SCONTRO PER GLI SCONTRINI DI BUFFON - PRESTO SI SAPRÀ SE I SOLDI CHE IL BUFFON NAZIONALE HA GIRATO AL PROPRIETARIO DI UNA RICEVITORIA SONO STATI UTILIZZATI PER SCOMMETTERE OPPURE NO - LA GUARDIA DI FINANZA ESAMINERÀ MIGLIAIA DI SCONTRINI DELLA TABACCHERIA - GIÀ UNA VOLTA BUFFON FU BECCATO A SCOMMETTERE, MA SU ALTRI SPORT O SU CAMPIONATI ESTERI - STAVOLTA PERÒ IL PORTIERONE HA NEGATO CHE QUEL DENARO SERVISSE PER IL GIOCO…

Giuliano Foschini e Marco Mesurati per "La Repubblica"

Sui tavoli della Guardia di Finanza di Torino lunedì arriveranno migliaia di scontrini. Pezzi di carta apparentemente anonimi e che invece conservano una verità importante: quegli scontrini diranno se il capitano della nazionale, Gianluigi Buffon, ha mentito oppure ha raccontato la verità. Diranno se quel milione e 585mila euro versati al tabaccaio Massimo Alfieri servivano per scommettere, come sospettano i pm (e se sì su cosa). O se realmente servivano per essere investiti in orologi, titoli immobiliari o chissà che altro, come ha raccontato Buffon attraverso il suo avvocato.

Gli scontrini sono stati sequestrati venerdì pomeriggio dalle Fiamme gialle di Parma su delega dei colleghi di Torino. Si tratta di tutte le giocate che la tabaccheria di Alfieri ha contabilizzato nel 2010. La legge impone alle ricevitorie abilitate alle scommesse - come quella del circuito Lottomatica alla quale Alfieri era affiliato - di conservare le matrici dei biglietti e il nome dello scommettitore per le puntate che superino i mille euro. «Questo ufficio - aveva scritto il sostituto procuratore di Torino, Giorgio Parodi chiedendo collaborazione al collega di Cremona - ha accertamenti in corso al riguardo relativi ad ingenti somme di denaro che lo stesso Buffon avrebbe utilizzato per scommesse presentate avvalendosi di soggetti terzi».

Accertamenti che sembravano essere finiti in stand by ma che dopo la pubblicazione dell´informativa della Finanza sull´argomento hanno subito un´accelerata visto che, spiega lo stesso Parodi, «erano in corso ulteriori attività investigative, rispetto a soggetti che a tutt´oggi non risultano a conoscenza delle indagini». In sostanza, per essere certi che nessuna prova potesse essere alterata o distrutta era necessario procedere alla perquisizione. Buffon non è indagato. Rischia la squalifica sportiva soltanto se venisse accertato che ha scommesso sul calcio. Nelle ricevute si cercherà quindi il nome del capitano ed eventualmente di suoi prestanome.

Già nel 2006 Buffon, sempre a Parma, era stato oggetto di un caso simile: erano state registrate uscite di due milioni di euro dai suoi conti correnti verso quelli di un amico. Che aveva il compito di «accreditare su siti specializzati quelle somme per evitare di fare comparire direttamente il nome del giocatore», spiegò la Finanza. Nel 2010 l´inchiesta era stata archiviata dalla procura di Parma e prima ancora da quella sportiva perché il giocatore aveva dimostrato di aver scommesso sì, ma su campionati esteri e su altri sport (e giochini elettronici), mai sul calcio italiano.

Stavolta, però, l´avvocato di Buffon, Marco Corini, chiamato in causa dalla banca che aveva notato quei trasferimenti sospetti ha assicurato che i versamenti non riguardano il gioco. «A tutela della privacy del suo assistito - annota la Finanza - non ha voluto dettagliare le ragione dell´operatività segnalata. Lo stesso si è limitato a descrivere il beneficiario degli assegni come persona di assoluta fiducia, spiegando che i trasferimenti di liquidità sono volti a tutelare parte del patrimonio personale di Buffon». La Finanza si limita a notare una circostanza: subito dopo la convocazione del legale, nel luglio del 2010, il flusso degli assegni si ferma. Ce ne sarà soltanto un altro il 13 settembre del 2010, un bonifico di 300mila euro. Che per la prima volta ha una causale: «Prima rata orologi». Parte di quella somma (175mila euro) è stata poi girata da Alfieri nella sottoscrizione di titoli Pirelli Real Estate.

 

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