CASELLI SOTTO UN TRENO - INSULTI (“MAFIOSO!”) E CONTESTAZIONI ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI GIANCARLO CASELLI: IL GIUDICE, “REO” DI AVER FATTO ARRESTARE 26 NO TAV - NON HANNO CAPITO, GLI SCIOCCHINI CHE PIÙ STA IN TOURNÈE E MENO INDAGA SU DI LORO. POI CI SAREBBE ANCHE LA FAMOSA INCHIESTA SULLE VIOLENZE DELLA POLIZIA. NON VA VELOCE COME L'ALTRA? COSE CHE CAPITANO, QUANDO SI HA MOLTO DA FARE E MOLTO DA LAGNARSI PERCHÉ NON HAI IL PLAUSO DEL 100% DEL POPOLO…

Paolo Griseri per "la Repubblica"

In piazza San Giusto, proprio a cinquanta metri dalla casa natale di Mario Pannunzio, il gruppo si prepara con striscioni e bandiere. Nel sole della domenica delle Palme, i lucchesi che escono da messa portando in mano ramoscelli d´ulivo, possono leggere la perentoria scritta sulla stoffa bianca: "Lo Stato con la mafia. Caselli complice". Come dire che il procuratore è accusabile di concorso esterno in associazione mafiosa.

Nella chiesa di San Cristoforo, altri cinquanta metri dalla casa natale di Pannunzio, nella direzione opposta, duecento persone, tante per una città come Lucca, ascoltano e applaudono un signore con i capelli bianchi che racconta di quando, al Csm, si trovò in minoranza «perché avevo sostenuto la candidatura di Giovanni Falcone alla guida dell´ufficio istruzione di Palermo». Il signore con i capelli bianchi è lo stesso Giancarlo Caselli al quale si sta dando del mafioso cento metri più in là.

Non è l´unico paradosso della due giorni toscana del procuratore di Torino. A Pietrasanta, sabato sera, e a Lucca, ieri mattina, la presentazione del libro del magistrato ("Assalto alla giustizia") è avvenuta in un clima inevitabilmente blindato: «Vi ringrazio per essere accorsi tanto numerosi - ha introdotto ieri mattina il procuratore rivolgendosi ai lucchesi - anche perché so che può non essere facile partecipare a un dibattito in questo contesto».

Dopo Genova e Milano, con le occupazioni delle sale e gli scontri davanti alle librerie, il contesto è quello di controlli rigidi e della mobilitazione di polizia e carabinieri per garantire all´autore Giancarlo Caselli di presentare il suo libro in un giorno in cui ha preso ferie («Lo scriva, così non mi accusano di essere in trasferta a spese dell´ufficio») uscendone indenne e lasciando intatta la sala del dibattito.

Il contesto è fatto di piccole cose. Alle 10,30, mezz´ora prima dell´inizio della presentazione di Lucca, il responsabile della libreria Ubik, promotrice dell´evento, si presenta al portone della chiesa di San Cristoforo con due pacchi di cartone: «Cortesemente, dobbiamo perquisirla - gli spiega un funzionario della Digos - sa, abbiamo bonificato la sala con gli artificieri». Cautela comprensibile se si tratta di difendere l´uomo che fece arrestare Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca. Ma, paradossalmente, oggi non sono gli eredi di "Totò o curtu" a fare paura. Piuttosto si teme che, come in altre occasioni, arrivino numerosi i No Tav. Che accusano Caselli di aver proposto e ottenuto l´arresto di 26 di loro per gli assalti ai cantieri del supertreno nell´estate scorsa.

A Pietrasanta un ragazzo con i rasta circola tra i dehor dei bar di piazza Duomo, a pochi passi dal teatro dove il procuratore presenta il libro. Si avvicina a ogni tavolo e lascia un foglio di carta sotto i posacenere. Si muove con lo stesso fare distratto di un volantinatore di messaggi pubblicitari. Il testo spiega che «invece di criminalizzare il movimento, Caselli dovrebbe portare avanti inchieste sulle infiltrazioni mafiose negli appalti».

Ma naturalmente questo non accadrà perché «Caselli si è proposto in prima persona come cane da guardia di interessi economici e politici, cercando di far passare una sacrosanta resistenza popolare in una associazione sovversiva sventolando il noioso e fuorviante spettro degli anni 70». Poco importa che il reato di associazione non sia stato contestato ai 26 arrestati.

Perché questi dettagli a Pietrasanta, 400 chilometri a sud della val di Susa, non li conosce nessuno. E anzi, per i "Viareggini e versiliesi No Tav, più valli e meno Caselli", il gruppo che firma il volantino, una discussione puntuale sulle motivazioni degli arresti è ovviamente inutile se non controproducente. La realtà non deve disturbare la narrazione della valle che resiste.

Nel teatro il procuratore prova a spiegare che «il magistrato non può far altro che applicare la legge. Non può farsi prendere da altre valutazioni di simpatia o antipatia. Se in valle di Susa sono stati commessi dei reati, un procuratore non può far altro che denunciarli senza per questo fare di ogni erba un fascio attaccando tutto un movimento». Un ragionamento troppo sofisticato. La bandiera No Tav è ormai diventata una griffe e Caselli è il suo nemico. Tutto il resto è relativo.

In piazza a Lucca Giovanni, uno dei leader del centro sociale "Asa", imbraccia il megafono e racconta ai passanti della domenica mattina la sua versione della storia della val di Susa: «Gli operai non ce la fanno più a comperare la mortadella, il pane e salame, e i giudici come Caselli che cosa fanno? Criminalizzano il movimento che si oppone alle mafie in val di Susa. Ma non si può portare un popolo alla sbarra. Io non ho letto il libro di Caselli. Ma che cosa volete che abbia scritto? Caselli e Monti sono al soldo della reazione europea».

Procuratore, al soldo? Al termine della presentazione, prima di andare a pranzo alla "Buca di Sant´Antonio", Caselli sorride: «Quando mi occupavo di terrorismo ero accusato di essere un fascista. Poi Totò Riina è stato il primo a darmi del comunista. Ora mi danno del mafioso e del reazionario. Ho sempre cercato di fare solo il mio mestiere. Il fatto è che i giudici sono sempre da lodare fino a quando non si occupano dei tuoi amici. È capitato con i partiti politici e ora capita anche in val di Susa».

Nell´Italia postberlusconiana dove tutte le posizioni si confondono, c´è chi è rimasto indietro di una battuta. Dalla platea del teatro di Pietrasanta si alza a fare una domanda il signor Carlo Bianchini, pensionato: «Signor procuratore, perché lei usa il suo mestiere di giudice per fare campagna elettorale?». «Campagna elettorale? Ma come si permette? Lei mi offende». Il signor Bianchini è rimasto alle accuse berlusconiane contro Caselli giudice rosso. Non sa che oggi la moda è dargli del mafioso.

Ma può anche accadere che il signor Bianchini, in realtà, sia l´inconsapevole anticipatore di un ritorno dell´antica moda. Perché sul conto di Caselli le posizioni ruotano con grande rapidità: «Li vede i ragazzi dietro lo striscione?», chiede con una punta d´ironia il funzionario della Digos, indicando quelli dello "Stato con la mafia, Caselli complice". Spiega: «Alcuni di quelli che oggi gli danno del mafioso avevano organizzato quattro anni fa un dibattito a Viareggio invitando Caselli e battendogli le mani per la sua coraggiosa lotta alla mafia».

Ora invece gli urlano «fuori i compagni dalle galere» mentre lui, al termine del dibattito, va a salutare uno a uno gli agenti che hanno garantito la sicurezza blindando gli accessi: «Scusate se vi ho costretto a fare gli straordinari». «Si figuri, è un onore, procuratore».

 

 

Giancarlo Caselli GIANCARLO CASELLI ASSALTO ALLA GIUSTIZIAGiancarlo Caselli Giancarlo Caselli PROTESTE NO TAV PROTESTE NO TAV PRESIDIO NO TAV SULL AUTOSTRADA jpegROGHI NO TAV SULL AUTOSTRADA BLOCCHI SULL AUTOSTRADA DEI NO TAV jpegBLOCCO DEI NO TAV SULLA TORINO BARDONECCHIA

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO