cacciari draghi mattarella

“A VOTARE NON CI ANDIAMO. MA COME FA MATTARELLA AD ACCETTARE IL VOTO IN QUESTE CONDIZIONI?” - MASSIMO CACCIARI: “NON SONO CHIARE LE SCADENZE CHE CI ATTENDONO A OTTOBRE E A NOVEMBRE? NON È CHIARA LA SITUAZIONE DRAMMATICA NELLA QUALE STIAMO VIVENDO? - PUO’ ESSERE CHE DRAGHI SI SIA ROTTO I COGLIONI MA LA MAGGIORANZA PARLAMENTARE C’E’ TUTTA - DRAGHI HA UNA CREDIBILITÀ INTERNAZIONALE DECISAMENTE FORTE E SE VIENE UN GOVERNO CHE NON HA SUFFICIENTI RAPPORTI CON I POTERI FORTI EUROPEI L'ITALIA VA IN DEFAULT…”

MASSIMO CACCIARI

Andrea Malaguti per “la Stampa”

 

Professor Cacciari, Mario Draghi si è dimesso.

«Non me l'aspettavo. Ma di una cosa sono certo: a votare non andiamo. È pacifico».

 

Mi sfugge.

«Ma come fa Mattarella ad accettare il voto in queste condizioni? Non sono chiare le scadenze che ci attendono a ottobre e a novembre? Non è chiara la situazione drammatica nella quale stiamo vivendo?».

 

Dunque Draghi bara?

sergio mattarella mario draghi

«No. Ma intanto Mattarella lo ha rimandato alle Camere. La maggioranza parlamentare c'è tutta. Ieri Draghi ha ottenuto la fiducia. Persino i 5 Stelle, che prima gettano il sasso e poi tirano indietro la mano arrampicandosi su mille specchi e specchietti, sono tornati sui loro passi, dimostrando ampiamente di avere capito l'idiozia di cui sono stati capaci».

 

Magari, semplicemente, Draghi non ne può più di questa fanghiglia ricattatoria?

«Dice, e mi scuso per il francesismo, che si è rotto i coglioni? Può essere. Oppure può essere che voglia un chiarimento definitivo».

 

massimo cacciari a cartabianca

Sarebbe il minimo sindacale.

«Certo che lo sarebbe. Ma allora lo dica. Dica che nel suo governo c'è un clima di sfiducia e di contraddizioni che non sono più tollerabili. Dica che così è impossibile affrontare la tormenta che ci aspetta in autunno, che è meglio votare prima. Provi a comunicare qualcosa che sia comprensibile per i cittadini. L'impressione è che proprio non gli passi per la mente».

 

Perché il premier dovrebbe restare?

«Non dico che questo governo sia la panacea per tutti i mali, ma almeno ha un leader con una credibilità internazionale decisamente forte e questa è l'unica cosa che ci può salvare da una crisi che pesa sull'Italia più che su qualunque altro Paese europeo. Siamo nelle mani di Mattarella. Se Draghi resta avrà una maggioranza piegata a ogni suo desiderio. Se si è stufato deve avere pronto un altro nome».

VIGNETTA VAURO - DRAGHI E MATTARELLA

 

Amato?

«Amato. Lo voterebbe anche Berlusconi».

 

Come siamo arrivati a questo punto?

«C'è stata una catastrofe all'interno dei Cinque Stelle. Anzi, mi correggo, del fantasma dei Cinque Stelle, perché i Cinque Stelle non esistono più. Conte ha cercato un suo spazio di autonomia da giocare contro Di Maio, scatenando una tempesta nel bicchier d'acqua già spaccato del suo Movimento. Ma dietro la reazione di Draghi ci deve essere qualche retroscena che mi sfugge».

 

Perché lo dice?

«Perché non si lascia per le bizze di una componente residua del governo, che per altro non lo farà mai cadere. Capirei se ad andarsene fosse stato il Pd. Ma così è assurdo. Al limite fai un rimpasto, ti liberi della zavorra e vai più spedito di prima. Chi lo vuole Conte?

Letta? Salvini? Ma andiamo».

 

massimo cacciari

Nel frattempo le Borse sono crollate.

«E con loro i risparmi degli italiani. Se viene un governo che non ha sufficienti rapporti con i poteri forti europei l'Italia va in default. E tutto questo per Conte? Forza, non prendiamoci per i fondelli».

 

In un'intervista a La Stampa Berlusconi ha detto: il campo largo ormai è un campo santo.

«Ha ragione. Battuta riuscita. Ma faccia attenzione a ridere. Se Draghi, magari perché ha altre mire e altre offerte da qualche altra parte nel mondo, si è stancato dell'Italietta, non è detto che non nasca un partito che fa comunque riferimento a lui e a Mattarella».

 

Un partito europeista, atlantista, buonsensista che piace anche ai poteri forti?

sergio mattarella e mario draghi

«Quello. Con Letta, Di Maio, Calenda, qualche governatore della Lega, magari Renzi e Sala. A quel punto Berlusconi che cosa fa? Si allea con questa forza di centro credibile o sceglie Meloni?»

 

È una domanda retorica?

«Lo è. La prospettiva è quella di andare alle elezioni con un rassemblement di centro conservatore europeo (modello Macron) contro una destra a guida Meloni Salvini (modello Le Pen)».

 

Mi perdoni, e la sinistra?

«Non c'è più».

 

massimo cacciari a piazzapulita 4

I fragili sì. Crescono a dismisura.

«Non c'è dubbio. Le disuguaglianze continuano a moltiplicarsi. Con la recessione e l'inflazione al 10% qualcosa, e qualcuno, è destinato a venire fuori. Stiamo andando verso una situazione di drammatici disordini sociali. Non mi stupirei se nel giro di due o tre mesi ci trovassimo di fronte a una nuova formazione politica».

 

Guidata da chi?

«Il nome non lo so. Ma so che un italiano su due non va più a votare. E che tra questi la metà non arriva alla fine del mese. Eppure qui si va avanti con il reddito di cittadinanza e con i bonus. Magari con quelli per la casa che mettono sullo stesso piano chi ha una villa e chi vive in una catapecchia. Un leader modello Melanchon che si occupi della marea dei non rappresentati può valere il 25-30% dei voti».

 

MATTARELLA DRAGHI

Parlando di cosa?

«Di patrimoniale, per esempio. Idea che per il centrosinistra è diventata un tabù».

 

Landini leader?

«Il nome al momento non lo vedo. Ma sono gli eventi a fare i nomi, non i nomi gli eventi».

 

Il reddito di cittadinanza ha salvato un sacco di gente.

«Vero, non lo discuto. Ma così come è concepito non regge. Manca tutta la parte delle politiche attive del lavoro. E se uno gira in città come Milano o Venezia scopre che i bar e i ristoranti non riescono a trovare i camerieri a meno che non li paghino in nero. Perché se li regolarizzassero perderebbero i sussidi».

MARIO DRAGHI JOE BIDEN

 

Che altro servirebbe?

«La spending review. I conti dei ministeri e della pubblica amministrazione continuano a salire, ma nessuno ne parla. Mi chiedo che fine abbia fatto il mio amico Cottarelli».

 

Magari è il suo momento.

«Sì, così poi Salvini, Berlusconi e mezzo Pd mettono mano alla pistola».

 

Secondo lei stasera qualcuno a Mosca è contento o immaginarlo è surreale? «Immaginarlo è realissimo. La Russia ha dichiarato l'Europa nemico politico (e dico politico perché gli affari proseguono alla grande senza che nessuno se ne occupi) e dunque un governo in crisi non può che rendere felice Mosca. Ma anche gli Stati Uniti».

mattarella e mario draghi al quirinale

 

Che c'entrano gli Stati Uniti?

«L'unica cosa che li unisce ai russi è non volere un'Europa unita e forte. Solo Gorbaciov la teorizzava. Ma in Russia la sua linea politica è sempre stata largamente minoritaria».

 

Professore, lei voterebbe mai per il Grande Centro?

«Un tempo avrei detto di sì ripetendomi all'infinito: voto per il Pd, voto per il Pd, voto per il Pd. Ma ora temo di essere arrivato al caffè e che le mie capacità di resistenza al meno peggio stiano scemando».

 

Precipita anche lei nel 50% di italiani che disertano il voto?

«Temo che alla fine il mio dovere lo farò. È solo che adesso mi manca la lingua per parlarne».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni francesco acquaroli antonio tajani matteo salvini donald trump

DAGOREPORT: A CHE PUNTO È L'ARMATA BRANCA-MELONI? TORNATA SCORNATA DAL G7 MENO UNO (TRUMP SE NE FOTTE DI LEI E DELL'EUROPA), I PROBLEMI REALI BUSSANO ALLA PORTA DI PALAZZO CHIGI. A PARTIRE DALL'ECONOMIA: LA GUERRA IN MEDIORIENTE POTREBBE FAR SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, E CONSEGUENTE AUMENTO DI OGNI PRODOTTO - AGGIUNGERE LA LOTTA CONTINUA CON SALVINI, LA PIEGA AMARA DEI SONDAGGI NEI CONFRONTI DEL GOVERNO E LA POSSIBILE SCONFITTA NELLE MARCHE DEL SUO FEDELISSIMO ACQUAROLI: IL PD CON MATTEO RICCI E' IN VANTAGGIO DI 5 PUNTI E LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA DI ANTICIPARE IL VOTO NELLE MARCHE A SETTEMBRE – SULLE ALTRE QUATTRO REGIONI, LA FIAMMA E' INDECISA SUL TERZO MANDATO CHE FAREBBE FELICE ZAIA IN VENETO, DESTABILIZZANDO IL PD IN CAMPANIA. MA IERI, PRESSATO DA VANNACCI, SALVINI HA PRESO A PRETESTO IL "NO" DI TAJANI, PER SFANCULARE VELOCEMENTE (E SENZA VASELINA) I SUOI GOVERNATORI, ZAIA E FEDRIGA - IL ''NO'' DI TAJANI ERA TRATTABILE: L'OBIETTIVO E' LA FUTURA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA (IL CANDIDATO ''COPERTO'' DI FORZA ITALIA È..)

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…