MATTEUCCIO ANTICONFORMISTA - CONFALONIERI: “PER VENT’ANNI, TUTTI, DA D’ALEMA A SCALFARI, HANNO VISTO IN BERLUSCONI UN PARIA, UN BALUBA. RENZI NO. MA NIENTE INCIUCI”

Francesco Verderami per il "Corriere della Sera"

Nella versione di Confalonieri, quella di Berlusconi e Renzi è la storia di «due anticonformisti» costretti a fare i conti con i conformismi di destra e di sinistra. È una vicenda che rischia di esser male interpretata per via di «vecchi luoghi comuni» e «nuovi vezzi». Quello di Berlusconi e Renzi è un rapporto che viene rappresentato dai media con «enfasi eccessiva», mentre andrebbe raccontato come «un primo segnale della cosiddetta casta, che cerca attraverso una serie di riforme di cambiare il Paese».

Al segretario del Pd, il patron di Mediaset dà atto di aver «rotto con gli schemi della sinistra», incontrando il Cavaliere. Ma la novità non sta nell'incontro in sé, «perché già nel ‘95 Berlusconi venne invitato a parlare al congresso del Pds. Solo che allora c'era un complesso di superiorità verso il leader di Forza Italia».

Un atteggiamento che si ritrova ancora oggi «negli articoli del direttore di Repubblica» come «nelle dichiarazioni dell'editore di Repubblica»: «Per vent'anni, tutti, da D'Alema a Scalfari, hanno visto in Berlusconi un paria, un baluba. Renzi no. Ecco la novità. Una sorta di Bad Godesberg per la sinistra italiana».

Ma da questo punto in poi la versione di Confalonieri sul capo dei democrat non collima con l'entusiastico approccio di chi, nel mondo del centrodestra, ha elevato il «giovin Matteo» a beniamino: «Eh no, così si dà l'idea di riprodurre l'inciucio, se pur in forma nobile».

Ed è un errore, secondo il presidente del Biscione, che tiene a separare le due metà campo della politica: «Renzi e Berlusconi staranno pure insieme sulle riforme ma sul resto no. Sul resto c'è una profonda differenza, e bisogna essere chiari». Perciò non gli piace il «vezzo» che sta prendendo piede nell'universo berlusconiano, fatto di politici, intellettuali, giornalisti. E per parlare a tutti preferisce rivolgersi a un imprenditore: «Caro Briatore, anche a me piace Renzi per come interloquisce, ma non mi piace il suo job acts. La verità è che Renzi è di sinistra, ha delle cambiali da pagare con il suo mondo. Si è messo pure a fare il filo a Landini della Fiom».

È un modo per avvisare che il processo di osmosi rischia di produrre un salasso di consensi al centrodestra. Per questo Confalonieri tira una riga e si schiera con l'amico di una vita, che «ha spiazzato tutti con le foto al Sunday Times, dove ha restituito nobiltà alle rughe. Lui, che si pasticciava la faccia, ha sottolineato il valore dell'esperienza e della saggezza. Senza nulla togliere alla necessità del rinnovamento, ha fatto capire che serve l'entusiasmo dei giovani ma che i vecchi sono temprati.

E che vecchi, alla fine, si diventa tutti». Serve dunque un mix, che poi è la ricetta del Cavaliere per Forza Italia: «Berlusconi ha presentato Toti, persona valida, un buon elemento. Capisco quanti non vogliono essere trattati da pensionati, ma se hanno detto di avere totale fiducia nel loro leader, al punto da assegnargli pieni poteri, dovrebbero stare sereni ora che li esercita».

Nella versione di Confalonieri non c'è però traccia del conformismo con cui i fedelissimi del Cavaliere sostengono che «i voti sono di Silvio», e che perciò comanda lui. Un approccio che il patron di Mediaset definisce «banale, per certi versi volgare»: «Quelli sono i voti di un popolo a cui Berlusconi ha dato dignità.

Sono un pezzo di Paese che per decenni la cultura cattolica e quella marxista ha ghettizzato, mentre in America le persone che aspirano ad esser ricche, a comprarsi un Suv o una seconda casa per la villeggiatura, vengono valorizzate. Non trattate come delinquenti. Certo, il Papa fa bene a predicare la solidarietà, anche se lo sento un po' da quella parte... E comunque, senza mischiare il sacro con il profano, Berlusconi in politica fa bene a rappresentare questa parte d'Italia. Vuole continuare a farlo. Infatti è rinato, come un'araba fenice».

Ecco il punto che - dopo la diaspora nel Pdl - marca la distanza tra Forza Italia e il Nuovo centrodestra di Alfano, secondo cui, se l'ex premier è tornato in scena accettando la sfida delle riforme, lo deve al fatto che «grazie a Ncd» la legislatura è proseguita. E che dunque il Cavaliere ha commesso «un errore» passando all'opposizione, facendo il gioco di chi nel Pd - con il voto sulla sua decadenza da senatore - lo voleva anche fuori dalla maggioranza di governo.

«Nella storia di Berlusconi - dice Confalonieri - c'è un momento di spaccatura, una sorta di black out dopo la sentenza di condanna per il caso Mediaset. Bisognerebbe stare nei suoi panni dopo quel... vabbè, non chiamiamolo colpo di Stato, parliamo di verdetto tremendo e ingiusto. Ora però ha ripreso, sta sul pezzo, lavora per consegnare al Paese un centrodestra vincente».

Per essere vincente dovrà tornare unito, e non potrà riuscirci senza aver posto fine allo scontro tra gli alfaniani, che sostengono di essere stati vittime di una «rottura premeditata», e i berlusconiani che parlano di «tradimento preparato». Per superare lo strappo, il capo del Biscione offre la sua versione della storia, dove torti e ragioni vanno divisi. Spiega che «non si comprende Berlusconi se non si comprendono le dinamiche tra un monarca e la sua corte.

E le corti hanno avuto sempre un'influenza sulle scelte del monarca. Poi, ricordiamoci, eravamo ai tempi del black out. Respingo quindi la tesi secondo cui Alfano è un traditore. Semmai la sua scelta mi fa tornare in mente il discorso funebre di Antonio, celebrato nel Giulio Cesare di Shakespeare: "Sono venuto a seppellire Cesare, non a farne l'elogio"». E siccome non ci sono nè traditori nè morti, «è necessario che il centrodestra si compatti perché solo così avrà la possibilità di contendere la vittoria al centrosinistra».

Se il futuro è sulle gambe di Giove, il presente è attraversato «dalla preoccupazione, dall'ansia», sulla sorte giudiziaria del Cavaliere: «La discrezionalità del magistrato è amplissima. Potrà decidere di assegnarlo ai servizi sociali, o confinarlo agli arresti domiciliari. Non so immaginare il leader dell'opposizione ridotto al silenzio», dice Confalonieri. Che immagina invece quali potrebbero essere gli effetti sulla politica e sul processo delle riforme: «La giustizia era e resta il convitato di pietra. Lo fu ai tempi della Bicamerale, lo è anche oggi».

 

BERLUSCONI ENTRA AL NAZARENORenzi alla Ruota della Fortuna Scalfari e Urbani dalema berlusconi DALEMA E BERLUSCONI SILVIO BERLUSCONI CARLO DE BENEDETTIberlusconi debenedetti jpegGRILLO RITWITTA IL FOTOMONTAGGIO VECCHIOTTO DI RENZI E BERLUSCONI FUSI INSIEME VIA COL VENTO RENZI E BERLUSCONI

Ultimi Dagoreport

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

conte appendino taverna bettini fassino roberto fico lorusso

INVECE DI COMPORTARSI DA "LADY MACBETH DEI MURAZZI", QUALCHE ANIMA PIA RICORDI A CHIARA APPENDINO CHE DIVENTÒ SINDACA DI TORINO GRAZIE NON SOLO AI GRILLONZI MA SOPRATTUTTO ANCHE AI TANTI VOTI DEL CENTRODESTRA CHE, DETESTANDO FASSINO, VOTARONO LA SPILUNGONA - QUELLA MIRACOLATA DELLA APPENDINO SI DEVE SCIACQUARE LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI GOFFREDO BETTINI COME “IL MALE DEL M5S” PERCHÉ, COME DICE CONTE, MERITEREBBE “UN MONUMENTO”– LO SCAZZO CON LA TAVERNA CHE LE HA RICORDATO COME SE FOSSERO STATE IN VIGORE LE REGOLE DI GRILLO “LEI NON AVREBBE AVUTO CARICHE…”

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...