CASSANDRA CACCIARI: LA REPUBBLICA DI WEIMAR È VIVA E LOTTA INSIEME A NOI

Massimo Cacciari per "l'Espresso"

Che cosa accade in questo Paese? Davvero gli dèi hanno deciso di perderci? In qualsiasi altro luogo, di fronte a una crisi di tali proporzioni, nel pieno di un declino che pare inarrestabile, le forze politiche avrebbero cercato un compromesso, prodotto un accordo di qualche tipo. Alla regola del primum vivere non sarebbero venute meno.

Situazioni analoghe, di partiti con l'acqua ormai sopra la testa, incapaci di liberarsi delle catene che essi stessi si sono stretti addosso, non si conoscevano dall'avvento al potere di fascisti e nazisti. La stessa impotenza a rinnovarsi, a liberarsi da arcaici steccati ideologici, ad affrontare il "salto d'epoca". Lo stesso testardo insistere su ciò che separa, lo stesso caparbio ostinarsi nell'illusione di poter conservare le proprie rendite di posizione. Per fortuna nessun Hitler è alle porte, nè lo sarà mai più.

Ma la figura che i nostri eroi fanno è del tutto paragonabile a quella di comunisti, socialisti, partiti conservatori e partiti cattolici della sventurata Repubblica di Weimar. E il dramma è che davvero, allora come ora, queste forze non possono trovare un punto di mediazione. La storia del Pd impedisce a questo partito un accordo col Pdl che non ne comporti il suicidio; il Pdl lo sa benissimo,e soltanto per questo lo propone.

E i grillini vincitori? Forse ignorano il motto "guai ai vincitori!", ma forse anche, ragionando di politica, non riescono a vedere quale utilità potrebbero trarre da alleanze di qualsiasi tipo con forze chiaramente decotte. Se il Pd si fosse presentato all'appuntamento inequivocabilmente sulla via del rinnovamento, il discorso sarebbe forse potuto essere un altro. Ma ora?

Anche i grillini appaiono prigionieri di se stessi. Il nostro Fool (Matto) ha mostrato per intero la follia del Re e la sua impotenza a governare, ma accade ora che nessuno si mostra in grado di ereditare il regno. Nessun fool è stato mai così matto da pensare di potersi lui da solo sostituire al Re impazzito.

Naturalmente, nessun matto è più matto di quel Re che abdica da ogni sua funzione, che si rivela drammaticamente impotente e che pure pretende di continuare a regnare. Ma la situazione non potrà mai essere quella di una successione da parte del più o meno saggio fool, che aveva denunciato la follia del Re. I veri matti lo sanno benissimo. Ma arrivano momenti in cui debbono fingere di non saperlo, illudendosi così di potersi salvare dalla catastrofe generale. Shakespeare insegna che invece ciò non si dà.

MORALE DELLA METAFORA? Vogliamo per una volta guardare in faccia la realtà? Vogliamo prendere lezione da tutti gli ultimi avvenimenti o almeno, per chi ha la memoria corta, dal mandato a Monti da parte di Napolitano? Il Paese è in condizioni drammatiche, la mancanza di governo non riguarda questo o quel Governo, ma il crollo di rappresentatività e funzionalità di ogni istituzione. I partiti usciranno dalla loro crisi chissà quando e chissà come. Se ci siamo salvati finora è per l'energia del Capo dello Stato.

Ma non si tratta del "ruolo della personalità nella storia".

È chiaro, invece, che la natura stessa della crisi impone di ripensare alla figura e al ruolo del Presidente. Che cosa significa, dopo i vani tentativi di questi giorni, che Napolitano personalmente verificherà gli orientamenti dei diversi gruppi? Significa che, per le ragioni indicate all'inizio, le forze politiche,nella loro normale dialettica, non ce la fanno a governare la situazione.

Non si tratta di un semplice passaggio. Da trent'anni è così. Riconosciamolo finalmente: la logica di questa seconda, fallita Repubblica impone nuove forme di parlamento e di governo. E il governo, in Italia, va pensato in una prospettiva presidenzialistica.

C'è chi lo dice da Tangentopoli, c'è chi ne ha spiegato la necessità anche in un quadro di vera riforma federalistica. Ma come si fa a non comprenderlo ora, di fronte allo spettacolo cui siamo costretti ad assistere? Per il momento, che Napolitano cerchi di varare un altro governo delle "larghe intese", inventi un altro uomo (e questa volta magari anche un gabinetto) capace di farci sopravvivere. E che Dio gli renda merito. Ma i pannicelli non servono per affrontare alla radice il problema del governo in Italia; non possiamo continuare a giocare alla "repubblica presidenziale", senza che un presidente democraticamente eletto ne abbia i poteri. Tirare avanti è ormai un modo per precipitare.

 

Massimo CacciariHITLER CON IL CANE DA VANITY FAIR Beppe Grillo dfa29 giorgio napolitano

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