1- PRIMA CHE IL DADO SIA TRATTO E DUNQUE SI COMPIA QUEL CHE DEVE COMPIERSI (COSÌ COME IL FATO VA TESSENDO, URNA DOPO URNA), IL DIVINO QUIRINO CONTI GETTA UN PENULTIMO SGUARDO (NON SI SA MAI) SULLA COPPIA SARKOZY, O MEGLIO, BRUNI-SARKOZY: PER LA QUANTITÀ DI CONTRIBUTI AL DISASTRO CHE L’EX MODELLA HA ACCUMULATO IN QUESTO SUO ENNESIMO CICLO BIOGRAFICO FINALMENTE TUTTO DEDITO, COME SI MALIGNA, A SANARE LA SUA INCONTENIBILE FRENESIA DI PREMINENZA SOCIALE 2- COME PRENDEREBBE UN’EVENTUALE SCONFITTA LA TATTICA CARLA BRUNI, CHE DOPO QUELL’“INNAMORAMENTO” (UN COLPO DA NIENTE!), COSÌ TANTO DA SUBITO IN ODORE DI STRATEGIA COMUNICATIVA E DI COMBINE (VIA UNA, AVANTI L’ALTRA), PRESTO POTREBBE PERSINO RITROVARSI CHITARRINA IN MANO, NUOVAMENTE DA FAZIO A FALCIDIARE OGNI NOSTRA RESIDUA RESISTENZA SCROTALE CON LE SUE ROCHE, NON MEMORABILI CANTILENE?

Quirino Conti per Dagospia

Prima che il dado sia tratto e dunque si compia quel che deve compiersi (così come il Fato va tessendo), e senza che quindi una riflessione come questa possa apparire ingenerosa, sleale o spietata, sarà bene gettare un penultimo sguardo - come prevedono gli analisti, ma non è detto - sulla coppia Sarkozy, o meglio, Bruni-Sarkozy: per la quantità di contributi al disastro - eventuale e già forse persino non inevitabile - che la, sembrerebbe già ex, Prima Signora di Francia ha accumulato in questo suo ennesimo ciclo biografico finalmente tutto dedito, come si maligna, a sanare la sua incontenibile frenesia di preminenza.

E varrebbe la pena iniziare dal "corpo del monarca", anzi, dalle sue gambe. A paragone, quelle memorabili nostrane (in tenuta immacolata, con seguito di idioti identicamente conciati, in corsa da qualche parte), benché miserande, sarebbero poi parse, nel confronto tra i due satrapi autocrati, persino olimpiche.

Anche lui dunque, l'aristocratico ungherese, colto - si fa per dire - in un momento di estemporaneo exploit sportivo, in bermuda (ignobili; seppure gli uomini francesi siano effettivamente, in genere, i peggio vestiti al mondo), calzettoni (sventurati) e dunque, per quel che ne restava, polpacci come lacerti sbilenchi di carni informi.

Con l'espressione solita: caricata da un eccesso di fuori sesto del mento, à la Totò, e da un esterrefatto e sorpreso autocompiacimento; come a dire: vedete che po' po' di fisico?! A quel punto non potè non tornare alla memoria, simile a tuono, quel che Giuliano Ferrara con veemente dogmaticità, quasi un pugno sul tavolo, aveva ribadito nel corso di un dibattito televisivo alla vigilia delle precedenti elezioni francesi, e cioè: "Sarkozy? È anche un bell'uomo!". Certo, contro una sinistra di brutti e livorosi.

Comunque, bello o brutto (naturalmente, più brutto), non è questo il problema: quello vero e stringente riguarda piuttosto lei, e come prenderebbe un'eventuale sconfitta la tattica e, invece, sicuramente bella Bruni, che dopo quell'"innamoramento" (un colpo da niente!) così tanto da subito in odore di strategia comunicativa e di combine (via una, avanti l'altra), e persino, da qualche mese, una Delfina data alla nazione, dopo una così evidente immolazione estetica, presto potrebbe persino ritrovarsi - ma non è detto, va precisato -, chitarrina in mano, nuovamente da Fazio a falcidiare ogni nostra residua resistenza scrotale con le sue roche, memorabili cantilene.

Certo, ricordarla ricca e altera nei backstage, a tutti i costi determinata a esserci anche lei in quell'esclusivo olimpo di celebratissime top model (solo a sentirlo, ora, quel nome raccapriccia), ricordarla agli esordi del suo cursus, fa davvero stringere il cuore. Troppo "tutto", eppure, praticamente senza sguardo - tanto i suoi occhi pungenti erano e sono minuti -, per taluni un disastro in pedana: ma lei non cedeva.

Quindi, le sue complesse e mitologiche storie d'amore e finanche familiari, queste sì da feuilleton o da romanzo decadentista. Per arrivare al soglio di questa specie di Carlo X, di questo curioso monarca sproporzionato in tutto. Lei, che solo per una serata da qualche parte a bere qualcosa, prima di scegliersi l'accompagnatore quasi indiceva un casting. Commisurando potere e avvenenza su modelli aurei.

Lei, dunque, ritrovarsi così, tra le braccia di un fascistello di tal fatta, lei che aveva persino cavalcato la sinistra. Cinguettando con filosofi dal corpo magnifico e dal pensiero audace: tra castelli, collezioni d'arte, musica d'avanguardia e cinema d'autore. Comunque celebri, miliardari, belli e da Bateau ivre.

Che ne sarà dunque, eventualmente, di lei? Tra l'altro, delle sue generose scarpine senza tacco, per non sopravanzarlo, il monarca berlusconesque; di quei mesti soprabitini, e di quelle tocque così tanto Jacqueline. E dei suoi sguardi, piccoli e aguzzi è vero, ma voraci, fulminei e rapinosi - prima di farsi abilmente timidi e sottomessi -, se il tema era, ad esempio, il letto e riletto Les Fleurs du Mal. E delle molte Légion d'honneur, da lei rese festose e confidenziali, praticamente una cosa tra amici. E di tutti quegli eversori portati come decoro e "pour faire beau le paysage" all'Eliseo? Mah!

Speriamo davvero che le conservino il posto. Nel caso contrario, chi se la sente di riaffrontare i mugugni orgasmatici di Fazio mentre lei riattacca lamentosa con la solita lagna? Né basterebbe per evitarseli, quei sospiri di compiacimento, non essere sintonizzati. Perché ormai quegli spasimi sono nell'aria: e basta un colpo di vento per ritrovarseli in casa passati come spifferi da una fessura qualunque.

Ma per tornare a lei, l'inesausta Diana di Poitiers, e al suo inconfondibile stile Chenonceau, quali sorprese ci potrebbero attendere ancora se, il Cielo ne scampi, dovesse lasciarla davvero la s di quei mesti soprabitini una reggia! "Après lui seulement Dieu"?

 

CARLA BRUNICARLA BRUNI SUPERSIRINGATE DI BOTOX: CARLA BRUNISARKOZY E IL BACIAMANO A CARLA BRUNI Carla Bruni con la chitarracarla bruniLA PRIMA FOTO DI GIULIA LA FIGLIA DI SARKOZY E CARLA BRUNI CARLA BRUNICARLA BRUNI E NICOLAS SARCOZY

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