silvio berlusconi laura ravetto matteo salvini

“CON SALVINI NON CI VOGLIO PARLARE, NON LO VOGLIO NEANCHE SENTIRE NOMINARE” - BERLUSCONI, FURIOSO CON IL CAPITONE, SCHIFA I TRE DEPUTATI PASSATI CON LA LEGA PER MINARE L’ALLEANZA DI CENTRODESTRA: DAL CARROCCIO RILANCIANO E PRESENTANO UNA PREGIUDIZIALE DI COSTITUZIONALITÀ SULLA NORMA SALVA-MEDIASET - LA ROTTURA È INEVITABILE E SI INSERISCE NELLO SCONTRO TRA ESTABLISHMENT EUROPEO E POPULISMO. SILVIO NELL’IMMEDIATO CI GUADAGNA IN VISIBILITÀ E PRESENTABILITÀ MA...

1 – SE IL LEADER DI FI DIALOGA CON IL GOVERNO

Giovanni Orsina per “la Stampa”

 

matteo salvini silvio berlusconi

Le divisioni che attraversano l'opposizione, e che separano Berlusconi da Salvini, possono essere analizzate per le loro cause e conseguenze politiche di breve, medio e lungo periodo. Nel breve periodo Berlusconi ha parecchio da guadagnare dal dialogo con la maggioranza di governo.

 

BERLUSCONI MATTARELLA

Innanzitutto, facendo forza sull'emergenza pandemica, sugli appelli alla collaborazione del Presidente Mattarella e sullo stato semicomatoso nel quale versa il gabinetto Conte, può accrescere il proprio peso politico e la propria visibilità pubblica. Può distinguere la propria posizione da quella degli alleati-concorrenti Lega e Fratelli d'Italia, poi, senza che questo abbia ricadute negative nell'immediato, visto che fino a primavera non sono previste elezioni.

 

SALVINI BERLUSCONI OSHO

Può difendere con maggiore forza i propri interessi aziendali. E può infine presentarsi come uno statista - vedendosi innalzato sul piedistallo, per altro, dagli stessi che fino a qualche anno fa lo giudicavano un buffone nel migliore dei casi, un pericolo per la democrazia nel peggiore.

berlusconi letta

 

Sbaglierebbe però, a mio avviso, chi da tutto questo deducesse che nel medio periodo Forza Italia si stia apprestando a entrare stabilmente nella maggioranza di governo. Pesano le inimicizie politiche che comunque non sono venute meno, in particolare col Movimento 5 Stelle. Ma ancor di più pesano le fragilità incrociate: l'attuale maggioranza è assai debole, e a Forza Italia non conviene granché salire su una barca che fa acqua.

 

SILVIO BERLUSCONI FEDERICA ZANELLA

Per parte sua, il partito di Berlusconi è troppo fiacco per bastare, da solo, a stabilizzarla. Sul lungo periodo lo scenario si fa molto nebuloso. Ma vale la pena abbozzare almeno un ragionamento di più ampio respiro, non foss' altro che per alzare un istante la testa dalla poco esaltante realtà politica quotidiana.

 

La frattura interna all'alleanza di destra-centro è parte della più ampia faglia fra - per così dire - establishment europeista e populismo euroscettico che è venuta emergendo a partire dal 2012, e nella quale hanno messo radici il Movimento 5 Stelle, la Lega e il governo Conte I. Bene: è molto difficile sapere che cosa ne sarà di questa faglia una volta che il Covid-19 avrà prodotto tutti i suoi effetti.

 

LAURA RAVETTO MATTEO SALVINI

Ossia, è molto difficile prevedere quale sarà la conformazione non soltanto dell'alleanza di destra-centro, ma dell'intero sistema politico italiano. Ci sono almeno tre parametri da tenere d'occhio, mi pare. Il primo e il più semplice è il sistema elettorale: se le prossime elezioni nazionali dovessero sciaguratamente svolgersi con la proporzionale, l'alleanza di destra-centro non avrebbe proprio più nessuna ragion d'essere. Liberi tutti.

 

Il secondo parametro riguarda la situazione sociale: gli effetti economici della pandemia colpiscono soprattutto le categorie che storicamente votano a destra - ieri per Berlusconi, oggi per Salvini. Molto della destra che verrà dipenderà dal loro livello di disperazione e rabbia.

MAURIZIO CARRARA 1

 

L'Europa, infine. La pandemia l'ha resa irriconoscibile: il patto di stabilità è sospeso e, al riparo della Banca centrale europea, l'indebitamento monta ovunque. Già cominciano a farsi evidenti le prime conseguenze politiche di questa metamorfosi: basti pensare al presidente dell'Europarlamento Sassoli che propone la cancellazione del debito, o a Enrico Letta che chiede il superamento del Meccanismo europeo di stabilità.

angela merkel silvio berlusconi

 

È molto difficile, in queste condizioni, che la faglia fra establishment europeista e populismo euroscettico resti nei prossimi tempi quella che è stata in questi ultimi anni. Di conseguenza, è difficile che le questioni che governano i rapporti interni alla destra-centro siano destinate a conservarsi immutate.

 

2 – L'IRA DI BERLUSCONI: MEGLIO PERDERLI SALVINI? CON LUI NON VOGLIO PARLARE

Tommaso Labate per il “Corriere della Sera”

 

berlusconi salvini di maio

«Ravetto, Zanella e il terzo che è andato con Salvini chi era? Ah, Carrara. Ecco, meglio così. Meglio perderli che trovarli». Alle 5 del pomeriggio in punto, dall'osservatorio personale di Silvio Berlusconi, è come se il centrodestra non esistesse più. Il Cavaliere è al telefono con i pontieri, le colombe che puntano a ricucire lo strappo improvviso che si è creato con la Lega, quelli che premono con i loro pari grado perché lui e Matteo Salvini si sentano per telefono e siglino un armistizio qualsiasi corredato di un comunicato stampa qualsiasi, purché con le loro due firme in calce. Ma non ne vuole sapere.

 

MAURIZIO CARRARA

«Con Salvini non ci voglio parlare, non lo voglio neanche sentire nominare». L'ex premier ripete i nomi dei tre parlamentari che hanno saltato il fosso, uno di questi se l'è dimenticato o fa finta di esserselo dimenticato, quello del toscano Carrara; a nessuno dei tre riserva il solito trattamento riservato in passato a coloro che, magari perché scontenti della loro condizione dentro Forza Italia, minacciavano di andare via, e cioè quelle lusinghiere telefonate personali che più volte sono riuscite nel miracolo di tenere serrati i ranghi del partito.

meme sulla crisi di governo salvini berlusconi meloni

 

L'obiettivo dell'arrabbiatura del Cavaliere è molto più in alto dei transfughi. E punta dritto al cuore del centrodestra. Lo capiscono di prima mattina tutti i berlusconiani che riescono a parlare con l'ex premier. Basta che nelle telefonate ci sia un accenno alla pregiudiziale di costituzionalità posta della Lega sulla norma salva-Mediaset, posta ufficialmente dal Carroccio dopo un mezzo blitz in commissione Trasporti a Montecitorio, e il numero uno di Forza Italia perde letteralmente le staffe.

 

laura ravetto dopo il ritocchino

«Ma lo fanno perché pensano che voglia andare in maggioranza o perché non hanno capito la norma?», ripete a voce alta. Poi con i suoi interlocutori va dritto al cuore della questione, con il tono di voce che - se possibile - si alza ancora di più. Parla in terza persona del leader della Lega e poi cambia registro, come se ci fosse lui dall'altro capo del telefono. «In entrambi i casi non mi sta bene.

 

Diamine, prima Salvini dice di non aver capito, poi ci parliamo, io ti chiarisco tutto, tu dici che adesso hai capito e che è tutto a posto E poi che cosa fai? Presenti una pregiudiziale di costituzionalità che fa esplicito riferimento a Mediaset? Eh no, caro mio, così non mi sta bene».

 

salvini berlusconi

Sono solo le prime ore del mattino, il film del giovedì più nero della storia recentissima del centrodestra non ha fatto ancora mostrato le scene più importanti. E cioè Salvini che in diretta alla radio accusa Forza Italia di «inciucio», che si lancia in un attacco frontale nei confronti dell'azzurro calabrese Tallini appena arrestato, che si esercita in un grande elogio di Nicola Gratteri.

 

DOMENICO TALLINI

Tutte cose che nel perimetro dei forzisti vengono viste come una serie di affronti senza precedenti. Fino al colpo di scena finale, l'annuncio del passaggio del terzetto Ravetto-Zanella-Carrara alla Lega. «Non ho fatto pressioni per portare nella Lega nessuno», è la versione di Salvini. «Semplicemente», è il senso del ragionamento svolto in presenza dei fedelissimi, «queste tre persone da tempo premevano per entrare nella Lega e adesso finalmente c'erano le condizioni perché lo facessero».

 

Le «condizioni» evocate dall'ex ministro dell'Interno, ovviamente, rimandano all'atteggiamento responsabile di Berlusconi nei confronti del governo. E a quella ridda di voci sull'avvicinamento di Forza Italia al perimetro della maggioranza che Berlusconi, anche nell'ufficio di presidenza di mercoledì, aveva smentito. Un forzista di altissimo rango la mette così: «Se un filo di centrodestra esiste ancora, oggi, lo dobbiamo a san Di Maio. Con le sue dichiarazioni anti-berlusconiane ci ha salvato. Se avesse fatto un'apertura a Forza Italia, a quest' ora era finita...».

 

gianni letta luigi di maio

Tra i berlusconiani, il numero dei maggiorenti che festeggiano per la frattura con Salvini è decisamente superiore del numero di chi spinge per cercare la pace tra i due leader. Non sono previste fughe in avanti, il tema dell'ingresso nella maggioranza è fuori discussione, per ora.

 

FEDERICA ZANELLA

Come dice un berlusconiano di stretta osservanza, «per metterci a fare la stampella della maggioranza c'è bisogno che la maggioranza abbia bisogno di una stampella. E tra tutti i problemi, se c'è uno che non hanno è quello dei numeri. Al momento...».

 

La strategia di Berlusconi, semmai, è di lungo periodo. E parte da considerazioni svolte in privato già la scorsa estate, quando ai suoi ripeteva che «l'importante sarà sedersi al tavolo quando ci sarà da votare il presidente della Repubblica e stare nella coalizione parlamentare che lo voterà». Un processo lungo, che la frattura con Salvini può soltanto accelerare.           

BERLUSCONI E SALVINIsalvini di maio berlusconilaura ravetto dopo il ritocchino laura ravetto dopo il ritocchino 2laura ravetto foto di baccolaura ravetto prima del ritocchino salvini (d), con silvio berlusconi d

 

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