cossiga andreotti

CARO NEMICO TI SCRIVO - IL CARTEGGIO COSSIGA-ANDREOTTI AIUTA A (RI)SCRIVERE LA STORIA D’ITALIA. I DUE NON SI AMAVANO, MA DALLE LETTERE PRIVATE EMERGONO ANCHE ATTESTAZIONI DI STIMA E AFFETTO. DA SIGONELLA AL CROLLO DELLA PRIMA REPUBBLICA, I PASSAGGI PIU’ SIGNIFICATIVI

Filippo Ceccarelli per “la Repubblica

 

GIUSEPPE SANGIORGIGIUSEPPE SANGIORGI

«Caro Giulio», scrive Cossiga, «Caro Francesco» risponde Andreotti. Con il passare degli anni - e sono ormai trenta - gli archivi rischiarano tante vicende della storia politica italiana. Nelle loro carte private, gli ultimi due grandi democristiani si scambiano attestazioni di stima e d' affetto, ma anche sottigliezze, sbocchi di risentimento e perfino di disperazione.

 

SERENA E GIULIO ANDREOTTISERENA E GIULIO ANDREOTTI

Ma ciò che più colpisce oggi sono i pensieri neri su quanto entrambi percepivano di minaccioso, e che di lì a poco li avrebbe travolti insieme a ogni equilibrio. Dal Quirinale Cossiga sembra aver capito tutto, ma non può fare nulla. A Palazzo Chigi Andreotti forse potrebbe anche, però fino all' ultimo spera che la prudenza abbia la meglio. Sia come sia, quando si scrivono è come se già conoscessero il loro destino.

 

cossiga e andreotticossiga e andreotti

In questo senso, il documento più drammatico è una lettera a mano, in stampatello, che nell' agosto del 1990, agli esordi della prima guerra in Iraq, l' allora presidente della Repubblica scrive dalle vacanze in Cadore «con un carattere e un tono del tutto confidenziale», ma che è pur sempre diretta al presidente del Consiglio in carica:

 

cossiga e andreotti 7cossiga e andreotti 7

«Mi rivolgo a te da semplice cittadino - esordisce Cossiga - perché alcuni dei miei collaboratori mi hanno decisamente interdetto di occuparmi del caso Irak, che è cosa "che non mi deve interessare" e che può portarmi sui giornali! Mi hanno sospeso dalle mie funzioni di Capo dello Stato e mi hanno intimato non solo di non parlare con alcuno perché "potrei essere frainteso", ma quasi neanche di tenermi informato, cosa che invece faccio clandestinamente!

 

cossiga e andreotti 3cossiga e andreotti 3

Questo stesso scriverti, anche senza entrare nel merito, è contro le direttive ed istruzioni che mi sono state... impartite: ma sono certo che non mi tradirai». Seguono recriminazioni contro la «sinistra khomeinista della Dc», accuse a chi lo descrive in confidenza con Licio Gelli, accenni al «potere incancrenitosi nella Rai».

 

Prosegue la missiva una specie di grido: «Io non posso fare quasi nulla: anzi per qualche mio consigliere, nulla non solo non posso ma non debbo fare: salvo il piangere o il ridere, che è moto personale del cuore, non disciplinato dalla Costituzione né dalle leggi». Infine una richiesta di soccorso: «La mia fiducia in te, per la grande esperienza che hai di uomini e cose, è grande».

 

cossiga e andreotti cossiga e andreotti

È da diverso tempo che Giuseppe Sangiorgi, già giornalista del Popolo e a lungo stretto collaboratore di Ciriaco De Mita, poi segretario dell' Istituto Sturzo e autore di un fondamentale diario sulla Dc negli anni '80 ( Piazza del Gesù, Mondadori, 2005) lavora sullo sterminato e leggendario archivio Andreotti (in via di sistemazione grazie anche al lavoro della figlia Serena), integrando i testi del carteggio con ricordi e testimonianze.

 

I primi risultati di questo suo impegno, destinato a un progetto a più voci, hanno trovato provvisoria sistemazione in una monografia intitolata Lettere di fine Repubblica. Si parte dall' elezione di Cossiga - farai bene, è l' augurio di Andreotti, «io credo nella grazia di Stato» - e si conclude con le dimissioni (1992) anticipate, sembra di capire, senza che il capo del governo ne sappia nulla: «La difficoltà di vederti mi addolora sul piano personale ed è delicata per la funzionalità dello Stato».

cossiga e andreotti  6cossiga e andreotti 6

 

Nel mezzo degli eventi vengono fuori diverse vicende ignote. Non si sapeva ad esempio che nel dicembre del 1976 Cossiga si dimise da ministro dell' Interno con la motivazione che l' emergenza terrorismo era tale da impegnare in prima persona il capo del governo (appunto Andreotti).

 

carteggio tra cossiga e andreotticarteggio tra cossiga e andreotti

Inediti sono poi alcuni retroscena di Sigonella (1986). In un telegramma «segretissimo» e «custodito in cassaforte» l' ambasciatore a Bruxelles Sensi avvisa Andreotti che il comandante supremo delle forze Nato, Rogers, non condivide la gestione del governo americano e in particolare l' intervento della Delta Force.

 

Così come non era noto il botta e risposta che l' allora ministro degli Esteri ha con l' ambasciatore americano Rabb sempre su quella vicenda che lascia in lui più di un dubbio, tanto da spingerlo a parecchi anni dai fatti, nel 2000, a chiedere alla Farnesina di appurare «se il telefono mio e quello di Craxi erano sotto controllo».

 

carteggio tra cossiga e andreotti carteggio tra cossiga e andreotti

Gli argomenti trattati nel carteggio tra Cossiga e Andreotti, scrive Sangiorgi, «sono spesso complessi e di grande rilievo politico istituzionale, ma traspare anche un senso di drammatica impotenza di queste due personalità nel loro assistere allo sgretolarsi di un regime durato mezzo secolo».

 

L' improvvisa rivelazione di Gladio certamente li divide: Cossiga l' apprende dalle agenzie, a cose fatte, e subito ci vede una manovra ai suoi danni; Andreotti tarda forse a respingere «la sciocca e infondata tesi che quando ne parlai in Parlamento mirassi a danneggiare o a creare fastidio a te».

 

carteggio tra cossiga e andreotti  carteggio tra cossiga e andreotti

Colpisce, nel carteggio, quest' amicizia su cui si proiettano le tensioni del potere insieme a spunti d' inconfondibile cerimoniosità democristiana tipo i ringraziamenti «per la bella medaglia del 'Tullianum'» che nel pieno della bufera Giulio non manca di inviare personalmente a Francesco.

 

E tuttavia ciò che più impressiona al giorno d' oggi è che i problemi su cui cominciò a incepparsi il sistema di potere dopo gli sconvolgimenti del 1989, restano al dunque quelli di oggi: la collocazione internazionale dell' Italia, con particolare riguardo al Medio Oriente; i rapporti fra politica e magistratura; l' intangibilità o meno della Costituzione.

carteggio tra cossiga e andreotti    carteggio tra cossiga e andreotti

 

Su tale questione, nel 1991, Cossiga invia un messaggio alle Camere che Andreotti si rifiuta di firmare e in privato gliene mette nero su bianco i motivi criticando con risolutezza il tono «eccessivamente negativo» del suo scritto e rimproverandogli di usare «più volte l' espressione delegittimazione, e questo potrebbe al limite portare anche alla legittimazione della disobbedienza civile».

 

La «spietata fotografia della situazione», secondo Andreotti, porta a «una squalifica generale che sarebbe ingiusta e foriera di incertezze». L' interpretazione del risultati del referendum Segni sulle preferenze non lo convince: «La reiterata contrapposizione tra popolo sovrano e rappresentanza è pericolosa».

 

andreotti e cossigaandreotti e cossiga

In quel solo mese di giugno Sangiorgi dà conto di 34 lettere, tra ricevute e inviate. Un sintomo d' incomunicabilità che Andreotti nota: «Il mio telefonino tace e si moltiplicano le corrispondenze scritte». Poco dopo, a sorpresa, Francesco nomina senatore a vita Giulio, che però non la prende bene sospettando sia un modo per spedirlo in pensione.

NAPOLITANO ANDREOTTI COSSIGA PRODI NAPOLITANO ANDREOTTI COSSIGA PRODI

 

Ma siccome la storia è più complicata di come se la raccontano i potenti, beh, alla fine sarà proprio quella nomina, come riconosce con gratitudine a Cossiga la signora Andreotti, a salvare il marito dall' arresto.

Ultimi Dagoreport

biennale di venezia antonio monda pietrangelo buttafuoco alessandro giuli alfredo mantovano

DAGOREPORT - ANTONIO MONDA, IL ''BEL AMI'' PIÙ RAMPINO DEL BEL PAESE, È AGITATISSIMO: SI È APERTA LA PARTITA PER LA DIREZIONE DELLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA DEL 2026 - UNA POLTRONISSIMA, CHE DOVREBBE FAR TREMARE I POLSI (È IN CONCORRENZA CON IL FESTIVAL DI CANNES), CHE DA ANNI TRAVAGLIA LA VITA E GLI INCIUCI DEL GIORNALISTA MONDA, MAGNIFICAMENTE DOTATO DI UNA CHIAPPA A SINISTRA (“REPUBBLICA” IN QUOTA ELKANN); MENTRE LA NATICA DI DESTRA, BEN SUPPORTATA DAL FRATELLO ANDREA, DIRETTORE DELL’”OSSERVATORE ROMANO”, GODE DEI BUONI RAPPORTI CON IL PIO ALFREDO MANTOVANO - ALL’ANNUNCIO FATALE DI GIULI, SU INPUT DI MANTOVANO, DI CONSEGNARE LA MOSTRA DEL 2026 NELLE MANINE FATATE DI MONDA, IL PRESIDENTE DELLA BIENNALE BUTTAFUOCO, CHE NON HA MAI STIMATO (EUFEMISMO) L’AEDO DELLA FUFFA ESOTERICA DI DESTRA, AVREBBE ASSUNTO UN’ESPRESSIONE ATTONITA, SAPENDO BENE COSA COMPORTEREBBE PER LUI UN FALLIMENTO NELLA RASSEGNA CINEMATOGRAFICA, MEDIATICAMENTE PIÙ POPOLARE E INTERNAZIONALE (DELLE BIENNALI VENEZIANE SU ARCHITETTURA, TEATRO, BALLETTO, MUSICA, NON FREGA NIENTE A NESSUNO)

marina berlusconi silvio vanadia greta jasmin el moktadi in arte grelmoss - 3

DAGOREPORT - BUNGA BUNGA FOREVER! IL VERO ''EREDE ORMONALE" DI SILVIO BERLUSCONI È IL NIPOTE SILVIO, RAMPOLLO PRODOTTO DEL MATRIMONIO DI MARINA CON MAURIZIO VANADIA - SE IL CAVALIER POMPETTA PROVOCAVA INQUINAMENTO ACUSTICO E DANNI ALL'UDITO GORGHEGGIANDO CANZONI FRANCESI E NAPOLETANE, IL VENTENNE EREDE BERLUSCHINO NON E' DA MENO: E' BEN NOTO ALLE SPERICOLATE NOTTI MILANESI LA SUA AMBIZIONE DI DIVENTARE UN MITO DEL RAP, TENDENZA SFERA EBBASTA E TONY EFFE - SUBITO SPEDITO DA MAMMA MARINA A LONDRA, IL DISCOLO NON HA PERSO IL VIZIO DI FOLLEGGIARE: DA MESI FA COPPIA FISSA CON LA CURVACEA GRETA JASMIN EL MOKTADI, IN "ARTE" GRELMOS. PROFESSIONE? CANTANTE, MODELLA E INFLUENCER, NATA A NOVARA MA DI ORIGINI MAROCCHINE (COME LA RUBY DEL NONNO) - IL RAMPOLLO SU INSTAGRAM POSTA FOTO CON LE MANINE SULLE CHIAPPE DELLA RAGAZZA E VIDEO CON SOTTOFONDO DI CANZONI CON RIME TIPO: "GIRO A SANTA COME FA PIER SILVIO, MANCA UN MILIARDINO. ENTRO IN BANCA, MI FANNO L'INCHINO". MA PIER SILVIO È LO ZIO E MARINA E' FURIBONDA... - VIDEO

francesca fialdini mario orfeo

DAGOREPORT: MAI DIRE RAI! – COME MAI “REPUBBLICA” HA INGAGGIATO UNA BATTAGLIA CONTRO L’ARRIVO DI NUNZIA DE GIROLAMO AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI NELLA DOMENICA POMERIGGIO DI RAI1? NON È UN MISTERO CHE IL DIRETTORE, MARIO ORFEO, ANCORA MOLTO INFLUENTE A VIALE MAZZINI, STIMA MOLTO LA FIALDINI (FU LUI A FAVORIRNE L’ASCESA DA DIRETTORE GENERALE) - PER EVITARE IL SILURAMENTO DEL PROGRAMMA DELLA CONDUTTRICE, A LARGO FOCHETTI HANNO MESSO NEL MIRINO PRIMA IL TRASH-SEX SCODELLATO DA NUNZIA COL SUO "CIAO MASCHIO", E POI IL PRESIDENTE RAI AD INTERIM, IL LEGHISTA ANTONIO MARANO, PER UN PRESUNTO CONFLITTO DI INTERESSI - MA L'ORGANIGRAMMA RAI VUOLE CHE IL DIRIGENTE RESPONSABILE DEL DAY-TIME, DA CUI DIPENDE IL PROGRAMMA DELLA FIALDINI, SIA ANGELO MELLONE...

elly schlein friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT - ELLY HA FINALMENTE CAPITO DA CHE PARTE STARE? – IN POCHI HANNO NOTATO UNA IMPORTANTE DICHIARAZIONE DI SCHLEIN SULL’UCRAINA: “SUL TRENO PER KIEV, CON I LEADER DI FRANCIA E GERMANIA, CI SAREI ASSOLUTAMENTE STATA” – LA SEGRETARIA CON UNA FIDANZATA E TRE PASSAPORTI E' PRONTA AD  ABBANDONARE IL PACIFISMO PIÙ OTTUSO PER ADERIRE A UNA LINEA PIÙ REALISTA E PRAGMATICA? – IN CAMPANIA ELLY È VICINA A UN ACCORDO CON DE LUCA SULLE REGIONALI (MEDIATORE IL SINDACO MANFREDI) – OTTIME NOTIZIE DAI SONDAGGI DELLE MARCHE: IL PIDDINO MATTEO RICCI È DATO AL 51%, CONTRO IL 48 DEL MELONIANO ACQUAROLI…

chiocci vespa rossi

FLASH! – IN RAI STA NASCENDO UNA COALIZIONE CONTRARIA AL DINAMISMO POLITICO DI GIANMARCO CHIOCCI, CHE PARLA SPESSO CON ARIANNA E GIORGIA MELONI, DISPENSANDO MOLTI CONSIGLI DELLA GOVERNANCE RAI – IL MOVIMENTISMO DEL DIRETTORE DEL TG1 E DI BRUNO VESPA HANNO GRANDE INFLUENZA SU PALAZZO CHIGI, E I LORO ''SUSSURRI'' FINISCONO PER RIMBALZARE SULL’AD GIAMPAOLO ROSSI, CHE SI TROVA ISOLATO DAI DUE DIOSCURI – E FAZZOLARI? PREFERISCE RESTARE IN DISPARTE E ESERCITARE LA SUA INFLUENZA SUI GIORNALISTI NON ALLINEATI AL GOVERNO MELONI...

giorgia meloni matteo piantedosi ciriani cirielli mantovano santanche lollobrigida

DAGOREPORT - PROMOSSI, BOCCIATI O RIMANDATI: GIORGIA MELONI FA IL PAGELLONE DEI MINISTRI DI FDI – BOCCIATISSIMO MANTOVANO, INADEGUATO PER GESTIRE I RAPPORTI CON IL DEEP STATE (QUIRINALE, SERVIZI, MAGISTRATURA) E DOSSIER IMMIGRAZIONE – RESPINTO URSO, TROPPO COINVOLTO DAL SUO SISTEMA DI POTERE – CADUTO IN DISGRAZIA LOLLOBRIGIDA, CHE HA PERSO NON SOLO ARIANNA MA ANCHE COLDIRETTI, CHE ORA GUARDA A FORZA ITALIA – BOLLINO NERO PER IL DUO CIRIANI-CIRIELLI - DIETRO LA LAVAGNA, LA CALDERONE COL MARITO - NON ARRIVA ALLA SUFFICIENZA IL GAGA' GIULI-VO, MINISTRO (PER MANCANZA DI PROVE) DELLA CULTURA - LA PLURINDAGATA SANTANCHÉ APPESA A LA RUSSA, L'UNICO A CUI PIEGA IL CAPINO LA STATISTA DELLA GARBATELLA – SU 11 MINISTRI, PROMOSSI SOLO IN 5: FITTO, FOTI, CROSETTO, ABODI E…