UN PECHINO DI DEMOCRAZIA? MANCO PER NIENTE! - A HONG KONG RESTANO CHIUSI MOLTI EDIFICI GOVERNATIVI, E DALLA CINA ARRIVA IL NIET: “UNA PROTESTA DESTINATA A FALLIRE, NESSUNA CONCESSIONE” - IL REGIME INFETTA I CELLULARI CON UN “MALWARE” PER SCHEDARE I MANIFESTANTI

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1.HONG KONG, PECHINO: PROTESTA DESTINATA A FALLIRE

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LaPresse/AP - La battaglia degli studenti in piazza a Hong Kong è destinata a fallire e sulla questione della scelta dei candidati per le elezioni del 2017 "non ci saranno concessioni". È quanto si legge questa mattina sul Quotidiano del Popolo, organo di stampa del Partito comunista cinese, in merito alle proteste che chiedono le dimissioni del governatore Leung Chun-ying. Ieri quest'ultimo ha annunciato che non lascerà l'incarico, ma ha aperto al dialogo con i manifestanti.

 

Parlando delle proteste, il quotidiano oggi riferisce che un piccolo gruppo di studenti ha provato a "dirottare" il sistema e a forzare cambiamenti alle regole elettorali. "Il nucleo dei loro sforzi per ottenere il cosiddetto suffragio universale - aggiunge - è garantire che i loro rappresentanti, compresi coloro che affrontano il governo centrale, possano diventare candidati al posto di governatore".

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L'articolo ricorda inoltre che Hong Kong è "sotto la giurisdizione del governo centrale e non è un Paese o un'entità politica indipendente". Questa mattina le autorità hanno fatto sapere che gli uffici del governo centrale saranno temporaneamente chiusi dopo che alcuni funzionari e altri dipendenti, tornati da due giorni di festa nazionale, non sono stati in grado di superare le barricate.

leung chun ying governatore di hong kong leung chun ying governatore di hong kong

 

2.HONG KONG, BREVI SCONTRI TRA MANIFESTANTI E POLIZIA

(LaPresse/AP) - I manifestanti in piazza a Hong Kong e la polizia si sono brevemente scontrati questa mattina, dopo che i funzionari di polizia hanno cercato di far indietreggiare i dimostranti per far passare un'ambulanza che stava lasciando l'edificio del governo, centro focale delle proteste. Il complesso rimane chiuso poiché molti studenti hanno bloccato le entrate, impedendo ai dipendenti di entrare. In altre aree la polizia ha rimosso le barricate e la popolazione ha potuto riprendere il lavoro e la scuola dopo due giorni di festa nazionale.

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3.HONG KONG, LA LOTTA SI DECIDE SUI CELLULARI

Ilaria Maria Sala per “la Stampa

 

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Sono ore particolarmente tese a Hong Kong. Gli studenti che occupano le strade per chiedere il suffragio universale alla Cina avevano dato a Chun Ying Leung, il Capo dell’Esecutivo di Hong Kong, un ultimatum: se non si fosse dimesso avrebbero occupato gli uffici governativi. Da Pechino, un editoriale del «Quotidiano del Popolo» non aveva fatto nulla per calmare gli animi, promettendo anzi «conseguenze inimmaginabili» se gli studenti non avessero sgomberato le strade.

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Quello di Occupy Central è un movimento con pochi leader. Si muove in modo disciplinato ma indipendente e le duecentomila persone in piazza in questi giorni agiscono di concerto affidandosi a tutti gli strumenti possibili per comunicare. E se Twitter aveva aiutato le Primavere arabe nel 2012 ora a Hong Kong ci sta pensando FireChat. Nelle ultime 24 ore oltre 100 mila persone a Hong Kong hanno scaricato sui loro smartphone l’applicazione per scambiare messaggi.

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FireChat si appoggia a Bluetooth e può mandare messaggi a 70 metri di distanza anche senza connessione Internet - spesso molto irregolare nelle zone della protesta. Ma, diversamente da Telegram, che manda messaggi criptati, i messaggi di FireChat sono pubblici. E il moltiplicarsi di malaware che prendono di mira proprio gli smartphone degli studenti fa pensare che qualcuno stia cercando di mettere i bastoni fra le ruote al Movimento degli Ombrelli.

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Quel qualcuno sarebbe Pechino. Secondo il «New York Times» il governo cinese starebbe spiando i ragazzi scesi in piazza tramite una falsa App per smartphone. La scoperta è stata fatta dai ricercatori della Lacoon Mobile Security, un’azienda specializzata in sistemi di sicurezza informatica.

 

In quello che si è rivelato essere un «phishing attack» (una tecnica finalizzata a carpire informazioni personali), gli utenti di smartphone di Hong Kong hanno ricevuto un link su WhatsApp per scaricare un software, insieme a una nota: «Guardate questa app Android disegnata da Code4HK per il coordinamento di Occupy Central!». Peccato che Code4HK, una comunità di programmatori che sostiene il movimento per la democrazia, non aveva nulla a che fare con l’applicazione.

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Secondo Michael Shaulov, amministratore delegato di Lacoon, ci sono chiari segnali che riconducono al governo cinese. Chi ha lanciato l’app-spia ha la possibilità di accedere ai dati personali degli ignari utenti, come password e informazioni bancarie, spiare telefonate e messaggi e avere continua traccia della posizione fisica dello smartphone infettato.

 

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Tra la paura di possibili «schedature» e l’attesa della reazione del capo del governo ieri per le strada di Hong Kong la tensione ha continuato a salire, riducendosi solo quando si sono presentati il vice-rettore dell’Università, Mathieson, e il rettore dell’Università Cinese di Hong Kong, venuti a sostenere gli studenti e chiedendo loro di non correre rischi. Sono stati accolti come eroi: i primi adulti appartenenti a istituzioni importanti a scendere in campo a fianco degli studenti.

 

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Joshua Wong, il leader di Scholarism, 17 anni, in uno dei suoi discorsi appassionati, ha detto: «Abbiamo fatto la Storia. Non voglio che nessuno di noi si faccia male», cercando di convincere i suoi compagni che una ritirata strategica non era da considerarsi una sconfitta. Un gruppo di pastori e preti si sono avvicinati, in fila davanti alle barricate, dicendo che avrebbero protetto gli studenti.

 

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Poi, a mezzanotte, la conferenza stampa di Leung: «Non mi dimetto - ha detto -, ma invio la mia vice, Carrie Lam, a parlare con gli studenti e studiare con loro il progetto di riforma elettorale. La polizia non caricherà se gli studenti si manterranno pacifici». Un contentino, un nulla, che è bastato comunque a far tirare un respiro di sollievo. La Rivoluzione degli Ombrelli di Hong Kong non vuole avere martiri. Nessuno scontro, né disordini, ma oggi i giovani saranno ancora per le strade della città.

 

 

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