LA CINA E' MOLTO VICINA AGLI STATI UNITI - A TRENTA CHILOMETRI DA L'AVANA, PECHINO HA APERTO UNA BASE PER SPIARE GLI STATI UNITI - SI TRATTA DI UNA VECCHIA STRUTTURA MILITARE, A 100 MIGLIA DALLE COSTE AMERICANE, CHE PECHINO HA AFFITTATO SBORSANDO SVARIATI MILIARDI AL REGIME CASTRISTA - C'E' IL RISCHIO DI UNA NUOVA CRISI COME QUELLA DEL 1962? MACCHE': LA CASA BIANCA SE NE FREGA. IL CENTRO HA TECNOLOGIE OBSOLETE E BIDEN HA DECISO CHE NON VUOLE APRIRE UN FRONTE CON LA CINA SU QUESTO TERRENO...

Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “La Repubblica”

 

base cinese a cuba bejucal 1

Tutti lo sanno, ma nessuno ne parla. Sembra la tacita consegna a cui hanno giurato obbedienza gli abitanti di Bejucal, villaggio a una trentina di chilometri dall’Avana, che rischia di diventare l’epicentro di una nuova crisi tipo quella dei missili nel 1962. «Cinesi? Mai visto cinesi qui. Tranne una famiglia che ci vive da decenni, ma di sicuro non spia». Perché stavolta i protagonisti della sfida sarebbero loro, i servizi di intelligence della Repubblica popolare, che tra queste campagne hanno costruito una base per osservare e ascoltare gli Stati Uniti.

 

base cinese a cuba bejucal 2

Il primo a scriverne è stato il Wall Street Journal , nel giugno scorso. La notizia era che Pechino aveva chiesto al governo cubano di ereditare una vecchia installazione militare a un centinaio di miglia dalla Florida, per farne il suo centro di spionaggio nella regione. In cambio di “svariati miliardi di dollari”, necessari per il regime castrista come il pane quotidiano, che ormai la libreta del razionamento alimentare non riesce più a garantire ai suoi cittadini.

 

La reazione del portavoce della Casa Bianca, John Kirby, era stata che «la notizia è inesatta». L’Avana aveva aggiunto che era «una menzogna», mentre Pechino aveva reagito con l’abituale silenzio. Poi però la pressione politica interna, alimentata dai repubblicani trumpisti che non vedevano l’ora di accusare Biden di essersi fatto fregare da Xi, ha convinto l’amministrazione a cambiare linea.

base cinese a cuba bejucal 5

 

Il segretario di Stato Blinken ha ammesso che i tentativi della Repubblica popolare di aprire una base di spionaggio a Cuba erano cominciati almeno nel 2019, con Donald alla Casa Bianca. Tanto è vero che ne avevano discusso durante il passaggio delle consegne, quando l’amministrazione repubblicana uscente aveva informato quella democratica entrante delle operazioni in corso.

 

Blinken aveva aggiunto di aver usato la diplomazia per affrontare la questione, ossia niente armi o blocchi navali come nel 1962, e riteneva di aver ottenuto qualche successo nel frenare le attività di Pechino.

 

base cinese a cuba bejucal 4

[…] In cima alla collina, però, sono chiaramente visibili le parabole di quello che non può essere altro, se non un centro di ascolto. La sicurezza intorno non è esattamente ferrea, forse perché nessuno vuole dare nell’occhio, ma Arnaldo ammette che «qui un’installazione militare c’è da sempre, lo sanno tutti. Cosa ci facciano è un segreto e per entrare serve il permesso». Cinesi però non ne ha mai visti, anche perché è improbabile che vengano in paese in libera uscita a farsi un mojito.

 

[…] La Cina paga di più, perché oggi i suoi mezzi sono incomparabilmente superiori a quelli della Russia, così come le sue ambizioni di sfidare l’America per diventare la nuova superpotenza revisionista dominante. Fonti con conoscenza diretta dei fatti lasciano intendere che le cose stanno così, ma Washington ha deciso che non è questo il terreno su cui intende andare allo scontro con Pechino.

 

Anche perché con i mezzi della tecnologia moderna, una base come Bejucal è obsoleta e non giustificherebbe un dramma tipo quello del 1962. Tutti danno per scontato che Cuba abbia una collaborazione intensa di intelligence con Cina e Russia, perché non ha alternative.

XI JINPING E JOE BIDEN

 

[…] «Sia la Russia che la Cina - spiega a Repubblica la direttrice del sito 14ymedio Yoani Sánchez usano Cuba come punta di lancia in America Latina, una punta politica e diplomatica contro gli Usa. Tuttavia, ci sono grandi differenze. Mentre la Cina ha una visione molto più pragmatica e orientata al business, per localizzare le proprie aziende in America Latina e altri Paesi capitalisti, la Russia ha l’obiettivo di stringere tutte le alleanze possibili con Cuba, per infastidire Washington e, in secondo luogo, perché è isolata a causa dell’invasione dell’Ucraina e ha bisogno di qualsiasi altro governo che voglia apparire accanto al Cremlino nella foto di famiglia». […]

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)