GIUSTIZIA È SFATTA – PER SMALTIRE I PROCESSI CIVILI ARRETRATI CI VORREBBE UN ANNO SENZA NUOVE CAUSE, MA OVVIAMENTE NON SI PUÒ FARE – E ALLORA CI TENIAMO UN ARRETRATO DA INCUBO E LA PICCOLA SODDISFAZIONE DI QUALCHE MIGLIORAMENTO

Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera

 

Andrea OrlandoAndrea Orlando

Lo slogan è fin troppo facile: «Giustizia incivile, arretrato di 5,2 milioni di cause». È un numero reale, dietro il quale si nasconde però una realtà complessa e variegata, «che pur nella sua indubbia gravità andrebbe spiegata e, almeno in parte, ridimensionata». 
 

Ecco perché il Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria del ministero della Giustizia, con uno studio del direttore Mario Barbuto, ha pensato bene di scomporre quella cifra, separare i numeri degli affari pendenti per grado di giudizio, materia e territorio, in modo da offrire spunti per un’analisi utile a trovare soluzioni. Un «censimento selettivo» dell’arretrato civile che porta a conclusioni — seppure parziali — meno drammatiche di quanto si possa immaginare. 
 

L’introduzione della distinzione tra arretrato vero e proprio e «giacenza», ad esempio, porta a dire che il primo è una patologia che diventa emergenza quando raggiunge livelli troppo alti, mentre la seconda è la fisiologica disparità tra il numero di nuovi fascicoli che arrivano sulle scrivanie dei giudici e quelli che si riescono a definire nello stesso periodo di tempo; e di solito non raggiunge dimensioni allarmanti.

TRIBUNALE LA LEGGE E UGUALE PER TUTTI TRIBUNALE LA LEGGE E UGUALE PER TUTTI

 

Anzi, il dato sulla produttività dei giudici italiani nel settore civile è tra i più alti in Europa. Secondo l’ultimo Rapporto sull’efficienza della giustizia della Comunità, l’Italia è al secondo posto per la «consistenza quantitativa annua di domanda di giustizia» dopo la Russia, ma secondi sono anche i nostri magistrati nella classifica del numero di procedimenti definiti, davanti a Francia e Spagna. 
 

I dati dei procedimenti iscritti e di quelli definiti riferiscono che nel 2011, a fronte di 4.475.419 nuovi fascicoli, ne sono stati chiusi 4.527.574; lo stesso trend s’è avuto nel 2012, finché nel 2013 sono stati definite 4.554.038 cause mentre quelle sopravvenute si sono fermate a 4.348.902. Cifre ancora da capogiro, ma che registrano come l’arretrato complessivo sia sceso, negli ultimi tre anni, di quasi cinquecentomila processi. 
 

Aula TribunaleAula Tribunale

Da questi numeri si deduce che i giudici italiani sono in grado di definire all’incirca 4,5 milioni di procedimenti all’anno, cioè in media 375.000 ogni mese. Ciò significa che, immaginando un ipotetico quanto irrealistico periodo senza nuovi processi, per smaltire l’intero arretrato civile sarebbero sufficienti 14 mesi, poco più di un anno. «Ci sarebbe da essere soddisfatti, anziché disperarsi», commenta Barbuto. 
 

Immaginare un blocco delle nuove cause per azzerare il pregresso accumulato negli anni è tuttavia irrealistico. Ecco perché l’analisi del ministero si è concentrata anche sulla «vetustà» dei processi arretrati, andando ad analizzare quali e quante sono le pendenze più antiche.

 

Il risultato è che nei tribunali ordinari risultano ancora aperti 86.022 procedimenti avviati prima dell’anno 2000, 122.611 iscritti a ruolo fra il 2001 e il 2005, e ben 709.847 cominciati fra il 2006 e il 2010. Ad essi vanno aggiunti circa 130.000 cause pendenti nelle corti d’appello risalenti al periodo 2000-2010. 
 

Il totale si attesta su un milione di processi e poco più, che sono il vero arretrato della giustizia civile italiana, a rischio risarcimento nei confronti dei cittadini che decidessero di fare causa allo Stato per la lungaggine dei processi. 
 

giudici giudici

Una «mina vagante», secondo il rapporto ministeriale, fatta di «cause vecchie e stagionate che i giudici italiani non riescono (e non sono riusciti) ad eliminare. Finché vi sarà una sola di tali pratiche vetuste, la giustizia civile non potrà considerarsi degna di un Paese normale». 
 

Ecco perché in queste situazioni dovrebbero intervenire i capo degli uffici, i quali «hanno l’obbligo di legge di programmare gli interventi mirati che garantiscano la rapida, se non immediata, eliminazione dell’arretrato, anche a costo di ritardare temporaneamente la trattazione degli affari più recenti. È preferibile infatti che gli affari più recenti crescano leggermente di durata, e anche di numero, anziché tollerare che negli armadi stazionino sine die affari risalenti nel tempo». 
 

Secondo il ministro della Giustizia Andrea Orlando, «questo studio è un importante sostegno al percorso riformista intrapreso dal governo, impegnato per abbattere l’arretrato civile e restituire credibilità al sistema; il pezzo di riforma già approvato dal Parlamento sarà presto integrato dalle norme della legge delega sul processo civile. Le nuove analisi ci consentiranno di capire meglio dove incidere e come intervenire». 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)