giorgia meloni copasir

IL COMITATO DEI FATTI VOSTRI – IL COPASIR È LA COMMISSIONE PARLAMENTARE CHE FA PIÙ GOLA AI PARTITI. TE CREDO: DA LÌ PASSANO TUTTI I DOCUMENTI E LE INFORMAZIONI DEI SERVIZI, E OGNI SEI MESI IL GOVERNO INVIA UNA RELAZIONE SUI PERICOLI PER LA SICUREZZA. INSOMMA, PER LE FORZE POLITICHE È FONDAMENTALE ESSERCI, NON A CASO I LEADER METTONO IN CAMPO I LORO FEDELISSIMI. LA MELONI HA SCHIERATO DONZELLI, I GRILLINI L’EX MAGISTRATO SCARPINATO, IL PD GUERINI (CANDIDATO NUMERO UNO PER LA PRESIDENZA…)

COMPOSIZIONE DEL COPASIR

Roberto Gressi per il “Corriere della Sera”

 

Toglietemi tutto ma non i Servizi (segreti). Meglio: toglietemi tutto ma non la possibilità di controllarli, i Servizi segreti. L'ansia che accomuna i partiti sta tutta quanta in un acronimo: Copasir. Che sta poi per Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Cinque deputati e cinque senatori, in perfetto equilibrio tra maggioranza e opposizione, con l'opposizione che però, per legge, esprime il presidente, anche se deve avere la capacità di farsi votare dalla maggioranza dei componenti.

 

GIORGIA MELONI

Parola d'ordine per tutte le forze politiche: esserci. Al massimo livello, con i rappresentanti più abili, quando è possibile di provata fede nei confronti dei leader, vietato sbagliare, fari puntati, fino a farne un'ossessione. Già il palazzo che ospita il Copasir la dice lunga: San Macuto, nel rione Pigna, nel centro di Roma, dove c'erano il tempio di Minerva e un tempio egizio dedicato a Iside, e che fu anche sede della congregazione del Santo Uffizio, e quindi dell'Inquisizione, voluta da papa Paolo terzo.

 

Ma perché è così importante? Certo per il suo ruolo istituzionale: verifica che l'attività del sistema di informazione si svolga nel rispetto della Costituzione e delle leggi. Piccolo Bignami sui servizi segreti: il Dis, Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, di cui si avvalgono il premier e l'autorità delegata per assicurare unitarietà nella programmazione della ricerca informativa. L'Aise, Agenzia informazioni e sicurezza esterna, che protegge lo Stato dalle minacce che dovessero provenire dall'estero. L'Aisi, Agenzia informazioni e sicurezza interna, per proteggere la Repubblica da attività eversive e ogni forma di aggressione criminale o terroristica.

 

GIOVANNI DONZELLI GIORGIA MELONI

Ma eccolo il cuore del potere del Copasir: può acquisire documenti e informazioni dai Servizi, da tutti gli organi della Pubblica amministrazione, dall'Autorità giudiziaria o altri organi inquirenti in deroga al segreto istruttorio. E riceve dalla presidenza del Consiglio la relazione semestrale sull'attività di Aise e Aisi sui pericoli per la sicurezza, e anche le ragioni che stanno alla base dell'apposizione del segreto di Stato.

 

ROBERTO SCARPINATO

Non c'è vicenda o inchiesta, interna o internazionale, che non possa essere vagliata dal Comitato. Insomma, è lo strumento principe attraverso il quale l'opposizione può controllare il governo, con accesso ad ogni atto e rispondendo solo al Parlamento. Ed è di conseguenza anche il luogo dove pure la maggioranza schiera grandi calibri, per equilibrare il più possibile il confronto. Ce n'è abbastanza per capire perché alla guida ci sono sempre figure di peso.

 

Tanto per fare qualche nome: Claudio Scajola, Francesco Rutelli, Massimo D'Alema, Adolfo Urso, Lorenzo Guerini, che è in predicato di fare il bis. Ma è l'oggi, ovviamente, che interessa di più. E i partiti sono già schierati, tutti lì a presidiare il Comitato. Giorgia Meloni ci ha mandato, tra gli altri, uno degli uomini dei quali si fida di più, quello che di solito si definisce un «fedelissimo», Giovanni Donzelli.

 

Franco Gabrielli entrando in audizione al Copasir

Gli ha già messo in mano il partito, nel ruolo di responsabile nazionale dell'organizzazione. Appena 46 anni, in politica con il Fuan da quando ne aveva 19, tra le curiosità, in passato, anche strillone alla Speedy Srl , la società di Tiziano Renzi, tra i primi ad aderire alla neonata formazione di Fratelli d'Italia.

 

A Montecitorio ci è arrivato per la prima volta nel 2018, ed è stato confermato deputato alle ultime elezioni. Soprannominato «Monaco di destra», perché la sera torna sempre a casa per cena: «Sennò Roma, lontano dalla famiglia, ti risucchia, è meglio così». Ma non è il solo, tra i fedelissimi.

 

SILVIO BERLUSCONI LICIA RONZULLI

Silvio Berlusconi ci ha voluto, a rappresentare Forza Italia, la senatrice Licia Ronzulli. Milanese, 47 anni, si autodefinisce un «soldato nelle mani del presidente del partito», perfetta per il luogo, non solo come guardiana nei confronti delle opposizioni, ma anche per la sua indipendenza dalla presidente del Consiglio: fin troppo note le sue vicissitudini al momento della formazione del governo, con Giorgia Meloni che si è rifiutata di riservare per lei un ministero di peso.

 

RENZI ROSATO

Ma anche dalle parti di Italia viva non si scherza, l'attenzione di Matteo Renzi nei confronti del Copasir è stata sempre più che elevata. E infatti schiera Ettore Rosato, profondo conoscitore del Parlamento e capace di studiare i dossier, uomo nell'ombra di tante trattative, con forze e personaggi politici sia dell'opposizione che della maggioranza.

 

I Cinque Stelle mettono in campo Roberto Scarpinato, l'ex procuratore generale di Palermo eletto senatore il 25 settembre scorso. Ha avuto un ruolo nelle indagini sull'uccisione di Piersanti Mattarella e in quelli per gli omicidi di Salvo Lima, Pio La Torre, Michele Reina, Carlo Alberto Dalla Chiesa. E poi nei processi a carico di Giulio Andreotti, e sulla trattativa tra lo Stato e Cosa Nostra, nel periodo delle stragi. Soprattutto, nella nuova veste, dai banchi di Palazzo Madama ha sferrato un attacco molto duro a Giorgia Meloni su neofascismo e mafia, rintuzzato in Aula dalla stessa premier. Ultimo, solo nella successione, Lorenzo Guerini, ex ministro della Difesa, ottimi rapporti con gli Usa, capo della potente corrente del Pd di «Base riformista».

AUDIZIONE DI MARIO DRAGHI AL COPASIRROBERTO SCARPINATO

Ultimi Dagoreport

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...