CIELO A PECORELLA SUL BANANA: “E' SOLO UNA SCUSA PER ATTACCARE IL GOVERNO”

Francesco Grignetti per "la Stampa"

L' avvocato Gaetano Pecorella, già legale di fiducia di Berlusconi ed ex deputato del Pdl, osserva ormai con disincanto le mosse del suo ex partito. Non condivide le grandi proteste contro la Cassazione, «rea» di aver fissato con qualche settimana di anticipo rispetto al previsto l'udienza che riguarda il processo per reati fiscali del Cavaliere. «Bah, non considero la questione così fondamentale».

Avvocato, lei mostra un invidiabile aplomb. Ma qui si è minacciato l'Aventino parlamentare.
«Sa, mi vengono in mente le parole dell'Amleto, che cito liberamente: se uno vuole fare la guerra, le ragioni si trovano anche in un filo d'erba. La Cassazione ha semplicemente applicato la legge, trasferendo la trattazione alla sessione feriale perché c'era un rischio di prescrizione. Tutto qui.

E non vedo grandi cambiamenti se la causa si discuterà il 31 luglio o, per ipotesi, si fosse trattata il 16 settembre. I termini della questione non cambiano granché. Se la Cassazione, Dio non voglia, confermasse la condanna per il presidente Berlusconi, ebbene, il problema politico sarebbe lo stesso sia se ciò avvenisse il 1 agosto sia il 17 settembre».

Lei non vede, insomma, tutto questo scandalo. Trova corretta la decisione della Cassazione?
«C'è ben poco da dire. È quanto prevede la legge: se si rischia una prescrizione nei 45 giorni successivi alla fine del periodo feriale, che termina il 15 settembre, la Cassazione è tenuta ad accelerare la trattazione della causa e ad affidarla alla sezione feriale. È un passaggio tecnico. Che cosa c'entri qui il Parlamento, che è un organo sovrano e primario dello Stato, francamente non lo capisco. Né che cosa c'entri il governo, peraltro. Per dirla tutta, mi pare una modesta scusa per attaccare il governo da parte di chi, nel centrodestra, non l'ha mai digerito».

La Cassazione sostiene che si tratta di una decisione obbligata. Eppure si rischiava una prescrizione intermedia, non complessiva. Lei che pensa?
«Intendiamoci sulle parole: prescrizione intermedia significa prescrizione parziale. Significa che un reato cade, altri restano in piedi. Ovviamente ciò avrebbe una ricaduta, in caso di conferma della condanna, Dio non voglia, nella determinazione della pena, che sarebbe stata ridimensionata».

Ed è questo il senso delle proteste? C'era chi contava su una parziale prescrizione?
«Mi limito a dire che una prescrizione, parziale o totale, è sempre una sconfitta. Un intero processo va avanti per finire all'improvviso nel cestino senza terminare con una sentenza, di assoluzione o di condanna. Non penso che ci sia chi possa fare il tifo per una prescrizione, parziale o totale che sia».

Il professor Coppi lamenta in questa accelerazione della Cassazione una lesione ai diritti sostanziali, non formali, della difesa.
«Capisco bene il suo disappunto. Fissare la causa a una data così ravvicinata è un trattamento giugulatorio. L'avvocato fa bene a protestare. Ma i politici, scusi, che c'entrano?».

Beh, questo è quanto chiediamo a lei. C'entrano qualcosa, i politici?
«Secondo me, nulla. A meno che qualcuno non abbia fatto il seguente calcolo: se facciamo così tanta cagnara su un passaggio in fondo inoffensivo come la fissazione dell'udienza, figurarsi nel caso di un'eventuale sentenza di condanna. Un modo di fare pressioni sui giudici. È la stessa logica, in fondo, di chi organizza le manifestazioni di piazza davanti ai tribunali. Logica che a Berlusconi fa più male che bene, secondo me. Ma tant'è».

 

GAETANO PECORELLA i giudici riuniti in cassazione GIORGIO SANTACROCE

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