“SCIOLTA CIVICA”! BOTTE DA ORBI TRA CASINI & CENTRINI

M.Gal. per "Il Corriere della Sera"

Mario Monti ufficialmente non ha reagito. Ma a giudicare dalle analisi fatte con i suoi collaboratori le parole di Casini al Corriere sono state considerate come un simbolo di «mancanza di gratitudine», oltre che un'analisi frettolosa. Abbiamo preso pochi voti? Meno di quanto atteso, «ma anche perché avevamo dentro la lista proprio Fini e Casini».

Le analisi possono divergere e i rapporti umani, oltre che politici, modificarsi. In questo caso le prime stanno su sponde opposte: prima del voto il Professore ha prestato poco ascolto a quelle analisi elettorali che consideravano Fini e Casini come zavorra, più che come valore aggiunto. Ha cercato di non lasciarsi condizionare, ma dopo il risultato si è in parte ricreduto, mettendo anche queste considerazioni nel novero dei possibili errori compiuti nelle modalità della cosiddetta salita in campo.

Anche per questi motivi le dichiarazioni di Casini hanno lasciato in qualche modo sorpreso il premier dimissionario. E all'amarezza di Monti ha dato fiato e corpo la nota del coordinatore di Scelta civica, Andrea Olivero, per il quale quelle del leader dell'Udc sono state considerazioni ovviamente «legittime», ma anche «giudizi affrettati»: «Non mi pare che l'esperienza» della coalizione montiana «possa essere liquidata come un errore, né come una parentesi».

A giudizio di Olivero, nella rilettura di quanto accaduto, da parte di Casini, «si sottovaluta il percorso di medio e lungo periodo che, in qualche misura, l'operazione Scelta civica ha messo in moto. Non è stata semplicemente un'operazione terzopolista e come tale fallimentare. Ma è stata invece, come ha detto bene Monti, l'avvio dello sgretolamento del bipolarismo». Se questo sgretolamento «poi, in qualche modo, si è incanalato più nel grillismo o nell'astensionismo che su di noi questo è un problema. Ma ciò non toglie l'idea che il bipolarismo sia allo sfacelo».

Lo stallo di questi giorni tra Pd e Pdl, prosegue Olivero, è la conferma di quanto sia necessario superare il bipolarismo «muscolare» della Seconda Repubblica. Il fatto che Casini abbia detto «la prossima volta sceglieremo da che parte stare», per Olivero «non è un'idea vincente»: «Andare a ingrossare uno dei due poli non mi pare che sia la soluzione.
Semmai va modificato, rotto, lo schema bipolare degli ultimi vent'anni. Basta vedere quanto accade in questi giorni: Bersani e Berlusconi tengono il Paese bloccato in un'impasse che ci tiene lontani da una governabilità utile e quindi capace di fare le riforme».

Insomma, la sintesi possibile è questa: Casini sbaglia ed è libero di andare dove vuole. Del resto, fa notare Olivero, «non abbiamo costruito un partito unico, ma solo un unico gruppo parlamentare. Su 65 parlamentari, 50 sono nuovi. Non mi pare proprio una parentesi».

Caustico, sulle parole di Casini, anche il giudizio di Enzo Carra: «Un leader non ragiona col senno di poi, altrimenti non è più un leader. Se uno guida la macchina, andando a sbattere quando il secondo o il terzo guidatore gli dicono che sta facendo male una curva, non è più un leader. Scenda dalla macchina e vada a piedi».

 

CASINI E MONTI EDOARDO BARALDI monti casini ANDREA OLIVERO ACLIAndrea Romano GIANFRANCO FINI jpegEnzo Carra

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…