CARO SUDARIO - LO SCOOP DELLA CNN SULLE PAURE DI STEVENS DI ESSERE TRUCIDATO IN LIBIA è STATO FATTO LEGGENDO IL SUO DIARIO, TROVATO A BENGASI - AVEVA PROMESSO ALLA FAMIGLIA DI NON USARLO, MA POI “LA NOTIZIA ANDAVA DATA” - IL DIPARTIMENTO DI STATO “DISGUSTATO” DAL NETWORK - TE CREDO: IL DIARIO RIVELA LA SICUREZZA-COLABRODO DEGLI USA IN MEDIO ORIENTE...

1- CNN: IL VIDEO DEL RITROVAMENTO DEL CORPO DI CHRIS STEVENS
http://bit.ly/Q0g25R


2- DIPARTIMENTO DI STATO: "CNN DISGUSTOSA, INDIFENDIBILE. UN MOMENTO DI CUI NON ANDARE FIERI"

Dal comunicato di Philippe Reines, portavoce del Dipartimento di Stato USA: "Quale persona ha come primo istinto quello di rimuovere da una scena del crimine il diario di un uomo appena ucciso insieme ad altri tre americani che servivano il nostro paese, leggerlo, trascriverlo, mandarlo via email in giro per la redazione, e solo quando la sua curiosità è pienamente soddisfatta pensa a chiamare la famiglia o ad avvertire le autorità"?


3- DIARIO «RUBATO» DI STEVENS: LA CASA BIANCA ACCUSA LA CNN
«VIOLATO IL PATTO CON LA FAMIGLIA DELL'AMBASCIATORE»
L.Cr. per il "Corriere della Sera"

Era preoccupato l'ambasciatore Chris Stevens arrivando a Bengasi. C'erano continui allarmi per la sicurezza sua e dei colleghi. Eppure era anche felice di tornare nella città che l'anno scorso l'aveva visto al cuore della rivoluzione libica. È ciò che emerge dal suo diario personale ritrovato tra i resti dei mobili carbonizzati del consolato. Un documento forse più umano che politico. Eppure per questo la Cnn è sotto accusa.

Ha individuato il diario dell'ambasciatore ucciso e lo ha letto. Uno scoop in violazione di un patto con la famiglia che aveva chiesto di non divulgare il materiale. Una decisione quella della tv satellitare che ha provocato una tempesta. Il dipartimento di Stato ha parlato di condotta «ripugnante» e «inscusabile». I congiunti del funzionario, pur chiusi nel loro dolore, hanno fatto trapelare irritazione mista a rabbia.

La storia ha come scenario - secondo diverse ricostruzioni - il consolato di Bengasi, distrutto dalle fiamme. È qui che la Cnn entra in possesso di un taccuino dove l'ambasciatore ha riempito 20-30 pagine di annotazioni. La tv afferma di aver informato «nel giro di poche ore» la famiglia di Stevens e il dipartimento di Stato. I parenti del diplomatico chiedono di tenere segreto il contenuto e reclamano il quadernetto.

Quindi si decide di affidare il diario a Guido De Sanctis, il console italiano e l'unico diplomatico occidentale rimasto a città. A lui poi il compito di rimandare il diario all'ambasciata americana di Tripoli. Primi ad evacuare sono stati gli americani dopo l'assalto.

Ma è in America che l'intesa salta. Il giornalista Anderson Cooper svela in trasmissione che Stevens, negli ultimi tempi, avrebbe manifestato tre timori: il crescere delle minacce nei suoi confronti, la presenza di nuclei terroristici, l'inserimento del suo nome nella lista nera di Al Qaeda. Cooper cita, a sostegno delle rivelazioni, «fonti vicine a Stevens». Quelle «fonti» sono il diario? Indiscrezioni sembrano escluderlo ma non vi è certezza.

A Washington comunque non gradiscono e neppure la famiglia è contenta: è stata violata la privacy di una vittima, è stato usato materiale utile all'indagine. Arrivano così gli attacchi pubblici alla Cnn. Che si difende sostenendo di aver inviato ai familiari una trascrizione del documento e di aver poi verificato gli scritti interpellando altri protagonisti. La tv aggiunge che ha reso note le informazioni perché è diritto dei cittadini conoscere quello che è avvenuto. È strano - aggiungono - che il dipartimento se la prenda «con il messaggero».

Nella sua risposta l'emittente satellitare tocca un punto sensibile, quello della protezione assicurata a Stevens. Se il diplomatico era diventato un target - ci si chiede - è stato tutelato? E quante di quelle note allarmanti erano conosciute a Washington? La ricostruzione - peraltro piena ancora di «buchi» - dell'assalto ha evidenziato tre aspetti: l'ambasciatore aveva una scorta minima (5 uomini), il consolato non era certo un bunker, c'è stato un collasso nella rete di sicurezza. Le fonti giornalistiche americane ci raccontano che il diario era appena stato iniziato.

Vi si trovano appunti sugli incontri quotidiani del diplomatico, osservazioni sulle trattative per la formazione del nuovo governo libico. Vi si legge il suo entusiasmo di sempre per il lavoro, i contatti umani. A Bengasi aveva una rete di conoscenze vasta e profonda. Vi descrive il verde del giardino attorno al consolato. Le ultime note sono scritte solo poche ore prima di morire. Compreso quell'ultimo accenno alla «sicurezza» e la necessità di tenere un basso profilo. Un fastidio per lui che amava mischiarsi alla popolazione, scendere in strada, andare al mercato.

 

CHRIS STEVENS CON IL CAPO DEI RIBELLI LIBICI JALILj christopher stevens AMBASCIATORE USA IN LIBIA CHRIS STEVENS MENTRE INAUGURA LA SEDE CONSOLARE DI BENGASI ATTACCATA DAGLI ISLAMICI CHRIS STEVENS AMBASCIATORE AMERICANO IN LIBIA ANDERSON COOPER DURANTE L URAGANO KATRINA jpegANDERSON COOPER CNN consolato di bengasi in fiammeislamici attaccano il consolato americano in libiagli islamici celebrano l attacco al consolato di bengasi

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…

giorgia meloni giampaolo rossi antonino monteleone laura tecce antonio preziosi monica giandotti pierluigi diaco

PRIMA O POI, AFFONDE-RAI! - MENTRE IN CDA SI TRASTULLANO SUGLI ASCOLTI DECLINANTI DI “TG2 POST”, SI CHIUDONO GLI OCCHI SULLO STATO ALLA DERIVA DI RAI2 E DI RAI3 - UN DISASTRO CHE NON VIENE DAL CIELO. LA TRASFORMAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PROGRAMMI DALLE TRE RETI A DIECI DIREZIONI IN BASE AL "GENERE" (INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, FICTION, ECC.), AVVIATA DA FUORTES NEL 2021 MA IMPLEMENTATA DALL’AD GIAMPAOLO ROSSI (CON LA NOMINA DELLA DIREZIONE DEL "COORDINAMENTO GENERI" AFFIDATA A STEFANO COLETTA), HA PORTATO ALLA PERDITA DI IDENTITÀ DI RAI2 E DI RAI3 MA ANCHE AL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI (E DELLE PUBBLICITÀ) - LO SCIAGURATO SPACCHETTAMENTO HA PORTATO A UNA CENTRALIZZAZIONE DECISIONALE NELLE MANI DI ROSSI E A UN DOVIZIOSO AUMENTO DI POLTRONE E DI VICE-POLTRONE, CHE HA FATTO LA GIOIA DEI NUOVI ARRIVATI AL POTERE DI PALAZZO CHIGI - PURTROPPO IL SERVILISMO DI UNA RAI SOTTO IL TALLONE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI NON PAGA. LE TRASMISSIONI CHE DOPO UNA MANCIATA DI PUNTATE FINISCONO NEL CESTINO ORMAI NON SI CONTANO PIÙ. TANTO CHE I DUE CANALI SONO STATI RIBATTEZZATI ‘’RAI2%’’ E ‘’RAI3%’’...

fabio pinelli soldi csm

DAGOREPORT – ALTRO CHE SPENDING REVIEW AL CSM TARGATO FABIO PINELLI – IL VICEPRESIDENTE DI NOMINA LEGHISTA SEMBRA MOLTO MENO ATTENTO DEL PREDECESSORE NELLA GESTIONE DELLE SUE SPESE DI RAPPRESENTANZA – SE NEL 2022, QUANDO ERA IN CARICA DAVID ERMINI, ERANO STATE SBORSATI APPENA 4.182 EURO SU UN BUDGET TOTALE DI 30 MILA, CON L’ARRIVO DI PINELLI NEL 2023 LE SPESE DI RAPPRESENTANZA PER TRASFERTE E CONVIVI SONO LIEVITATE A 19.972 EURO. E NEL 2024 IL PLAFOND DISPONIBILE È STATO INNALZATO A 50 MILA EURO. E PER LEGGE IL VICEPRESIDENTE DEL CSM NON DEVE DETTAGLIARE LE PROPRIE NOTE SPESE DI RAPPRESENTANZA...

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO