flavio briatore renzi

“SOCCORSO AZZURRO” PER RENZI - DA BRIATORE A FERRARA DA CONFALONIERI A VERDINI FINO A MARCELLO PERA E GIULIANO URBANI, C’E’ UN MONDO BERLUSCONIANO CHE S’INTRUPPA PER IL ‘SÌ’ AL REFERENDUM - FELTRI SI CHIAMA FUORI (“MI ASTENGO”) E MINZOLINI LO ATTACCA: “MI VERGOGNEREI PER LA POSIZIONE ASSUNTA DAL SUO GIORNALE”

Carmelo Lopapa per “la Repubblica”

 

LEMME BRIATORELEMME BRIATORE

È uno smottamento lento, ma continuo. Che giorno dopo giorno sta facendo scivolare sulla sponda del Sì parte - grande o piccola si capirà domani sera - del mondo berlusconiano, dell' area moderata di destra, oltre che dall' enorme bacino degli "ex", dei delusi dal Cavaliere, dei nostalgici.

 

Matteo Renzi non ci gira molto intorno: «I voti di destra saranno decisivi al referendum». La vera svolta matura lì. E le sorprese sono ormai all' ordine del giorno. Ultimo in ordine di tempo il direttore di Libero Vittorio Feltri, che con un editoriale non schiera il suo giornale dalla parte che tutti si sarebbero aspettati, ovvero per il No. Con aria indignata scrive piuttosto che lui si asterrà «dal partecipare alla rissa» e dunque non andrà al seggio.

RENZI SALUTA CONFALONIERI DOPO LA D URSO RENZI SALUTA CONFALONIERI DOPO LA D URSO

 

Oltre del resto non poteva spingersi, dopo la polemica esplosa a destra col suo arrivo al quotidiano al posto del pasdaran antirenziano Maurizio Belpietro. La linea sul referendum si era già ammorbidita, scatenando l'ira di Renato Brunetta («Mi fai pena») con replica diplomatica di Feltri («Sei un fallito»). Nelle ultime ore ci ha pensato il senatore Augusto Minzolini a rinfacciare al direttore l'astensione che spiazza non poco i lettori-elettori: «Dice che non vota per la vergognosa campagna, io mi vergognerei di più per la posizione assunta dal suo giornale».

 

giuliano ferrara matteo renzi  giuliano ferrara matteo renzi

Del resto quasi tutta la redazione di Libero, e non solo il direttore, è tentata dal Sì. Fosse solo Feltri, poi. Nel brodo di coltura (e di cultura liberale) berlusconiano, in un tempo non lontano, in tanti sono sparatissimi in favore della riforma. Con le motivazioni più variegate.

Giuliano Ferrara, editorialista ed ex direttore del Foglio, ma anche il suo successore Claudio Cerasa ieri hanno fatto endorsement a 48 ore dal "R-day".

 

«Il mio voto è per il titolo della riforma, dei cui dettagli me ne fotto», scrive con la consueta schiettezza Ferrara in barba «ai costituzionalisti» e ai «ceti riflessivi che formano la famosa accozzaglia». Cerasa lo fa invece per i contenuti («Perché superare il bicameralismo perfetto è giusto») ma la sostanza non cambia, così per redattori e collaboratori, quasi tutti.

 

giuliano urbanigiuliano urbani

E uscendo dalle redazioni ed entrando negli studi Mediaset di Cologno Monzese lo spartito è simile. Il presidente Fedele Confalonieri non aveva del resto preso le distanze da quel proliferare di «io voto No che oggi fa tanto fino»? E non era stato lui a dire giorni fa che «Renzi è un ragazzo di 40 anni che ha le qualità di Berlusconi»? Col Cavaliere che confermava che le sue aziende avrebbero votato Sì («Per paura di ritorsioni»), sostenendo che «Renzi è l' unico vero leader».

 

Marcello Pera Marcello Pera

Il suo No a quel punto era già sbiadito e «innocuo», come si sono lamentati tanti a destra. Anche l' ultimo "delfino" designato in diretta tv, Paolo Del Debbio, si è guardato bene dallo schierarsi («Non lo dirò mai»). Marcello Pera, che con l' altro illustre "ex" Giuliano Urbani ha girato l' Italia coi Liberali per il Sì, racconta che «ai nostri incontri a centinaia, tutti elettori di Fi». Solo il pallottoliere dirà se andranno anche a votare e come. Chi di pallottolieri forzisti se ne intende, come Denis Verdini, fa di conto e prevede già clamorose sorprese. Questione di pancia, anche lì. Un altro amico del Cavaliere, Flavio Briatore, non ha esitato a farsi immortalare mentre sbarrava il suo Sì all' estero («Ah non si poteva?) all' insegna dell' «ottimismo»: «Tanti dicono No, ma al seggio diranno Sì».

Ultimi Dagoreport

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…

giorgia meloni giampaolo rossi antonino monteleone laura tecce antonio preziosi monica giandotti pierluigi diaco

PRIMA O POI, AFFONDE-RAI! - MENTRE IN CDA SI TRASTULLANO SUGLI ASCOLTI DECLINANTI DI “TG2 POST”, SI CHIUDONO GLI OCCHI SULLO STATO ALLA DERIVA DI RAI2 E DI RAI3 - UN DISASTRO CHE NON VIENE DAL CIELO. LA TRASFORMAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PROGRAMMI DALLE TRE RETI A DIECI DIREZIONI IN BASE AL "GENERE" (INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, FICTION, ECC.), AVVIATA DA FUORTES NEL 2021 MA IMPLEMENTATA DALL’AD GIAMPAOLO ROSSI (CON LA NOMINA DELLA DIREZIONE DEL "COORDINAMENTO GENERI" AFFIDATA A STEFANO COLETTA), HA PORTATO ALLA PERDITA DI IDENTITÀ DI RAI2 E DI RAI3 MA ANCHE AL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI (E DELLE PUBBLICITÀ) - LO SCIAGURATO SPACCHETTAMENTO HA PORTATO A UNA CENTRALIZZAZIONE DECISIONALE NELLE MANI DI ROSSI E A UN DOVIZIOSO AUMENTO DI POLTRONE E DI VICE-POLTRONE, CHE HA FATTO LA GIOIA DEI NUOVI ARRIVATI AL POTERE DI PALAZZO CHIGI - PURTROPPO IL SERVILISMO DI UNA RAI SOTTO IL TALLONE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI NON PAGA. LE TRASMISSIONI CHE DOPO UNA MANCIATA DI PUNTATE FINISCONO NEL CESTINO ORMAI NON SI CONTANO PIÙ. TANTO CHE I DUE CANALI SONO STATI RIBATTEZZATI ‘’RAI2%’’ E ‘’RAI3%’’...

fabio pinelli soldi csm

DAGOREPORT – ALTRO CHE SPENDING REVIEW AL CSM TARGATO FABIO PINELLI – IL VICEPRESIDENTE DI NOMINA LEGHISTA SEMBRA MOLTO MENO ATTENTO DEL PREDECESSORE NELLA GESTIONE DELLE SUE SPESE DI RAPPRESENTANZA – SE NEL 2022, QUANDO ERA IN CARICA DAVID ERMINI, ERANO STATE SBORSATI APPENA 4.182 EURO SU UN BUDGET TOTALE DI 30 MILA, CON L’ARRIVO DI PINELLI NEL 2023 LE SPESE DI RAPPRESENTANZA PER TRASFERTE E CONVIVI SONO LIEVITATE A 19.972 EURO. E NEL 2024 IL PLAFOND DISPONIBILE È STATO INNALZATO A 50 MILA EURO. E PER LEGGE IL VICEPRESIDENTE DEL CSM NON DEVE DETTAGLIARE LE PROPRIE NOTE SPESE DI RAPPRESENTANZA...

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?