theresa may brexit

BREXIT, SENZA FRETTA: L'ART. 50 SARÀ 'INVOCATO' SOLO A FINE ANNO, FORSE ALL'INIZIO DEL 2017, E DUNQUE L'USCITA NON AVVERRÀ PRIMA DEL 2019-20 - L'ACCELERAZIONE DEL GOVERNO MAY È SOLO DI FACCIATA, LONDRA NON HA IDEA COME USCIRE DAL PANTANO E CERCHERÀ DI RESTARE NEL MERCATO UNICO ''SENZA DAZI DOGANALI''. MA ALLORA DOVRÀ TENERSI TUTTI GLI IMMIGRATI

 

boris johnsonboris johnson

1. BREXIT: JOHNSON, USCIAMO MA NON ABBANDONIAMO RUOLO GUIDA

 (ANSA) - "Molto bello essere qui per il mio primo viaggio oltremare". Così Boris Johnson esordisce al suo arrivo al primo Consiglio esteri da ministro britannico. "Ai colleghi - dice - porteremo il messaggio che dobbiamo dare effetto alla volontà del popolo, quindi usciremo ma questo non significa che lasciamo l'Europa o che abbandoniamo in alcun modo un ruolo guida in Europa, nella cooperazione e nella partecipazione di ogni tipo. Ieri sera abbiamo avuto una buona conversazione con la Mogherini, che è molto d'accordo sul ruolo che la Gran Bretagna dovrebbe continuare ad avere in futuro".

 

 

2. L' INGHILTERRA NON HA FRETTA NIENTE BREXIT FINO AL 2020

Francesco De Dominicis per “Libero Quotidiano

theresa may theresa may

 

Niente Brexit fino al 2019. Parte col freno tirato il percorso della Gran Bretagna per uscire dall' Unione europea. Il pallino è in mano da giovedì al nuovo primo ministro inglese, Theresa May. Ieri sera, a cena, c' è stato il primo contatto tra il governo brittanico e l' Ue dopo il referendum sulla Brexit. ). È stata la prima mossa ufficiale tra i due «fronti», i 27 da una parte e il Regno Unito dall' altra.

 

Dietro la soddisfazione ufficiale quanto meno per la schiarita politica da parte di Londra con il cambio della guardia a Downing Street, nei «palazzi» Ue si coglie molta sorpresa e anche molto nervosismo: se da un lato viene ribadita la linea «nessun negoziato con Londra se non c' è la notifica dell' intenzione di uscire dalla Ue», dall' altro lato preoccupa molto un futuro in cui Londra condizionerà il più possibile le scelte dell' Unione in funzione degli interessi difesi al tavolo del negoziato su Brexit e sulle condizioni delle relazioni future Ue-Regno Unito.

 

Sono evidenti i rischi di paralisi in un momento in cui la Ue dovrebbe dimostrare di essere in grado di decidere rapidamente per rispondere alla crisi di fiducia nelle soluzioni europee.

boris johnson 2boris johnson 2

 

Oggi è in programma la riunione formale del Consiglio Ue. Da Londra arrivano prime indicazioni. Il ministro britannico per la Brexit, David Davis, ha spiegato. che il Regno Unito manterrà accesso al mercato unico dopo l' uscita dalla Ue, anche se resta da definire se saranno applicate tariffe doganali su beni e servizi. «Manterrà il suo accesso, ma il punto è se sarà un accesso libero da tariffe e penso che sì, sia quello a cui puntiamo» ha detto.

La tabella di marcia, dicevamo, prevede tempi non brevi.

 

Non meno di due o tre anni per formalizzare tutti i passaggi dell' effettivo addio britannico alla Ue. Un percorso fatto di nuovi negoziati e anche di accordi bilaterali con i singoli paesi membri. Lo stesso Davis ieri ha precisato che l' articolo 50 del Trattato di Lisbona per l' avvio formale della procedura di separazione non sarà attivato più tardi «dell' inizio del 2017». Di modo che possa essere tutto finito per l' inizio del 2019.

paesi insultati da boris johnsonpaesi insultati da boris johnson

 

Incognite e pericoli, tuttavia, restano intatti. L' uscita della Gran Bretagna dalla Ue, secondo l' Opec, potrebbe avere delle implicazioni per la regolamentazione del mercato delle materie prime, dato il ruolo chiave di Londra nei mercati globali e il suo contributo alla definizione di regole comunitarie.

 

Londra tranquillizza i partne stranieri. La premier succeduta a David Cameron (completata una sorta di «pulizia etnica» dei fedelissimi del suo predecessore anche fra sottosegretari e viceministri) si è detta «molto incoraggiata» della disponibilità manifestata dall' Australia a delineare fin da subito un accordo commerciale bilaterale con la Gran Bretagna, per evitare contraccolpi di sorta quando Londra sarà fuori dai patti in vigore fra Canberra e Ue.

 

Un 'altra "dozzina di Paesi" hanno intanto fatto sapere d 'essere decisi a loro volta a negoziare un «trade agreement» separato col Regno non appena l' addio da Bruxelles sarà' cosa fatta, riecheggia Liam Fox, ministro per il Commercio Estero e brexiter di punta dalla compagine come Davis, in partenza non a caso per gli Usa.

liam fox segretario della difesaliam fox segretario della difesa

 

Addio che Owen Smith, il più giovane degli sfidanti alla leadership di Jeremy Corbyn nell' opposizione laburista, non considera viceversa ancora «una scelta definitiva», in barba al voto referendario del 23 giugno. Il governo ha poi fatto sapere che non intende mandar via i 3 milioni d 'immigrati di Paesi Ue che vivono nel Regno, ma è pronto a «rispedire» indietro quelli che dovessero arrivare durante il negoziato per lo sganciamento da Bruxelles in caso di «assalto alla diligenza» per assicurarsi la residenza prima del divorzio.

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO