
CARROCCIO A METÀ: I BOSSIANI DEL NORD BENEDICONO IL “MODELLO TEDESCO” DI ZAIA – LO STAFF DEL “SENATUR” RICORDA CHE L’IDEA DI CREARE UNA LEGA “LOCALE”, DA FEDERARE A QUELLA NAZIONALE, FU IPOTIZZATA PER PRIMO PROPRIO DAL FONDATORE, AI TEMPI DEL GOVERNO BERLUSCONI E DEL PDL – LA MOSSA UFFICIALIZZEREBBE UNA DIVISIONE CHE È GIÀ NEI FATTI – L’ASSESSORE LEGHISTA VENETO ROBERTO MARCATO: “È L'UNICA SOLUZIONE PER TORNARE A ESSERE QUEL CHE ERAVAMO: UN SINDACATO DEL TERRITORIO, ANTIFASCISTA, A CUI LE "DECIME" NON INTERESSANO”
Estratto dell’articolo di Francesca Del Vecchio per “La Stampa”
C'è una Lega in bilico, divisa da linee non solo geografiche: il Nord, con le sue radici territoriali, e il Centro-Sud, dove l'appeal identitario e nazionalista reclama spazio. Al centro Roberto Vannacci, vicesegretario leghista che tenta la spallata verso la destra radicale e che sembra incarnare – per molti dirigenti storici – lo spettro di un partito distante dalle origini.
In questo contesto, Luca Zaia – capolista in tutte le province del Veneto – continua a ragionare su un progetto di scissione: il cosiddetto modello tedesco Csu-Cdu, a cui guarda con attenzione anche lo staff di Umberto Bossi, che ricorda come fu proprio il senatùr, ai tempi del governo Berlusconi e del Popolo delle Libertà, a ipotizzarlo per primo.
All'epoca la proposta era quella di una Lega come partito del Nord, affiancata a Forza Italia e ad An nel resto del Paese. Oggi, osservano i fedelissimi di Bossi, il modello viene riproposto all'interno della stessa Lega per adeguarsi al contesto territoriale, ma «la genialità dell'idea porta la firma di Umberto».
Non un esercizio retorico […]. Ma […] un tentativo di ridefinizione interna: due leghe confederate, una nordista, più territoriale e pragmatica, e l'altra a vocazione nazionale, capace di dettare la linea su temi politici e internazionali. Alla base del piano la consapevolezza […] che non solo si tratta di un passo auspicabile ma addirittura «necessario».
umberto bossi e matteo salvini
[…] Parla di un «partito nel partito, con piena autonomia decisionale anche su liste, candidature e nomine» Roberto Marcato, assessore leghista in Veneto. «È l'unica soluzione per tornare a essere quel che eravamo: un sindacato del territorio, antifascista, a cui le "decime" non interessano».
Il concetto chiaro a tutti è uno: basta passi indietro per non dispiacere i colleghi del Sud. Dettaglio non da poco, il ritorno della parola "Nord" nel simbolo, per «restituire identità e radicamento».
Un progetto complesso, che richiede l'assenso di Salvini – al momento non intenzionato a concedere spazio.
UMBERTO BOSSI CON MATTEO SALVINI A PONTIDA NEL 1990
Difficile, per ora, che ci siano slanci concreti , ma non è escluso che l'argomento possa tornare sul tavolo già martedì prossimo, durante il Consiglio federale: un confronto, o forse una resa dei conti, tra la "linea Vannacci" e quella "tradizionale", a partire dagli ultimi risultati elettorali e in vista delle regionali in Veneto. Nelle segreterie regionali del Nord se ne parla già.
La preoccupazione è per un'emorragia verso altri movimenti autonomisti, come il "Patto per il Nord" dell'ex Paolo Grimoldi. Ipotesi remota, ma che nessuno, oggi, si sente di escludere.
messaggi in difesa di umberto bossi che circola tra i militanti della lega
umberto bossi e matteo salvini
matteo salvini e umberto bossi
SIAMO UOMINI O CAPORALI - MEME BY MACONDO
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