1. IL MOLLE AGIATO LANCIA UNA NUOVA CANZONE DAL SUO BLOG: “SE NON VOTI TI FAI DEL MALE”, IN CUI ANNUNCIA “UN’ONDA NUOVA CHE È PARTITA DAL NIENTE COME UNA VALANGA. STA AVANZANDO COME UN CICLONE PER ABBATTERE IL MARCIO DELLA NAZIONE” (VIDEO) 2. CELENTANO NON NOMINA MAI IL COMICO, MA IL RIFERIMENTO AL SUO MOVIMENTO È CHIARO. SARÀ L’INNO DELLA MANIFESTAZIONE A S. GIOVANNI? SARÀ IN COLLEGAMENTO? 3. ECCO COME LA MARCETTA SU ROMA DEL GRILLO-CAUDILLO STA TERRORIZZANDO LA POLITICA 4. SUL TRENO DEI PENDOLARI, AL GRIDO DI “COMUNQUE VADA, SARÀ UN BAGNO DI SANGUE” 5. LA GUERRA CONTRO IL QUOTIDIANO ‘’REPUBBLICA’’ COMBATTUTA IN OGNI PIAZZA. E IERI EZIO MAURO DEDICAVA UN VIDEO-EDITORIALE “ALL’ANTIPOLITICO CHE RIFIUTA LE DOMANDE”

1- VIDEO - LA NUOVA CANZONE DI CELENTANO DAL SUO BLOG: "TI FAI DEL MALE"


2. BRANO INEDITO DI CELENTANO ON LINE, 'SE NON VOTI TI FAI DEL MALE'

(Adnkronos) - "Se non voti ti fai del male / mi vuoi dire per quale partito io dovrei votare / loro promettono solo bugie / ormai la politica è come lo sport / facciamo il tifo per chi ci tradisce".

Comincia così una canzone inedita di Adriano Celentano, messa on line poco dopo le 13 sul suo blog, 'www.ilmondodiadriano.it', annunciata dalla scritta "Adriano Celentano - ore 13.00 - 'Ti fai del male'", impressa su una foto di Celentano seduto al tavolo della scenografia del suo doppio concerto all'Arena di verona.

La frase 'se non voti ti fai del male' punteggia l'intero testo, creando l'effetto di un dialogo, che prosegue così: "Non più male di quei governi che abbandonano le donne / sono più di cento in un anno le donne che muoiono assassinate / da quei mariti e padri pazzi di gelosia / merde senza un filo di dignità".

Al tema del femminicidio Celentano fa seguire quello ambientale: "Poi c'è anche il Molise che stanno uccidendo / bombardato come un groviera da quei fantasmi eolici che muovono il vento / se ne va un altro pezzo di Italia, è la fine dei paesaggi / ma pare che ancora non basterà per distruggerla del tutto / il tanto ambito federalismo altre eliche sulle palle farà girar".

Passando dal cantato al parlato, Celentano fa poi quello che sembra un accenno alle dimissioni annunciate dal Papa e quindi torna a temi direttamente politici: "Certo, non si può dire che i tempi non siano confusi e mentre il pastore, per salvare il suo gregge, scuote la terra degli scandali, riemergono purtroppo parole pericolose, parole come 'condono tombale', e da qui si intuisce chiaramente che i politici sono lontani anni luce dal capire quali siano davvero i motivi di questa crisi; eppure ci camminano sopra, l'Italia ormai è ridotta a una lastra di cemento, come una coltre funebre sulla quale si annidano le pericolose polveri sottili della corruzione".

"E quindi cosa facciamo - prosegue sempre dialogando Celentano - non c'è altro mezzo per risolvere la crisi, dobbiamo cancellare tutto cio' che ci rattrista, stracciare il brutto dell'Italia come si straccerebbe una lettera scritta da uomini bugiardi, piena di errori ma, soprattutto, piena di inganni. Quindi non ci rimane che riscrivere la storia del nostro Paese e rifarlo da capo, cioè ricostruirlo da capo, ricostruirlo fisicamente, da capo".

Il testo torna poi a seguire il ritmo della musica e Celentano canta: "Se non voti non cambia niente / se non voti ritornano ancora / se non voti ti fai del male / più male di cosi'?! ci stanno rubando il mondo / però si dice in giro che fra i partiti c'è un'onda nuova che è partita dal niente / come una valanga, sta avanzando come un ciclone per abbattere il marcio della nazione / se non voti ti fai del male / fino a quando il Comune di Venezia non fermerà quei mostri che galleggiano giganteschi / orribili navi che sembrano palazzi che devastano la laguna / ma i politici non si accorgono che quando la bellezza morirà loro saranno i primi a sprofondare / se non voti - conclude Celentano - non cambia niente / se non voti ti fai del male".

3. LA MARCETTA SU ROMA DI GRILLO TRA NEVROSI E STUDI WEB-ACCADEMICI
Marianna Rizzini per "Il Foglio"

Ora che anche Silvio Berlusconi usa, per descrivere Beppe Grillo, la definizione così a lungo usata contro di lui ("pericolo per la democrazia"), Beppe Grillo prepara a grandi balzi (ieri a Torino, oggi a Milano) la sua marcia su Roma, con presa di piazza San Giovanni venerdì 22: la prova muscolare che prelude all'inveramento della promessa-minaccia: "Ci vediamo in Parlamento, sarà un piacere".

E' un crescendo di parole grosse e simboli espugnati, con esasperazione del tratto un po' isterico da caudillo che dice no: no all'intervista a Sky ("perché non ne abbiamo bisogno"), no ai media in genere ("tutti morti"), no persino alle domande dell'algido Oxford Economics Institute per la ricerca su "quanto costano i programmi dei partiti?" (il Corriere della Sera scrive che Grillo "ha deciso di non rispondere"), no al cameraman della Rai (giù dal palco senza tanti complimenti, ma con tante risate dei sostenitori-claque), no al cameraman della tv all-news, subito salvato, però, e con aria da grande capo paternalista, nel momento in cui la folla, caricata contro i media-canaglia, si fa insultante: "Non ve la potete prendere con un ragazzo, è solo un cameraman", dice Grillo quando i suoi adepti rischiano di prenderlo troppo sul serio.

Per avvolgere le sue spire attorno a Roma, il Grillo-caudillo (e pensare che è pur sempre l'ex comico di Genova) insiste ossessivamente sulla "reconquista" dei corpi intermedi, butta nella sua personale discarica i cosiddetti "zombie", dai partiti ai banchieri al presidente della Repubblica, ricicla utopie di ogni colore ("da dove pesca Grillo?", è la domanda di questi giorni) ed evoca futuribili strumenti da Terrore - uno su tutti, il "politometro" che scova i politici arricchiti e "fa intervenire" la magistratura per far sì che i cittadini "si riprendano" il maltolto.

A questo Grillo "solo al comando" (strafottente all'esterno e suadente all'interno, più che eversivo) guardano gli analisti del "web-populismo", come Piergiorgio Corbetta ed Elisabetta Gualmini, autori di una ricerca per il Mulino ("Il partito di Grillo") e Giuliano Santoro, autore di "Un Grillo qualunque" per Castelvecchi.

Nel saggio del Mulino, Corbetta e Gualmini studiano l'elettorato del Movimento Cinque stelle nelle ultime e penultime amministrative, per poi esaminare, con tabelle e dati, i possibili scenari futuri: "Le analisi del voto dopo le elezioni del maggio 2012", scrivono, "mettono in luce come la base elettorale del M5s sia composta prevalentemente da ex elettori dei partiti dell'area del centrosinistra".

Poi, però, i due ricercatori, richiamando modelli di partito "a cui sembra possibile accostare il M5s" - da un lato "i nuovi partiti ecologisti nati in Europa occidentale sull'onda verde degli anni Ottanta, in seguito fatti rientrare nella famiglia della ‘sinistra libertaria'; dall'altro i partiti della famiglia del ‘nuovo populismo', affermatisi in alcuni paesi europei a partire dagli anni Novanta" -, giungono alla conclusione che l'elettorato del M5s "non è compiutamente classificabile né tra gli uni né tra gli altri" e ha quindi "una duplice anima che potrebbe aprirgli la via di un successo elettorale dalle proporzioni fino a pochi mesi fa impensabili".

"Uno strano animale" si aggira "nello zoo della politica italiana", scrivono, mettendo l'accento sui codici dell'ex comico: "Appello diretto al popolo", evocazione del "nemico del popolo", "ipersemplificazione della complessità".

Intanto l'istituto Demos (legato a George Soros) ha analizzato la provenienza dei sostenitori di Grillo su Facebook. La ricerca ("New political actors in Europe", firmata da Jamie Bartlett, Caterina Froio, Mark Littler e Duncan McDonnell) certifica che, nel campo dei social network, i fan di Grillo sono persone che nel 2008 hanno votato Idv (23 per cento), Pd (21 per cento), Pdl (12 per cento) e Lega (5 per cento).

Nel corso degli ultimi anni, però, c'è stato un bilanciamento: per un 32 per cento complessivo vengono dal centrosinistra e per il 28 per cento da destra. In "Un Grillo qualunque" di Giuliano Santoro, invece, si parte dalla distinzione tra "militanti ed elettori" e, con l'aiuto del politologo dell'Istituto Cattaneo Gianluca Passarelli, studioso della Lega nord, si arriva non solo alla conclusione che i "grillini chiedono voti anche a destra", ma che, dati elettorali alla mano, "la maggior parte dei voti a Grillo in occasione dell'exploit delle amministrative del 2012 è venuta da destra".

Tra "tre e quattro voti su dieci vengono dalla Lega", scrive Santoro, "altri due-tre dal Pdl. Una parte dall'astensione. Sono elettori orfani del Pdl e della Lega, frustrati dalla condizione economica".

Grillo, intanto, prosegue imperterrito nella marcia su Roma, al grido di "comunque vada, sarà un bagno di sangue". Corollario, la guerra contro il quotidiano Repubblica combattuta in ogni piazza (e ieri Ezio Mauro dedicava un video-editoriale "all'antipolitico che rifiuta le domande").

 

 

grillo-celentanoCELENTANO E BEPPE GRILLOBEPPE GRILLO IN PIAZZA CASTELLO A TORINOADRIANO CELENTANO IN ROCK ECONOMY jpegBEPPE GRILLO SOTTO LA PIOGGIA A BOLOGNA ADRIANO CELENTANO IN ROCK ECONOMY jpegL'URLO DI BEPPE GRILLO jpegADRIANO CELENTANO IN ROCK ECONOMY jpegAdriano Celentano adriano celentano tn celentano adriano 003BEPPE GRILLO - MOVIMENTO 5 STELLElogo cinque stelle grillo beppe

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...