SE QUESTA E’ UNA LISTA PULITA – FERMI TUTTI! LA CAPOLISTA DEL PD IN CAMPANIA AL SENATO ROSARIA CAPACCHIONE SOTTO PROCESSO PER CALUNNIA (MA BERSANI LO SAPEVA?) OTTIENE IL “LEGITTIMO IMPEDIMENTO” PER “IMPEGNI IMPROCRASTINABILI” E SALTA LA SENTENZA (MA LEI NON E’ IL BANANA E I GIUDICI DICONO OK) – PER IL “FATTO” “RITORNA IN CAMPO NICOLA COSENTINO, ED È SUBITO MACCHINA DEL FANGO”…

Carlo Tarallo per Dagospia

La Campania non è Italia! Vero, verissimo: qui non si tratta di fischiare l'inno allo stadio Olimpico, ma di avere, a quanto pare, altre regole morali, politiche e civili rispetto a quelle del resto della nazione. Mentre impazza la polemica sulle liste pulite, a quanto pare Bersani non sa, non vede, non parla, non risponde e manco smentisce (per non parlare dei dirigenti regionali del Pd, che sarebbero i veri responsabili di questo guaio). Cosa?

Che la capolista del Pd al Senato in Campania, Rosaria Capacchione, è imputata per calunnia ai danni del luogotenente della Guardia di Finanza Luigi Papale, che si è costituito parte civile e che all'epoca dei fatti stava indagando sul fratello Salvatore Capacchione. Papale sarebbe stato preso di mira dalla senatrice piddina "in pectore" proprio per le indagini sul fratello;

Che la sentenza in programma ieri è saltata per "legittimo impedimento" della Capacchione! La richiesta dei suoi legali (manco fossero dei Nosferatu Ghedini qualunque) di un rinvio per "impegni improcrastinabili" è stata accolta dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (non ditelo a Berlusconi!) e ha evitato la possibilità che una condanna rendesse obbligatoria una repentina "rivisitazione" delle liste;

Che la eventuale condanna della Capacchione dopo le elezioni rappresenterebbe una "grana" pesantissima e che il partito napoletano e campano da ieri è comunque già letteralmente terrorizzato dall'idea di affrontare una campagna decisiva (la regione è tra quelle in bilico) con l'arma delle "liste pulite" spuntata: come continueranno i sinistrati ad azzannare il Pdl sugli "impresentabili" quando la capolista è imputata per calunnia contro un appartenente alla Guardia di Finanza?

ma se Bersani tutte queste cose (come sembra) non le sapeva, chi doveva dirgliele prima che scoppiasse il caso? Forse il segretario regionale Enzo Amendola, neocandidato in un posto "blindato" e senza passare per le primarie? Ah saperlo...

2-PROCESSO CAPACCHIONE, LEGALE OTTIENE RINVIO UDIENZA
Mario De Michele per Campanianotizie.com

È saltata l'udienza del processo a carico di Rosaria Capacchione, imputata per il presunto reato di calunnia, nell'ambito dell'inchiesta a carico del fratello Salvatore (clicca qui per leggere l'articolo che ricostruisce la vicenda). Il giudice del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sezione distaccata di Caserta, ha accolto la richiesta di rinvio presentata da Vittorio Giaquinto, avvocato della giornalista, per impegni improcrastinabili.

La notizia del processo ai danni di Rosaria Capacchione, capolista del Pd al Senato in Campania, è stata pubblicata oggi dalla Gazzetta di Caserta. La giornalista deve rispondere di calunnia ai danni del luogotenente della Guardia di Finanza Luigi Papale, che si è costituito parte civile. All'epoca dei fatti, quest'ultimo stava indagando sul fratello Salvatore.

Secondo quanto riporta la Gazzetta di Caserta, la Capacchione avrebbe costruito false accuse contro Papale, riferendo all'allora comandante delle Fiamme Gialle di Terra di Lavoro che il luogotenente aveva intascato dei soldi dalla famiglia Coppola, in competizione con Salvatore Capacchione per l'acquisto di terreni e capannoni nell'area ex Saint Gobain di Caserta.

3- TORNA COSENTINO E LA MACCHINA DEL FANGO...
F.Q. per il "Fatto quotidiano"

Ritorna in campo Nicola Cosentino, ed è subito macchina del fango. Nick 'o mericano, come lo chiamavano gli amici Casalesi, ieri è tornato in campo per riconquistare uno scranno nei piani alti della politica. Non più alla Camera, ma al Senato. Torna Nick e attacca col lanciafiamme il Pd e la capolista Rosaria Capacchione, la giornalista minacciata dai clan della camorra e per questo sotto scorta.

"La sinistra e il Pd pensino ai loro guai giudiziari", dice Cosentino, che invita a leggere la stampa locale. La GazzettadiCaserta, in modo particolare. Il quotidiano, molto vicino a Cosentino, più volte al centro di polemiche per alcuni scoop, ieri ha pubblicato in prima pagina la notizia di un processo a carico della giornalista candidata. "Capacchione indagata", è il titolo, occhiello : "A quello lo finiamo".

È una storia vecchia che riguarda alcune indagini e processi a carico del fratello imprenditore della Capacchione, con il contorno di un processo per calunnia a carico della cronista. L'accusa: aver offeso un luogotenente della Guardia di finanza con frasi pesantissime, la sentenza è prevista per oggi. Ecco cosa avrebbe detto la Capacchione secondo il quotidiano casertano: "Certi esponenti della Guardia di finanza sono peggio di Sandokan", uno dei capi storici dei Casalesi.

L'accusa di calunnia, si legge ancora nell'articolo, "trova il suo fondamento nel rapporto del maggiore Vittorio Capriello, ex comandante delle Fiamme gialle a Caserta", dal quale la Capacchione era andata per protestare contro l'ufficiale della Gdf, parte civile nel processo, e le sue ricostruzioni sul conto suo e del fratello. "Quel militare sarebbe stato ‘pagato', per costruire false accuse, dalla famiglia Coppola di Pinetamare (rivale di Capacchione per l'acquisto di suoli e capannoni nell'ex area Saint Gobain di Caserta)".

L'articolo continua ricostruendo l'attività imprenditoriale di Salvatore Capacchione, fratello della giornalista, dei suoi affari e di un giro vorticoso di assegni transitati direttamente sui conti correnti della giornalista. "Se non la smette lo andiamo ad uccidere col mitra", è una delle frasi attribuita alla giornalista dalla Gazzetta di Caserta. Parole pesanti per il Pd che vede una delle sue candidature vetrina messa nel tritacarne di accuse infamanti. "Nitto Palma sta svolgendo con diligenza il suo compito: è diventato un vero esperto della macchina del fango. Il suo unico compito è quello di fare l' avvocato di Nicola Cosentino".

È la risposta di Enzo Amendola, segretario regionale del Pd Campania. "Più che commissario di un partito - aggiunge - l'emissario di Berlusconi è il curatore fallimentare del Pdl regionale diviso in continue diatribe e veleni. Ci accusa di essere preoccupati dalla candidatura di Cosentino: si sbaglia di grosso visto il giudizio della stragrande maggioranza dei campani sul curriculum giudiziario e sul potere politico dell'ex sottosegretario che rimane il vero padrone del Pdl, nonostante Stefano Caldoro - oggi richiamato all'ordine anche da Berlusconi - faccia finta di non saperlo. Non è un caso che l'avvocato di Cosentino cerchi di rilanciare accuse nei confronti degli esponenti Pd che con chiarezza hanno descritto l'ascesa al potere dell'ex sottosegretario all'Economia".

Una brutta storia, quella raccontata dal quotidiano casertano molto vicino a Cosentino, contestata dalla giornalista e dai suoi legali. Il processo per calunnia a carico della Capacchione risale al 2004, ma nel fascicolo non ci sarebbero le intercettazioni citate dal quotidiano. Il dibattimento sta andando avanti solo con le deposizioni dei testimoni, degli accusati e delle vittime.

Se intercettazioni esistono, non sono state trascritte e quindi non sono a disposizione della difesa. Anche per quanto riguarda i soldi, nell'articolo si parla di 5 miliardi di lire, transitati sul conto della giornalista, si tratta di assegni staccati a favore del fratello Salvatore, all'epoca - dicono ambienti vicini alla Capacchione - vittima di una banda di usurai. Chi conosce bene la famiglia Capacchione ricorda le minacce ricevute, bombe e animali sgozzati fatti trovare sotto casa, nel periodo più intenso dell'attività imprenditoriale del fratello della giornalista.

2 - PROCESSO PER CALUNNIA LA CRONISTA ANTI-CLAN IMBARAZZA IL PD
NAPOLI, BUFERA SULLA CAPACCHIONE...
Antonio Salvati per "La Stampa"

L' istanza di rinvio è stata accolta. Per questo Rosaria Capacchione, la giornalista casertana sotto scorta da tempo perché finita nel mirino del clan dei Casalesi, tornerà in un'aula del tribunale di Santa Maria Capua Vetere solo il primo marzo. Ad elezioni concluse. La decisione è di ieri mattina, quando il suo legale - l'avvocato Vittorio Giaquinto - ha chiesto e ottenuto il rinvio.

Rosaria Capacchione è infatti capolista al Senato in Campania per il Pd, con una candidatura voluta fortemente dal segretario nazionale Pier Luigi Bersani. Ecco il motivo per cui un processo per calunnia, che stancamente si trascina ormai da oltre sette anni, diventa improvvisamente così importante. La Capacchione è accusata di calunnia dal sottufficiale della Finanza Luigi Papale che si è anche costituito parte civile. Tutto nasce da una chiacchierata che la Capacchione ebbe, in maniera informale all'interno di un bar spiega la difesa della giornalista, con un ufficiale della Finanza.

In sostanza la Capacchione avrebbe rivelato la poca attendibilità del sottufficiale Papale che indagava sul conto del fratello, il costruttore Salvatore Capacchione. L'ufficiale avrebbe redatto un'informativa che avrebbe poi portato ad accertamenti sul conto di Papale, verifiche che avrebbero appurato la condotta cristallina del finanziere. Il processo verte, dunque, su quanto contenuto in questa relazione di servizio. Un capitolo a parte riguarda le intercettazioni dei colloqui telefonici tra Rosaria Capacchione e suo fratello. «Quelle telefonate sono state dichiarate non utilizzabili all'interno del processo», spiega l'avvocato Vittorio Giaquinto.

 

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