LA CINA SEMPRE PIÙ VICINA (AGLI STATI UNITI) - L’INVASIONE (COMMERCIALE) CINESE INIZIA DAI CARAIBI - IL DRAGONE PRENDE POSSESSO DI PROPRIETÀ MILIARDARIE, FRA CUI PIANTAGIONI, STADI, UN OSPEDALE, UNA SCUOLA E UN MEGARESORT - IN ARRIVO 6 MLD $ IN PRESTITI ALLE POVERE ISOLE AMERICANE: PECHINO VUOLE IMPORSI COME LA PRINCIPALE POTENZA STRANIERA NEI CARAIBI, RENDENDO GLI USA, ORMAI SENZA DOLLARI IN CASSA, IRRILEVANTI…

Maurizio Molinari per "La Stampa"

Stadi, resort turistici, ospedali, scuole, aeroporti, porti, ponti e perfino la nuova residenza di un premier: la Cina sbarca nei Caraibi accompagnata da una pioggia di investimenti che cela la strategia di insediarsi nel cortile di Washington.

Nel 2011 il governo di Pechino ha garantito, in forma diretta o tramite aziende pubbliche, prestiti agevolati e aiuti per almeno 6,3 miliardi di dollari a più nazioni dei Caraibi portando a 75 miliardi il totale degli investimenti compiuti in America Latina dal 2005. A documentare l'offensiva è il rapporto The New Bank in Town, redatto da una task force del Dialogo inter-americano di Washington, nel quale si sottolinea la differenza fra quanto avvenuto fino al 2010, con la Cina impegnata a investire in America del Sud per ottenere materie prime in maniera analoga all'Africa, e la svolta del 2011 nei Caraibi dove tali ricchezze naturali sono assenti, ad esclusione del greggio nelle acque di Trinidad e Tobago.

Nell'arco di pochi mesi c'è stata un'accelerazione nella determinazione di Pechino di insediarsi nei Caraibi. Il maggiore slancio è verso le Bahamas, con la costruzione di uno stadio, porti, ponti e un megaresort, subito dopo viene la Repubblica Dominicana dove sono state realizzate scuole e ospedali, seguita da Grenada, Giamaica e anche da Trinidad e Tobago dove gli ingegneri di Pechino hanno ristrutturato la residenza del primo ministro. «Dobbiamo chiederci il perché di uno sforzo così massiccio in una regione per loro non di primario interesse sul piano delle risorse», osserva Dennis Shea, presidente della Commissione economica e sicurezza creata dal governo Usa per monitorare i rapporti con la Cina.

Le risposte che arrivano da economisti e politologi vanno in tre direzioni. Per Zhinqun Zhu, docente di Scienza della politica alla Bucknell University in Pennsylvania, l'intento di Pechino è anzitutto «isolare Taiwan» in quanto Taipei è riconosciuta solo da 23 nazioni al mondo e ben 12di queste si trovano in America Centrale e nei Caraibi. Sebbene la competizione internazionale fra Pechino e Taipei sia diminuita dal 2008, quando a Taiwan è stato eletto presidente Ma Yung-jeou con un'agenda di collaborazione con la Cina, nell'establishment della Repubblica popolare vi sarebbe chi vuole utilizzare l'accresciuta potenza economica per chiudere la gara sui riconoscimenti diplomatici.

E per mettere in ginocchio Taipei bisogna strappargli le simpatie dei Caraibi, dove in effetti gli investimenti cinesi sono arrivati spesso - per esempio alle Bahamas - a seguito della rottura dei rapporti con Taipei, che al momento sta riuscendo a difendere solo le roccaforti di St. Kitts e Nevis, St. Lucia e del Belize.

Ma un veterano dei Caraibi come Ronald Sanders, ex diplomatico a Antigua e Barbuda, spiega al New York Times che l'obiettivo di Pechino è assai più ambizioso perché «continuando a investire a questi ritmi in nazioni così povere e indebitate, soprattutto nel settore delle infrastrutture, la Cina renderà presto gli Stati Uniti irrilevanti in questa regione».

Si tratterebbe dunque di una ripetizione in grande stile della strategia tentata dal Venezuela di Hugo Chavez negli ultimi dieci anni di ricorrere agli investimenti per strappare i Caraibi all'influenza americana. Poiché le Bahamas sono ad appena 305 km dalle coste degli Stati Uniti, Pechino potrebbe essere impegnata in una «mossa strategica» tesa, come suggerì un cablogramma Usa del 2003 rivelato da Wikileaks, a prepararsi alla fine dell'era di Fidel Castro a Cuba, quando l'Avana potrebbe tornare a guardare verso Washington privando la Cina di un solido alleato.

Visto dai Caraibi, lo sbarco di Pechino è accompagnano dal proliferare di aziende private create da immigrati cinesi con l'intento di rimanere in loco nel prossimo futuro importando manodopera dalla madrepatria per sviluppare ogni sorta di commerci così come per esportare beni alimentari dalla frutta allo zucchero al caffè - di cui la Repubblica popolare è destinata ad aver crescente bisogno per sfamare una popolazione con un progressivo aumento del tenore di vita. L'acquisto in agosto di tre piantagioni di canna da zucchero in Giamaica, come l'inizio dell'importazione del caffè, lasciano dunque supporre che la materia prima che abbonda nei Caraibi a cui Pechino sia più interessata possa essere il cibo.

 

Cina Cina Arubacaraibisanto domingo

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...