draghi salvini di maio

C’E’ DRAGHI DIETRO LA SVOLTA “SOFT” DI SALVINI E DI MAIO SULL’EUROPA:  IL RAPIDO CAMBIO DI TONI DEI DUE VICEPREMIER DOPO L' ALLLERTA DELLA BCE SULL' ACQUISTO DI TITOLI ITALIANI –LA TRIANGOLAZIONE DI TRIA CON QUIRINALE E BANKITALIA “PER EVITARE SCENARI DA 2011” – I TIMORI DEL COLLE SU UN IRRIGIDIMENTO DELLA COMMISSIONE UE - MA LA STRADA VERSO LA MANOVRA È ANCORA LUNGA COSI' COME LA LISTA DELLA SPESA...

draghi

Marco Conti per il Messaggero

 

La svolta soft in politica economica dei due vicepremier Di Maio e Salvini coincide con il rientro dalla Cina del ministro Giovanni Tria. Domenica scorsa il responsabile di Via XX Settembre atterra a Roma visibilmente contrariato per le bordate che i leader di Lega e M5S da giorni rifilano alle regole europee, per i continui annunci sulle misure da inserire nella legge di bilancio e per i ribaditi proclami di sforamento del parametro del 3%.

 

conte di maio salvini

Il rischio della tempesta speculativa perfetta, a suo tempo annunciata dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti, potrebbe diventare più concreto anche per le esuberanti dichiarazioni dei due vicepremier che parlano di «autunno caldissimo», tuonano contro «la dittatura della finanza» e si dicono pronti a cercare soldi in Cina e Russia «se non ce li darà la Ue».

 

LA FINE Da Pechino il ministro Tria parla più volte con il premier Giuseppe Conte e il sottosegretario Giorgetti. Molto preoccupato è il presidente Sergio Mattarella e il Quirinale insegue più volte Tria in Cina e Conte negli Usa.

DRAGHI TRIA

 

In allarme è anche Via Nazionale. Nella sede della Banca d' Italia si seguono con sorprendente sconcerto le affermazioni di fine agosto di molti esponenti del governo che portano pericolosamente il Paese sul ciglio di quel «burrone» a suo tempo evocato dal governatore Ignazio Visco. Da Francoforte chiedono spiegazioni a Via Nazionale. Mario Draghi ha buon gioco nel ricordare a Palazzo Chigi ciò che qualche settimana prima era stato anche oggetto dell' incontro con il ministro delle politiche comunitarie Paolo Savona.

 

Ovvero che i tempi per la fine del Quantitave easing verranno rispettati e che da settembre Francoforte comincerà a comprare meno titoli di Stato.

 

SALVINI DI MAIO

Quindi da dicembre i paesi dell' Eurozona, Italia in testa, dovranno trovarsi da soli gli investitori pronti a sottoscrivere il loro debito pubblico. Dal Quirinale c' è chi ricorda a Di Maio e Salvini che i rissosi toni contro Bruxelles e la Commissione non aiutano perché la campagna elettorale per le elezioni europee del prossimo anno non c' è solo in Italia.

 

E' infatti forte sul Colle il timore di un irrigidimento della Commissione Ue e che l' Italia possa ritrovarsi più sola quando si dovrà trattare quella flessibilità che Di Maio invoca come diritto citando la Spagna, Paese che però è appena uscito da un programma di aiuti gestito dalla Troika. Sicché lunedì, nella riunione a Palazzo Chigi, tocca al ministro Tria tratteggiare nel dettaglio a Di Maio e Salvini i rischi del burrone dentro il quale l' Italia rischia di finire insieme al governo. Scenari da 2011 accentuati dal fatto che allora erano tutti i Paesi europei a subire in vario modo la crisi post Lehman-Brothers, mentre oggi l' Italia è il Paese del G7 che cresce meno.

 

draghi merkel

L' incertezza per le conseguenze che a breve ci saranno a seguito della fine dell' ombrello della Bce, la sfiducia dei mercati per le misure crapulone del governo, lo scontro con l' Europa e i misteriosi piani B, i dazi, le crisi in Turchia e Argentina che possono tradursi in una nuova tempesta finanziaria sull' Italia, compongono una miscela esplosiva i cui primi effetti sono stati l' allarme lanciato da Fitch, lo spread volato nei dintorni di 300 e l' asta dei Btp con rendimenti sopra il 3,2%.

 

Senza contare che in mancanza di una decisa correzione di rotta, imprenditori e operai - dell' Ilva ma non solo - rischiano di ritrovarsi insieme in piazza contro il governo del metodo costi-benefici, dei rinvii continui e di quattro mesi di attività con alle spalle un solo vero provvedimento: il discusso decreto dignità.

 

mattarella e conte

LA SVOLTA Il rischio del boomerang impone il cambio di rotta che avvia Di Maio con l' intervista a Presa Diretta e che Salvini perfeziona rilasciando al Sole24ore dichiarazioni in netta controtendenza e che contribuiscono alla discesa dello spread. Una linea moderata che permette a Tria di partecipare all' Ecofin senza sentire colpi di piccone da Palazzo Chigi. La strada verso la manovra è però ancora lunga e la lista della spesa sulla quale insistono i due vicepremier anche. Non resta che attendere.

 

mario draghi carlo azeglio ciampiMARIO DRAGHIVISCO E DRAGHI 05saccomanni ciampi draghid alema premier ciampi ministro del tesoro mario draghi direttore generaleDRAGHI GIORNALISTIDRAGHI GIORNALISTI1

 

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…