IMU-RTACCI! - COME PREVISTO, LA SECONDA RATA DELLA TASSA SULLA CASA NON SARÀ CANCELLATA - I SOLDI SERVONO PER NON FAR SALTARE I CONTI DELLA BANCHE

Francesco De Dominicis per "Libero"

«Stanno disperatamente cercando le coperture» per tagliare, almeno in parte, la seconda rata Imu 2013. A parlare è un banchiere di lungo corso. Il quale si prepara a staccare un assegno al Governo di Enrico Letta. Un assegno che vale, in tutto, 1,2 miliardi di euro e servirà a coprire, però, solo parzialmente la cancellazione del versamento di dicembre della tassa sulla casa. Saranno le banche, dunque, a correre in soccorso dell'Esecutivo.

Agli istituti, peraltro, lo stesso premier ha assicurato una serie di benefici fiscali che valgono 20 miliardi nei prossimi 8 anni: i banchieri, insomma, non potevano rifiutarsi di dire «sì», tenuto conto che stanno per incassare anche il regalo della rivalutazione delle quote della Banca d'Italia (nel 2014, non prima). E tutto sommato l'aumento degli acconti Ires-Irap dal 101 al 110% non avrà impatti negativi sui bilanci del settore: è questa la strada attorno alla quale stanno ragionando i tecnici del Tesoro per mettere insieme le risorse necessarie a tagliare l'Imu. Un anticipo di cassa sulle tasse del 2014.

Misura indolore per sciogliere il nodo della seconda rata, rimasta appesa dopo che il Governo aveva cancellato definitivamente solo l'acconto di giugno. Su 4,7 miliardi complessivi, la rata di dicembre vale 2,4 miliardi. Cifra, come ha di fatto ammesso ieri il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, che però non si riuscirà a mettere insieme. Il Governo, del resto, si è ridotto agli sgoccioli. Entro il 30 novembre va trovata una soluzione, ma «col passare del tempo - ha confessato ieri da Londra il ministro - le opzioni si riducono».

Al Tesoro stanno valutando anche ulteriori soluzioni, ma l'abolizione totale porta a inasprimenti fiscali su altri fronti. Un gioco delle tre carte già visto e non replicabile quando manca poco alla fine dell'anno: il gettito sarebbe incerto. Saccomanni non lo ha dichiarato apertamente, ma sembra ormai scontato che una fetta dei cittadini dovrà andare alla cassa e pagare. Certamente dovranno aprire il portafoglio i proprietari di terreni e fabbricati agricoli: l'esenzione, salvo miracoli, non resterà in piedi.

Il problema «Imu», comunque, è sia politico sia finanziario. Nel primo caso si tratta di mantenere un impegno preso da Letta e sottoscritto da tutti partiti della strana maggioranza. Il Pdl non è intenzionato a fare sconti e il Pd non ha alternative per evitare fratture irreparabili. Il titolare dell'Economia ha detto che reperire le risorse «non è facile, ma si può fare».

Il suo vice, Stefano Fassina, si è spinto oltre: «Gli italiani non pagheranno l'Imu». Una promessa, tuttavia, che deve fare i conti - ecco il secondo scoglio - con il bilancio pubblico. A fine anno il deficit deve restare sotto il 3% del prodotto interno lordo e gli spazi di manovra sono strettissimi. Un'eventuale violazione dei parametri di Maastricht aprirebbe le porte a una nuova, pericolosa procedura di infrazione da parte dell'Unione europea. E ieri Bruxelles si è fatta sentire.

In caso di sforamenti del deficit «le autorità italiane provvederanno alle coperture in modo credibile» ha puntualizzato il commissario agli Affari economici Olli Rehn. La Commissione ha snocciolato le previsioni sulla crescita economica: per il 2014, l'Ue vede il pil risalire dello 0,7% rispetto all'1,1% di palazzo Chigi, mentre la contrazione per quest'anno è indicata all'1,8% contro il meno 1,7% del Governo.

Dati alla mano, le stime Ue sul pil italiano riflettono quelle Istat, dopo la guerra dei numeri di ieri tra l'istituto di statistica e il ministro Saccomanni. Dura la sua replica alle polemiche sollevate sulle stime dell'Esecutivo. Il ministro, che si è detto «interdetto», ha evidenziato come sia «una cosa inconcepibile» pensare che si possano taroccare i dati.

Le stime di Bruxelles sono condizionate alla piena attuazione della legge di stabilità, così come approvata dal Governo, e corrono il rischio di cambiare se l'iter parlamentare dovesse stravolgere il ddl. Quello che in sostanza vorrebbero fare Pd e Pdl intenzionati ad aumentare l'impatto della legge di stabilità con un paio di miliardi in più da destinare al taglio del cuneo fiscale. Entro domani saranno presentati gli emendamenti al Senato: tra le probabili richieste di modifica, il ritorno delle detrazioni sulla casa e la Google Tax (che garantirebbe, però, solo 50-60 milioni di gettito).

Il cantiere è aperto. Proprio sulla finanziaria, la prossima settimana arriverà la "sentenza" Ue. La nuova procedura europea attribuisce alla commissione ampi poteri di intervento: qualora non fossero ritenute validi i tagli o le entrate fiscali, potrebbero essere chieste robuste correzioni. La versione definitiva della manovra, dunque, arriverà a Roma da Bruxelles. Insomma, l'Europa resta col fiato sul collo di Letta e Saccomanni. L'inquilino di via Venti Settembre ha ripetuto il mantra già noto e lanciato anche lunedì per smontare le cifre dell'Istat: «non è un dramma». Per lui no. Potrebbe esserlo, invece, per una buona fetta dei contribuenti chiamati a pagare l'Imu tra poco più di un mese.

 

case e catasto IMUIMUTASSA SULLA CASA jpegLETTA E SACCOMANNI images Olli Rehn Stefano Fassina

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....