LA CALDA ESTATE DELLA SEVERINO - TOH, IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA VISITA IL CARCERE DI GENOVA E QUELLO DI SAN VITTORE E SCOPRE L’AFFOLLAMENTO BESTIALE DELLE GALERE ITALICHE. RISULTATO? “SONO FAVOREVOLE ALL’AMNISTIA” (CARA A TANTI CLIENTI VIP DEL SUO STUDIO) - MA LA QUESTIONE DAVVERO SPINOSA SEMBRA ESSERE UN’ALTRA: LA RIFORMA DELLE INTERCETTAZIONI, CHE LEI HA DETTO PIÙ VOLTE ESSERE “NECESSARIA”, MA CHE PROCEDE A RILENTO...

1 - LA SEVERINO "AMNISTIA? DEVE DECIDERE IL PARLAMENTO"...
Fabio Poletti

Lo gridano a San Vittore. E ancora prima lo avevano urlato a Chiavari e al carcere Marassi di Genova. Lo gridano i detenuti che battono con le pentole sulle sbarre del Centro clinico del carcere milanese. E i loro parenti mentre aspettano la visita dal ministro della Giustizia Paola Severino. La richiesta è sempre quella: «Amnistia, amnistia...». La domanda è forte. Il ministro non si sottrae: «Se vogliamo ragionare non con il cuore ma con la testa, l'amnistia è un provvedimento sul quale dobbiamo verificare la disponibilità del Parlamento. Non sono contraria ma su questo può decidere solo il Parlamento».

A chiedere che la pressione sulle carceri italiane venga abbassata ci sono pure gli agenti di Polizia penitenziaria che davanti al carcere genovese aspettano il ministro col lutto al braccio. «Fa sempre impressione sentire una voce dal fondo di una cella», assicura il ministro che nel reparto femminile di San Vittore riceve non solo un coro di proteste, ma pure una toga confezionata dalla sartoria dove lavorano le recluse.

«E' un gesto simbolico ma significativo. Rappresenta il dovere della difesa. Il carcere deve essere l'ultima spiaggia», assicura Paola Severino che sul suo tavolo ha il provvedimento elaborato dai vertici di via Arenula dove ci sono le linee guida per attenuare il regime di detenzione nei reparti a bassa pericolosità. «Riferirò quello che ho visto nelle carceri in Commissione giustizia. Il disegno di legge sulle misure alternative deve avere una corsia preferenziale».

2 - SEVERINO: LA RIFORMA DELLE INTERCETTAZIONI VA FATTA...
Liana Milella per "la Repubblica"

Non promette niente di buono il calendario di luglio sulla giustizia. Disco verde al Senato per la responsabilità civile dei giudici, anche se il testo della legge Comunitaria deve tornare alla Camera. Binario morto per il ddl anti-corruzione sempre a palazzo Madama, col rischio che la legge perda qualsiasi chance di essere approvata per il 2013.

Cattive notizie pure da Montecitorio, dove il Guardasigilli Paola Severino potrebbe presentare un suo testo sulle intercettazioni. Non è detto che faccia in tempo per questo scorcio di luglio, ma certo è che ci sta lavorando. Convinta com´è - lo ripete da due giorni - che «la riforma è difficile, ma va fatta».

Glielo chiedono i giornalisti, è vero, ma il ministro della Giustizia non replica con un "la legge non serve, bastano le norme che ci sono adesso". Tutt´altro. Non è un mistero che il Pdl sta esercitando su Severino fortissime pressioni per ottenere una legge che, anche se non è il bavaglio totale che avrebbe preteso Berlusconi, per certo complicherà assai la vita di pm e giornalisti. L´insistenza del Pdl fa sì che per una legge sulle intercettazioni che va avanti potrebbe essere diverso l´atteggiamento del gruppo su anti-corruzione e responsabilità. Guai a chiamarlo do ut des perché Severino s´arrabbia, ma la partita, vista dal coté berlusconiano, assume quest´aspetto.

Il rischio più grave è che il ddl anti-corruzione si blocchi. Le notizie che arrivano dal Senato non sono confortanti. Soggetto alla discussione in un due commissioni "in congiunta" - Affari costituzionali e Giustizia - per ora può contare su una sola seduta a settimana, e siamo ancora alla discussione generale.

Chiosa la capogruppo del Pd Silvia Della Monica: «Con questo ritmo non ce la faremo neppure a discutere gli emendamenti prima dell´estate. Io l´ho fatto presente, ho chiesto più spazio, ho ribadito che per noi questo ddl è di importanza fondamentale, ma ho avvertito intorno a me grande freddezza. A mio avviso il governo dovrebbe fare la voce grossa e chiedere subito una corsia preferenziale, altrimenti qui rischiamo veramente di perdere il treno del voto favorevole».

A rabbonire il Pdl e a dargli entusiasmo sull´anti-corruzione potrebbero essere proprio le intercettazioni, l´idea che l´agognato traguardo di una leggina bavaglio si avvicini. Severino insiste «sui diritti e sulle esigenze che rappresentano il vertice dei beni costituzionalmente tutelati» e cita «quello dei cittadini alla propria privacy, quello del giornalista di informare, quello del magistrato a lavorare in modo riservato nelle fasi di costruzione delle indagini».

Il Guardasigilli ammette - mentre visita le carceri di Marassi e San Vittore e ai detenuti dice «sull´amnistia decide solo il Parlamento» - che «la materia abbia un livello di difficoltà enorme», ma pur difficile questo resta «un compito da cui non ci può sottrarre». Soprattutto visto che «il ddl è già calendarizzato alla Camera». Difficile dire, sin da ora, quanto stretto sarà il suo bavaglio. Certo è che qualsiasi legge sulle intercettazioni ridurrà comunque le maglie del diritto di cronaca.

 

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