taglio parlamentari

COSA CAMBIERÀ CON IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI? DALLA RAPPRESENTANZA AL  FINO ALL’IMPATTO SUL SENATO - “LA POLARIZZAZIONE CHE VERRÀ DA NUMERI RIDOTTI AUMENTERÀ LA TENTAZIONE DELLE MAGGIORANZE DI TURNO DI SCEGLIERSI IL "LORO" PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. E IL RISCHIO C’È ANCHE PER LA SCELTA DEI MEMBRI DEL CSM E DEI GIUDICI DELLA CORTE COSTITUZIONALE. CON SOLI DUECENTO SENATORI DA ELEGGERE, IL VINCOLO DELLA BASE REGIONALE AUMENTA LE DISTORSIONI…”

Giuseppe Alberto Falci per il “Corriere della Sera”

Ha risposto Massimo Luciano, professore di Diritto Costituzionale alla Sapienza

 

taglio parlamentari

1 È vero che la riforma del taglio dei parlamentari senza una modifica della legge elettorale esistente rischia di non garantire una adeguata rappresentanza dei cittadini?

 «I problemi costituzionali posti dal taglio si aggravano in mancanza di una legge elettorale adeguata. Qui, però, sorgono ulteriori interrogativi, perché le posizioni delle forze politiche sono molto diverse e i tempi per trovare un pieno accordo prima del referendum sono oggettivamente ridotti.

TAGLIO PARLAMENTARI

 

Una legge maggioritaria aumenterebbe il rischio di forti distorsioni, ma anche una legge proporzionale dovrebbe essere pensata accuratamente. Già nel 2014 la Corte costituzionale ha detto che non è legittima una legge proporzionale che "priva l'elettore di ogni margine di scelta dei propri rappresentanti", lasciando che - invece - essa sia "totalmente rimessa ai partiti". Ma è evidente che far scegliere sul serio gli elettori diminuisce il potere dei vertici dei partiti».

 

2 È possibile che partiti anche con percentuali non indifferenti si ritrovino senza parlamentari in alcune parti del territorio?

DI MAIO E IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI

«È una semplice questione aritmetica: minore è il numero dei seggi in palio, minore è il numero dei vincitori. Questo non significa che il numero dei parlamentari debba essere moltiplicato all'infinito, perché si deve trovare un bilanciamento fra esigenze di rappresentanza ed esigenze di costruzione in Parlamento di una maggioranza di governo. Stavolta, però, viste le proporzioni del taglio, il rischio di una rappresentazione inadeguata del panorama politico di alcuni territori è concreto».

 

m5s taglio parlamentari

3 Riduce gli effetti distorsivi della riforma il correttivo costituzionale, previsto dall'accordo di maggioranza, che supera la differenza tra elettorato attivo e passivo fra le due Camere?

«È in discussione, in Parlamento, una proposta di legge costituzionale in questo senso. Ma una simile riforma non risolverebbe nulla quanto ai problemi posti dal taglio. A ben vedere, anzi, li aggraverebbe, perché gli elettori del Senato sarebbero di più, ma con meno seggi da distribuire».

RADICALI PER IL NO AL REFERENDUM

 

4 Un altro dei correttivi previsto dal patto di maggioranza è la riforma per superare la base regionale per l'elezione del Senato. È dirimente?

«Da tempo, in realtà, si parla della prospettiva contraria, cioè di rendere il Senato una Camera rappresentativa delle autonomie. Certo, con soli duecento senatori da eleggere, il vincolo della base regionale aumenta le distorsioni, come dimostra il fatto che con la riforma alcune Regioni subiranno un taglio molto più drastico di altre».

QUIRINALE

 

5 Quali effetti si produrranno sul meccanismo di elezione del presidente della Repubblica anche in ragione dei rapporti di forza dei partiti politici e del numero di delegati regionali? Il rischio è che la coalizione di maggioranza si prenda tutto? 

«La Costituzione vuole che il capo dello Stato sia il rappresentante dell'unità nazionale e la storia dimostra che a funzionare meglio sono state quasi sempre le presidenze che hanno contato su un sostegno parlamentare ampio. La spinta alla polarizzazione dello scontro che verrà da numeri così ridotti, invece,

votazione per ddl costituzionale di riduzione del numero dei parlamentari 1

 

non favorirà certo il dialogo e aumenterà la tentazione delle maggioranze di turno di scegliersi il "loro" presidente, quando invece la Costituzione vuole che chi è presidente lo sia di tutti. Senza contare che, come è stato messo in evidenza da molti, il peso relativo dei delegati regionali nel Parlamento in seduta comune sarà più forte, alterando il delicato equilibrio voluto dai Costituenti».

 

6 Succederà la stessa cosa per l'elezione dei membri del Csm e dei giudici della Corte costituzionale?

«Il rischio c'è, evidentemente, anche se in questo caso vi sono antiche convenzioni costituzionali che comporterebbero scelte bilanciate, capaci di tener conto di tutte le culture istituzionali presenti nel Paese».

votazione per ddl costituzionale di riduzione del numero dei parlamentari

 

7 Nel caso in cui entrasse in vigore la riforma, oltre alla modifica della legge elettorale bisognerà intervenire, e come, sui regolamenti parlamentari?

«Specie al Senato, la riforma dei regolamenti parlamentari è addirittura essenziale, ma nelle discussioni sulla legge di revisione non c'è quasi traccia del problema. I regolamenti vigenti sono tutti costruiti attorno ai numeri precedenti e non potranno funzionare bene con i numeri nuovi. Basta pensare al numero dei componenti oggi previsto per Ufficio di presidenza, giunte e commissioni.

m5s taglio parlamentari

 

Basterebbe ridurlo? Non si porrebbero problemi di rappresentatività? E come faranno a essere presenti in tutte le commissioni i gruppi più piccoli? Sarebbe necessario, quanto meno, accorpare alcune commissioni, riducendo così il numero complessivo. Ma non sarà semplice. E il 20 settembre è alle porte».

senatobagarre in senato sul decreto elezioni 2

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO