giappone

BANZAI! - CON UNA CINA SEMPRE PIÙ AGGRESSIVA NEL PACIFICO, IL GIAPPONE RINUNCIA AL PACIFISMO: UNA NUOVA LEGGE AUTORIZZA L'ESERCITO DI TOKYO A COMBATTERE ALL’ESTERO (SE NON CI SONO ALTRI MEZZI APPROPRIATI PER RESPINGERE L'ATTACCO)

Francesco Leone Grotti per “il Giornale”

 

ESERCITO GIAPPONESE ESERCITO GIAPPONESE

Dimentichiamo l' immagine pacifista che ci siamo fatti del Giappone, da 70 anni a questa parte. Nel Sol Levante, gli effetti della seconda guerra mondiale sono definitivamente svaniti perché, per la prima volta dal 1945, le sue Forze di autodifesa potranno intervenire in guerra all' estero. Si tratta della più grande rivoluzione nella politica difensiva di Tokyo dal 1954, quando venne rimesso in piedi l' esercito dopo l' azzeramento militare voluto dagli americani e dagli altri Alleati al termine del conflitto.

 

ESERCITO GIAPPONESEESERCITO GIAPPONESE

Il Giappone segue così le orme dell' altro grande sconfitto della guerra, la Germania, che dopo essere stata smilitarizzata è tornata ad armarsi fino a entrare nella Nato. Il cambiamento è la conseguenza di una legge, approvata in settembre ed entrata in vigore martedì, fortemente voluta dal primo ministro Shinzo Abe.

 

ESERCITO GIAPPONESE   ESERCITO GIAPPONESE

Le proteste di piazza, come sei mesi fa, ieri si sono unite al coro delle critiche dei partiti di opposizione. Il premier e la sua coalizione governativa, formata da Liberaldemocratici e Nuovo Komeito, sono stati accusati di «calpestare la Costituzione» entrata in vigore nel 1947. All' articolo 9, infatti, il testo sancisce che «il popolo giapponese rinuncia per sempre alla guerra come diritto sovrano della nazione e rinuncia alle minacce e all' uso della forza come mezzo per risolvere le dispute internazionali».

 

Non c' è niente di più lontano da questa dichiarazione della legge voluta dal governo e solo il riavvio dei primi reattori in seguito all' incidente nucleare di Fukushima ha fatto più scalpore nella società nipponica. D'ora in poi il Sol Levante potrà intervenire militarmente all' estero a tre condizioni: quando un Paese alleato è sotto attacco e la sopravvivenza del Giappone è minacciata, quando non ci sono altri mezzi appropriati per respingere l'attacco, se l' uso della forza è limitato al minimo indispensabile.

 

SHINZO E AKIE ABE SHINZO E AKIE ABE

Parlando ieri in conferenza stampa, il primo ministro è tornato a giustificare le sue scelte, anche in risposta ai tanti slogan di protesta urlati dalla piazza: «Attorno al nostro Paese la sicurezza è sempre più precaria. In un mondo dove nessuno può difendersi da solo, questa legge aiuterà a prevenire la guerra». Il premier si riferiva alla minaccia nucleare e missilistica della Corea del Nord e alla crescente aggressività della Cina nel Mar cinese meridionale e orientale, dove si trovano isole contese tra Pechino e Tokyo.

SHINZO ABE CON GLI IMPERATORI DEL GIAPPONE SHINZO ABE CON GLI IMPERATORI DEL GIAPPONE

 

La legge approvata dal Giappone è stata fortemente voluta da Barack Obama ed è una delle dirette conseguenze dell' accordo raggiunto con gli Stati Uniti nell' aprile del 2015. L' anno scorso la precedente alleanza militare tra i due Paesi è stata stravolta: il Giappone da soggetto passivo, difeso dall'America in caso di attacco ma non obbligato a ricambiare, è passato ad attore attivo, impegnandosi a proteggere l' alleato anche al di fuori dei confini dell' arcipelago. Il nuovo patto era stato celebrato da Obama e Abe alla Casa Bianca e non poteva che prevedere una nuova interpretazione dell' articolo 9 della Costituzione nipponica.

 

Non a caso, gli Stati Uniti sono stati il primo Paese a complimentarsi con il Giappone dopo aver approvato la legge a settembre. La principale preoccupazione di chi si oppone alla legge è stata ben riassunta nell' editoriale di uno dei maggiori giornali locali, l' Asahi Shimbun: «Gli interessi nazionali del Giappone non coincidono per forza con quelli degli Stati Uniti, che sono famosi per cominciare guerre sbagliate».

cina pacificocina pacifico

 

Anche i giapponesi temono di essere trascinati in conflitti che non li riguardano, ma l' opposizione dell' opinione pubblica è più sfumata di quanto si pensi. Secondo un sondaggio pubblicato ieri dal principale quotidiano del Paese, il Yomiuri, solo il 47% della popolazione non approva la nuova legge. Sei mesi fa, gli oppositori erano il 58%.

 

 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO