DI FRATI IN FIGLIO - CHIUSA L’INCHIESTA PER ABUSO D’UFFICIO SUL RETTORE DELLA “SAPIENZA” - I PM: “FAVORÌ IL FIGLIO” (E NELLA FACOLTÀ DI MEDICINA INSEGNANO LA MOGLIE E L’ALTRA FIGLIA)

Fulvio Fiano per "Corriere.it"

Solo tre giorni fa, all'inaugurazione di quello che dovrebbe essere il suo ultimo anno accademico da rettore - tecnicamente è in pensione già dal primo novembre ma ha fatto «responsabilmente» richiesta al ministro di mantenere il posto sfidando una diffida del sindacato - aveva speso parole di incoraggiamento per gli studenti: «L'Ateneo torni a essere un ascensore sociale». E aveva esortato Maria Chiara Carrozza, titolare del dicastero dell'Università, a «trasformare in professori a contratto quei docenti che si dedicano più alle loro personali ricerche che all'insegnamento».

Merito e mobilità. Lunedì è arrivata la notizia della chiusura indagini, il passo che precede di norma la richiesta di processo, per lo stesso rettore, Luigi Frati, dominus della Sapienza. Secondo l'accusa dei pm, in accordo con altre tre persone, avrebbe creato nel 2011, all'interno del policlinico Umberto I, l'ospedale universitario, un'unità programmatica autonoma rispetto a cardiochirurgia, mettendovi alla direzione Giacomo, suo figlio. Contattato al telefono, il «magnifico» si limita ad annunciare querele.

Oltre a padre e figlio gli indagati sono l'allora commissario straordinario dell'Umberto I, Antonio Capparelli, e l'ex direttore sanitario, Francesco Vaia, che avrebbero materialmente commesso l'abuso dispensando Frati jr. dal servizio assistenziale e di guardia presso la Uoc di Cardiochirurgia e attribuendogli la direzione dell'unità creata ad hoc, con propri posti letto e personale «di fatto voluta dal rettore Luigi Frati per favorire il figlio Giacomo», scrivono il pm Alberto Pioletti e l'aggiunto Francesco Caporale. Che aggiungono: «Delibera che veniva adottata in carenza di qualsiasi parere o preventiva approvazione della Regione Lazio e pertanto in violazione di norme di legge o regolamento».

Rischia il processo anche Floriana Rosata, che «in qualità di dirigente dell'area risorse umane della Regione Lazio ometteva di adottare i prescritti provvedimenti di competenza in relazione a tale delibera non verificandone la legittimità e il rispetto della normativa». È accusata di omissione in atti d'ufficio.

Le cronache dell'epoca raccontano la folgorante carriera di Frati jr., ricercatore a 28 anni, professore associato a 31, titolare di cattedra a 36, ordinario di medicina nella facoltà diretta dal padre dove hanno trovato posto anche la moglie del rettore, Luciana Rita Angeletti, laureata in lettere e docente di storia della medicina, e l'altra figlia Paola, laureata in legge e docente di medicina legale.

Per far fare la giusta gavetta al figlio, Frati sr. aveva creato una dependance della Sapienza a Latina, dove il figlio ammise in un'intervista «di aver fatto pratica sui manichini» e dove il tasso di mortalità, a fronte di un numero di interventi molto sotto la media laziale, era il più alto della regione.

Giacomo è pronto per il Policlinico, decide il padre, che gli affida la neoattivata guardia medica di cardiochirurgia. Quattro mesi a fare le notti e arriva la nascita dell'«Unità programmatica di tecnologie cellulari applicate alle malattie cardiovascolari», dove entra da primario. Un posto ottenuto, secondo il Tar, «con irragionevole penalizzazione dei candidati idonei».

Il rettore ricorre nelle cronache giudiziarie. Lo stesso Tar (altra sezione) ha annullato di recente il decreto di sospensione emesso da Frati nei confronti del primario cardiochirurgo dell'Umberto I, Michele Toscano, a seguito della morte di una paziente. Una vicenda che su denuncia e accuse ribaltate dallo stesso Toscano ha strascichi ancora pendenti in sede penale.

Dove altri due fascicoli riguardano Frati: indagato per la manipolazione delle cartelle cliniche dei malati sottoposti a terapia del dolore nel reparto di oncologia e chiamato in causa per l'errata somministrazione (due volte) di un farmaco antitumorale a un'altra paziente, che rischiò di morire e fu dirottata, per i pm, ad altre terapie per coprire le responsabilità. In questo caso, il «magnifico» in veste di primario si autosospese «per spezzare il legame mediatico tra attacchi alla persona e coinvolgimento della struttura». «Intimidazioni», disse, «e indegne speculazioni sui malati».

 

 

LUIGI FRATI luigi frati LUIGI FRATI GIACOMO FRATI FIGLIO DEL RETTORE DELLA SAPIENZA LUIGI FRATIUniversità La Sapienza Roma

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)