casamonica

VIETATO CHIAMARLA “MAFIA”, MA L’ORGANIZZAZIONE DEI CASAMONICA-DI SILVIO MUOVE MILIARDI DI EURO – NEGLI ULTIMI ANNI HANNO SUBITO SEQUESTRI PER 200 MILIONI, MA CONTINUANO A ESIBIRE UN LUSSO ESAGERATO – LA CHIESA SI MUOVE: “UN FUNERALE SCANDALOSO”

1.IL TESORO DEL CLAN VALE MILIARDI DI EURO

Giacomo Amadori per “Libero Quotidiano

 

CASAMONICACASAMONICA

Negli ultimi dieci anni a Roma direzione investigativa antimafia e polizia anticrimine hanno cercato di ricostruire il reticolo del clan dei Casamonica e dei Di Silvio, famiglie sinti di origine abruzzese a cui si sono aggiunti elementi rom. Negli anni si sono ramificate e secondo gli investigatori romani possono contare su un migliaio di appartenenti. Sono i signori di Roma Sud, da Tor Bella Monaca alla Romanina, dall’Appio Tuscolano all’Anagnina, dal Quadraro a Porta Furba, da Frascati sino alla Cociaria dove sono collegati al clan Spada.

 

I loro interessi vanno dal traffico di stupefacenti all’usura dalle estorsioni alle truffe. Tutti business remunerativi che hanno consentito al clan (solo recentemente incriminato per associazione a delinquere) dimettere da parte un patrimonio che vale centinaia di milioni.

 

Purtroppo, come spiegano gli investigatori, calcolare il vero valore del patrimonio dei mille Casamonica&c. è complicato dalla fitta rete di prestanome con cui viene schermato. Ma per rendersi conto della potenza economica di queste famiglie basta affidarsi alle cronache degli ultimi anni.

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Nel 2003, con le operazioni «Esmeralda» e «Gipsy 2» condotte dalla Dia, vengono sequestrati beni per un valore di 85 milioni di euro: ville hollywoodiane (una di 1.500 metri quadrati con 20 stanze) nella zona dei Castelli romani e appartamenti in Costa Smeralda (23immobili verranno definitivamente confiscati), 75 vetture di lusso (Ferrari, Bentley, Rolls- Royce,Mercedes,Bmw), vasi antichi (al«padrino»Vittorio Casamonica, quello del funerale), 33 cavalli da corsa, 200 conti correnti, autosaloni utilizzati per riciclare il

Denaro sporco.

 

A Montecarlo vengono scoperte altre nove società «lavatrici». Gli investigatori appurano anche che da tre conti monegaschi intestati alle donne della famiglia, nullatenenti e nullafacenti, sono spariti quasi tre milioni di euro. Nel 2008 sempre la Dia individua la presunta «cassaforte » dei Casamonica a Montecarlo,un conto su cui sarebbero transitate decine dimilioni di euro, probabilmente frutto del narcotraffico.

 

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Nel 2010 la Direzione distrettuale antimafia di Roma e la polizia anticrimine mettono nel mirino il ramo di Rocco Casamonica, in affari con le 'ndrine calabresi, e sequestrano quindici aziende,13 società di capitali, 21 cooperative (una movimentava tre milioni di container nel porto di Gioia Tauro) e165 contibancari tra Lazio, Campania e Calabria per un valore di circa 10milioni di euro. Sempre nel 2010 viene sequestrata un’area vincolata di quattromila metri quadrati su cui si trovano una villa con piscina e circa 25 monolocali affittati a cittadini extracomunitari.

 

Nello stesso anno i carabinieri di Frascati sequestrano 15 milioni di euro a Raffaele Casamonica e signora: 36 unità immobiliari nella sola Capitale, due megaville fuori Roma, terreni agricoli ed edificabili e una Ferrari Testarossa.

 

Nel gennaio del 2012 polizia e carabinieri irrompono nella«piccola Scampia» dei Casamonica, in zona Romanina, e dentro a una quindicina di villette trovano rubinetteria d’oro e arredi da film. Vengono sequestrati anche diversi terreni, 36 autovetture, 20 orologi di valore, un borsone pieno d’oro, 135 mila euro in contanti, 28mila euro in titoli oltre a conti correnti, depositi bancari e postali. Il valore complessivo dei beni è dicirca 5,5 milioni di euro.

 

CASAMONICACASAMONICA

A maggio il tribunale di Roma condanna a 12 anni di reclusione Gelsomina Di Silvio, a capo di una vera e propria agenzia di microcredito clandestina. Il giudice ordina la confisca di 866 mila euro depositati su un fondo monegasco, della villa di famiglia, di alcuni appartamenti dati in affitto oltre alle solite Ferrari (due) e a una Mercedes. Nel maggio del 2013 il Gico della Guardia di finanza sequestra altri cinque appartamenti, altrettanti terreni, sei autovetture e sette conti correnti con 260 mila euro di depositi, un tesoro stimato in 1,5milioni di euro.

 

Nel novembre del 2013 i carabinieri eseguono la confisca di altri tremilioni di euro tra beni mobili e immobili: 12 vetture di lusso,una discoteca del centro, un ristorante e svariati conti correnti. Secondo diverse fonti il computo totale dei beni sequestrati ai Casamonica ammonta a 200 milioni di euro. A questi bisogna aggiungere i movimenti finanziari sospetti all’estero. E davanti agli occhi ci resta solo la punta dell’icerberg.

GIOVANI CASAMONICA INTERVISTATI DA SKYTG24 DAVANTI ALLA CHIESA DON BOSCOGIOVANI CASAMONICA INTERVISTATI DA SKYTG24 DAVANTI ALLA CHIESA DON BOSCO

 

2. CASAMONICA, OSSERVATORE ROMANO: “UN FUNERALE SCANDALOSO”

da “corriere.it

 

«Non c’è spazio per zone d’ombra»: lo scrive l’Osservatore Romano commentando la posizione della Chiesa nei confronti della mafia dopo il funerale hollywoodiano di Vittorio Casamonica e ricordando che Papa Francesco ha scomunicato gli appartenenti ai clan.

 

Nell’articolo intitolato «Lo scandalo di un funerale», monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro-Squillace, spiega che la Chiesa non nega le esequie ai mafiosi, purché però siano celebrate «in forma semplice, senza pompa». Per questo «massima prudenza e discernimento sono necessari perché la celebrazione della messa non venga strumentalizzata, destando scandalo. E in casi del genere ogni prete farebbe bene a sentire previamente il proprio vescovo».

 

funerali vittorio casamonica   8funerali vittorio casamonica 8

Oggi intanto il prefetto Franco Gabrielli dovrebbe consegnare al ministro dell’Interno Angelino Alfano la relazione sulle esequie-show che si sono svolte al Tuscolano. Gabrielli infatti aveva formalizzato venerdì la richiesta di chiarimenti a Questura, carabinieri, vigili urbani e Campidoglio sulla vicenda e adesso ha le risposte sul suo tavolo. Lunedì il funerale finito sui quotidiani di mezzo mondo sarà al centro della discussione del Comitato per l’ordine pubblico, tre giorni prima del consiglio dei ministri in cui è attesa la relazione del titolare del Viminale su Mafia Capitale.

 

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Sulle esequie-show al Tuscolano restano da chiarire le varie responsabilità. Chi ha autorizzato il corteo con la carrozza a sei cavalli, nove furgoni e 250 tra Suv e Rolls Royce? Come è potuto accadere che questa folla abbia percorso cinque chilometri creando il caos nella circolazione e non solo? Gabrielli ieri è apparso irritato: «Non doveva accadere una cosa così grave», ha rimarcato. Anche perché in altre parti d’Italia funerali del genere sono vietati.

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