CHIAMAMI PERON, SARÒ IL TUO RENZI – BRUNETTA SFERZA BONDI: ‘QUEL DIAVOLO DI RENZI TI HA IPNOTIZZATO MA È UN OPPORTUNISTA: NOI UNA MANO SULLE RIFORME GLIELA STIAMO DANDO: QUANDO MAI LUI E LA SINISTRA L’HANNO DATA A BERLUSCONI?”

Ugo Magri per ‘La Stampa'

Bondi vi vorrebbe più prodighi di applausi nei confronti di Renzi. Perché siete così avari, presidente Brunetta?
«Noi avari? Non vorrà scherzare... Guardi, sulla riforma del lavoro come ci siamo comportati. Mai capogruppo dell'opposizione è stato più disponibile e fattivo. Il problema è un altro, e lo vorrei segnalare al mio amico Bondi».

Faccia conto di rivolgersi a lui.
«Caro Sandro, quel diavolo di Renzi ti ha ipnotizzato. Il Renzi della realtà non c'entra niente con la figura azzurrina, proiezione dei tuoi sogni. Il Renzi vero è un opportunista».

Beh, le riforme lui le vuole davvero...
«A parole, certo, predica un riformismo apprezzabile. Talmente apprezzabile che il 18 gennaio scorso Berlusconi ci ha fatto un accordo definito "storico". Però, caro Bondi, non debbo insegnare a te la distanza che corre tra il riformismo annunciato e quello concretamente razzolato. Ebbene: il presidente del Consiglio è nella condizione di mettere in pratica le sue promesse riformatrici?».
Bondi spera proprio di sì.
«Anch'io me lo auguro, anch'io! Ma non ci credo. O quantomeno, mi si consenta di dubitare. Caro Sandro, rispondimi: chi è Renzi?».

Qualcuno lo paragona a Blair...
«Bum. Ma ci rendiamo conto di cosa è stato Blair per il riformismo europeo? Io invece temo che Renzi non sia riformista, semmai un peronista. Vale a dire sempre alla rincorsa del consenso popolare, per farsi perdonare di essere diventato capo del governo non in seguito a un voto ma per una congiura di palazzo».
Adesso lei sta esagerando.
«No, è proprio così. Abbiamo un premier endemicamente affetto da "azzardo morale", che sottoscrive patti sapendo già in partenza di non poterli onorare».

E chi glielo impedirebbe?
«Il suo stesso partito. Sulle riforme costituzionali, per fare l'esempio che più conta, noi di Forza Italia ci stiamo. Il guaio è che per ora non ci sta mezzo Pd, conquistato da Renzi attraverso un'Opa minoritaria. Ora però un'altra domanda voglio farla io».

Prego.
«Caro Sandro, noi una mano a Renzi sulle riforme gliela stiamo dando. Quando mai la sinistra ha fatto altrettanto con Berlusconi? Pur di mettergli i bastoni tra le ruote, non si sono fatti scrupolo di bloccare ottime leggi, a cominciare dalla riforma della Costituzione in senso federalista, silurata tramite referendum».

Obietterebbe Bondi: se Berlusconi storicamente ha fallito è stata colpa soprattutto degli alleati, da Fini a Casini...
«Intanto, "storicamente fallito" un corno. Non cadermi, Sandro, nella trappola della "damnatio memoriae", questo arnese da propaganda comunista. Non dimenticare quel che di buono ha fatto Berlusconi, anche con il tuo impegno. In 20 anni ha governato quasi la metà, con grandi successi elettorali e politici, e riforme importanti».

Assolve i partitini?
«Hanno creato problemi, ma non diamo loro tutta questa importanza. Che gli alleati intralcino, fa parte della fisiologia democratica. Ma il vero grande avversario di Berlusconi è stata la sinistra, che ha puntato dritto al disastro. Con l'ausilio dei poteri forti».

Citiamo ancora dalla lettera alla Stampa: «Forza Italia non è più una comunità di valori e di solidarietà». Giudizio aspro, non trova?
«Nasce da un dolore che rispetto, ma che è figlio di un errore genetico. Forza Italia non può essere una chiesa, un tutto esistenziale. Guai a pretendere da un movimento politico risposte in fondo religiose. Papa Francesco non apprezzerebbe.

È uno strumento, i cui dirigenti sono a volte inadeguati, come in tutte le società umane, ma che in vent'anni ha intercettato il consenso della parte migliore del Paese. Più dello strumento conta questa gente. La quale ha individuato in Berlusconi l'uomo capace di darle voce. Io mi sono esercitato in un conto. Gli elettori che dal '94 a oggi hanno messo la croce sul nome di Berlusconi assommano complessivamente a 196 milioni. Nove milioni in più dei voti che ha preso la sinistra, con 7-8 leader diversi, mangiati ad uno ad uno».

Non guardiamo al passato, ma al futuro. E io, Bondi, le dico: il centrodestra manca di una prospettiva.
«Io personalmente ho idee chiarissime. Essere voce del ceto medio, battere l'Europa tedesca. Di certo la prospettiva non può essere Renzi. Quella, lo ripeto, è fasulla».
Insisto: se non si chiarisce il nodo strategico, perfino un successo elettorale potrebbe rivelarsi un'altra illusione...
«Rispondo alla Catalano: meglio una riflessione autocritica dentro un percorso di successo, che un'auto-flagellazione dopo un disastro elettorale».

 

 

 

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