borghi siri pillon

UN PARTITO DI LOTTA, DI GOVERNO E DI DELIRIO - MA LO SA SALVINI CHE LA LEGA RISCHIA DI ESSERE PER DRAGHI QUELLO CHE RIFONDAZIONE COMUNISTA FU PER PRODI? DA BORGHI A PILLON, ALCUNI PARLAMENTARI LEGHISTI SCENDONO IN PIAZZA CONTRO IL GOVERNO DI CUI FANNO PARTE PER DIRE NO AL GREEN PASS OBBLIGATORIO - SIRI ADDIRITTURA SI AGGRAPPA ALLA COSTITUZIONE: "È UNA QUESTIONE DI LIBERTÀ…"

Tommaso Labate per "il Corriere della Sera"

 

claudio borghi 9

«Ma ai ragazzini che rischiano di rimanere fuori dal ristorante, magari con i genitori e i nonni che mangiano dentro perché loro hanno il green pass e i figli e i nipoti no, a questi non ci pensa nessuno?», si chiede Claudio Borghi, evidentemente immaginando di contrastare un fantomatico modello di famiglia ristorantecentrica, in cui si cena e pranza dentro come vogliono genitori e nonni, e pazienza se i figli non vaccinati rimangono fuori al freddo o al caldo. «Ecco, in piazza ci vado a titolo personale, succede spesso tra noi che qualcuno si presenti in piazza difendendo una posizione individuale, no? Ci vado per difendere non tanto la libertà; quanto la possibilità di vaccinarsi.

 

ARMANDO SIRI MATTEO SALVINI

Possibilità di vaccino, non obbligo», insiste nell'elencare il secondo punto - il primo erano i ragazzini esclusi dalle sale interne dei ristoranti - che l'ha spinto ad aderire alla manifestazione contro il governo Draghi che sarà decisamente irrobustita dalla presenza di un partito della maggioranza che sostiene il governo Draghi, e cioè la Lega. Lui, Borghi, è uno. L'ex sottosegretario del governo Conte, Armando Siri, è un altro, che tra l'altro sta dando una mano importante agli organizzatori. Il senatore Simone Pillon, un altro ancora. E la lista di leghisti che si presenteranno domani sera alle 20 in piazza del Popolo, a Roma, per protestare contro l'accelerazione sul green pass impressa dal presidente del Consiglio in persona, rischia di allungarsi.

 

matteo salvini e armando siri incontrano le parti sociali al viminale 2

Esercizio antico a sinistra, quando le manifestazioni dei sindacati contro i governi guidati da Romano Prodi raccoglievano adesioni anche tra leader e parlamentari che li sostenevano, il manifestare contro se stessi inizia a far breccia anche nel cuore della destra.

 

Anche se, osserva Borghi, «la mia adesione è a titolo personale»; anche se, aggiunge Pillon, «non vedo perché non dovrei aderire, d'altronde in coerenza con la mia posizione contro il green pass avevo già votato contro l'obbligo vaccinale per i medici e il personale sanitario». E comunque, sempre Pillon, «questa cosa vorrei che la scrivesse: da quando sono nella Lega, apprezzo la grande libertà di coscienza che con la guida di Salvini viene data ai parlamentari». E se all'ultimo secondo il leader chiedesse a voi parlamentari di evitare la piazza? «Io sono uno pronto sempre al dialogo e al confronto.

 

Di fronte a un'eventualità del genere, parlo, mi confronto, spiego le mie ragioni e ascolto quelle degli altri», scandisce il senatore bresciano. Di mare e di terra, come quegli antipasti serviti dai ristoratori che vogliono soddisfare in un colpo solo i palati dell'intera clientela, accogliendo in cuor loro il rischio di non accontentare nessuno, la posizione critica della Lega sull'uso del green pass - voluto dal governo sostenuto dalla Lega - si arricchisce con la manifestazione di domani di una nuova sfumatura.

Salvini Pillon

 

Critici e obtorto collo favorevoli al provvedimento i vertici del partito, che non sognano nemmeno di strappare in Aula su un tema così centrale; critici a oltranza alcuni pezzi del gruppo parlamentare, che si spingeranno fuori dal Palazzo e dentro la piazza, abbracciando slogan come «liberi di scegliere» e cori da stadio ritmando le sillabe «no-green-pass».

 

Armando Siri solleva la Carta del '48: «È una questione di libertà. La Costituzione non può essere buona a seconda delle stagioni e solo nelle parti che piacciono, ignorando le altre. È indecente che l'uso e l'abuso del green pass finisca per non garantire a tutti i cittadini libertà di movimento e accesso». La loro libertà di movimento per raggiungere la prima loro piazza anti Draghi, per adesso, i leghisti ce l'hanno. Sempre che questo «per adesso» duri fino a domani sera alle venti.

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