco di Piacenza e anche un fedelissimo di Napolitano come Umberto Ranieri. Mancava solo l'appoggio di D'Alema e il sindaco di Firenze avrebbe fatto prima a ritirarsi, risparmiandosi una costosa e faticosa campagna elettorale.

Quello di D'Alema, com'è noto, è il bacio della morte: appena ti appoggia, sei spacciato. Ne sa qualcosa Francesco Boccia, noto trascinatore di folle, doppiato due volte da Vendola dopo il decisivo sostegno dalemiano nella comune terra di Puglia. Tant'è che qualcuno, nello staff di Bersani, per liberarsi di Renzi aveva pensato di scatenargli a sostegno la Volpe del Tavoliere.

Figurarsi la gioia del giovine Matteo quando, ieri mattina, ha appreso che avrà D'Alema contro, mentre il povero Bersani l'avrà a favore ("per governare il Paese in un momento così difficile la persona più adatta è Bersani", mentre il Renzi "non è in grado di governare").

È l'arma segreta che potrebbe assicurare al rottamatore una vittoria a sorpresa. Ma che cosa esattamente D'Alema "non digerisce"? Non la campagna del Renzi per le primarie, questo sarebbe troppo: ma che essa venga condotta "contro il gruppo dirigente del Pd". Il Renzi, per non rovinargli la digestione, dovrebbe candidarsi a favore del gruppo dirigente. Decoubertinianamente. Magari assicurando che, anche in caso di vittoria, lascerebbe Bersani al suo posto, con tutto il cucuzzaro di D'Alema, Veltroni, Bindi, Finocchiaro e magari pure Violante e la Turco.

L'idea che le primarie si facciano proprio per decidere il gruppo dirigente, non sfiora neppure il Viceconte Max. Il gruppo dirigente lo decide lui ("capotavola è dove mi siedo io"). Squadra che perde non si cambia. "C'è - denuncia - una distorsione del dibattito sul rinnovamento: sembra che questo passi per la cacciata dal Parlamento dell'intero gruppo dirigente del centrosinistra". È chiaro a tutti che il rinnovamento passa dalla riconferma dell'intero gruppo dirigente. Tra l'altro, così giovane.

"La segreteria Pd è affidata ad una nuova generazione": infatti Bersani s'iscrisse al Pci nel 1973, diventò presidente della Regione Emilia nel '93, poi nel '96 si dimise per fare il ministro del primo governo Prodi e nel 2001 entrò in Parlamento. Insomma, un bebè. Renzi non si capisce bene "cosa proponga nei contenuti", mentre il Pd di Bersani & D'Alema "ha già detto chiaramente con chi si vuole alleare: Sel e l'Udc" e che "l'agenda Monti è un punto di partenza irrinunciabile", per non ripetere l'errore di "vent'anni di alleanze che poi non sono state in grado di governare" (e lui, modestamente, non c'era mai, in quei vent'anni).

Il fatto che Vendola ripeta che l'agenda Monti va sbaraccata perché affama il popolo è un dettaglio trascurabile. Del resto, non è questa l'unica minuzia su cui Max sorvola: per esempio, sostiene che nel 2003 fu trombato nella corsa al Quirinale "perché il centrodestra giudicò la mia scelta troppo politica". Ma ricorda male: i berluscones - Confalonieri, Ferrara, Rossella, Dell'Utri, Feltri, Farina, Guzzanti padre, Baget-Bozzo, Ostellino e Veneziani - erano tutti a suo favore. Poi purtroppo corse voce che D'Alema fosse sostenuto anche da D'Alema: e fu la fine.

 

 

MATTEO RENZI MASSIMO DALEMA E WALTER VELTRONI jpegMASSIMO DALEMA PIERLUIGI BERSANIRosi Bindi Bersani e Franceschini

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…