
CARROCCIO AL CARTOCCIO! IL GELO DI ZAIA SULLA MOSSA DI SALVINI DI NOMINARE SUOI VICE, SILVIA SARDONE (AL POSTO DI CRIPPA) E ROBERTO VANNACCI: “È UNA PREROGATIVA DEL SEGRETARIO, È GIUSTO E LO RISPETTO. MI FERMO QUI. NEL SENSO CHE NON È CHE CAMBIO IDENTITÀ IN BASE AI VICE SEGRETARI” – PER SALVINI, CHE DEVE FRONTEGGIARE I MAL DI PANCIA NELLA BASE PER LA SCELTA DEL GENERALE, C'E' ANCHE LA GRANA TRENTINO CON IL LEGHISTA FUGATTI PRONTO A CORRERE PER LA TERZA VOLTA...
1 - LEGA VANNACCI E SARDONE VICE MALUMORI NELLA BASE, GELO DI ZAIA
Francesco Bei per “la Repubblica” - Estratti
Quattro vicesegretari e una piccola rivoluzione interna che genera molti malumori.
Matteo Salvini spiazza tutti e annuncia al consiglio federale il quartetto che lo affiancherà al vertice: Claudio Durigon, Alberto Stefani, Roberto Vannacci e Silvia Sardone.
Se i primi due sono riconferme, la novità è la promozione del generalissimo, fresco di tessera leghista, e l’arrivo della ex forzista lombarda Sardone come vice al posto di Andrea Crippa. Uno choc per i gruppi parlamentari, dove nessuno sapeva niente prima di aver letto la notizia sulle agenzie.
Resta muto il defenestrato Crippa, al quale Salvini assicura in futuro «un ruolo rilevante per il bene della Lega». Petto in fuori, il generale Roberto Vannacci, è invece al solito loquace.
E svela il senso politico che questa mossa ha per Salvini: attrezzare la Lega per una competizione sempre più serrata con (contro) Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni. «Siamo l’unico vero partito sovranista in Italia - sottolinea infatti Vannacci all’ Adnkronos . Non facciamo finta e non ci pieghiamo ai compromessi. Non ci lasciamo ammaliare dagli inciuci».
Un messaggio chiaro e diretto a Fratelli d’Italia, che in Europa collabora con Ursula von der Leyen.
Salvini è consapevole che Vannacci, dentro la Lega, è sopportato a stento. Ma, come alle ultime Europee, ha bisogno della forza propulsiva dell’ex militare di estrema destra per puntellare la gara dei consensi con FdI. Quanto a Silvia Sardone, il segretario è convinto che possa crescere mediaticamente e politicamente fino a diventare l’anti-Meloni leghista.
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Nasce infatti nella covata moderata di Guido Podestà, all’epoca ras berlusconiano della Lombardia. Poi passa sotto l’ala di Mariastella Gelmini, ma viene messa presto ai margini perché accusata di puntare troppo baldanzosamente alla corte del sovrano di Arcore. Da lì la rottura e il passaggio alla Lega, di cui è diventata l’aralda sovranista nei talk in tv. L’interessata, naturalmente, ricambia con gratitudine e ringrazia per i gradi ricevuti: «Essere nominata vice segretaria, la prima donna nella storia della Lega, è per me un grande onore e una responsabilità che assumo con entusiasmo».
Tra i tanti malmostosi per il giro di nomine, l’unico ad avere il coraggio di uscire fuori a viso aperto è il solito Luca Zaia, che sta a Vannacci come l’aglio ai vampiri. La sua dichiarazione è il gelo assoluto: «È una prerogativa del segretario scegliere i vice, è giusto e lo rispetto. Mi fermo qui. Nel senso che non è che cambio identità in base ai vice segretari».
Ma oltre ai vicesegretari, c’è un’altra enorme grana in vista per la Lega. La questione del divieto del terzo mandato per i presidenti di regione. Archiviata la pratica Zaia, dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha stabilito il divieto di ricandidatura per le regioni a statuto ordinario, il problema è ora il Trentino. Il leghista Maurizio Fugatti, in carica, ha già fatto sapere di essere pronto a correre per la terza volta. Ma Fratelli d’Italia e Forza Italia pensano, al contrario, che il divieto di terzo mandato debba per coerenza essere esteso anche alle regioni a statuto speciale.
MAURIZIO FUGATTI E MATTEO SALVINI
Il ministro per le riforme Elisabetta Casellati ha anticipato l’intenzione dell’esecutivo di impugnare la legge che consentirebbe la ricandidatura di Fugatti. I termini scadono il 19 maggio e proprio lunedì ci sarà il Consiglio dei ministri che potrebbe decidere per l’impugnativa. «La questione - ha spiegato Casellati - è che se c’è una legge di una provincia a statuto speciale che parla di terzo mandato, un problema si pone nel rapporto con la legge ordinaria».
Salvini ieri ha sparato in aria il suo bengala: «Mi auguro che l’esecutivo non impugni la legge».
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2 - DALLE BATTAGLIE CONTRO IL VELO ALLE MINACCE DEI RAPPER SARDONE, LA VICE-SALVINI
Marco Cremonesi,Maurizio Giannattasio per il “Corriere della Sera” - Estratti
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luca zaia a che tempo che fa 4
Lo stesso Vannacci, del resto, ha promesso un gran lavoro sul territorio. Anche se lo scorso 6 aprile ha preso la tessera della Lega, l’impegno sarà targato «Vannacci team»: «Farò campagna elettorale per le prossime amministrative, sarò presente sul territorio, partendo dai quartieri e dalle piazze. Parlerò con le persone, con la gente concreta che vuole cambiare le cose».
Una promessa di impegno sul territorio che è un’implicita risposta anche a coloro che dentro la Lega non sono mai andati matti per la fisionomia del generale e soprattutto per la sua carriera folgorante.
ROBERTO VANNACCI RICEVE LA TESSERA DELLA LEGA DA MATTEO SALVINI
Da fuori dalla Lega, commenta l’ex capogruppo e segretario lombardo Paolo Grimoldi: «È il “regalo” ai militanti storici, dopo anni di gazebo sotto la pioggia, a distribuire volantini e attaccare manifesti...». Ma al Consiglio leghista nessuno ha detto una parola sul neo vice segretario.
Interpellato sul tema, il ministro Giancarlo Giorgetti risponde sfiorando la tautologia: «Se lavorerà bene, saremo soddisfatti».
In realtà, l’ingresso del generale nel pacchetto di testa della Lega era stato già in qualche modo metabolizzato: al congresso di Firenze, nello stesso giorno, l’assemblea leghista aveva approvato l’aumento del numero dei vice di Salvini, e Vannacci aveva preso la tessera con Alberto da Giussano.
La vera sorpresa è stata Silvia Sardone. Non perché la possibilità non fosse mai circolata, ma fin qui il nome di Vannacci aveva monopolizzato la scena. Sardone nasce in politica con Forza Italia, da cui si è staccata nel 2018 per approdare alla Lega. Attivissima sul territorio e in televisione, le sue posizioni anti immigrazione l’hanno messa al centro di costanti minacce e insulti, a partire da quelle del rapper Baby gang, oggi agli arresti domiciliari per una sparatoria a Milano del 2022. Da qui, la protezione delle forze dell’ordine all’europarlamentare.
Il federale di ieri ha anche fissato la data del raduno di Pontida per il 21 settembre
matteo salvini maurizio fugatti
luca zaia - foto lapresse
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MATTEO SALVINI - LUCA ZAIA - FOTO LAPRESSE
crippa salvini