
TANTE PROMESSE E POCHI SOLDI: GIORGIA MELONI RISCHIA LA FIGURACCIA SU KIEV – LA DUCETTA SPERAVA DI PRENDERSI UN POSTO SULLA SCENA INTERNAZIONALE CON LA CONFERENZA SULLA RICOSTRUZIONE IN UCRAINA, CHE SI APRIRÀ A ROMA GIOVEDÌ. MA L’EVENTO SI ANNUNCIA COME UN FLOP: SECONDO LA BANCA MONDIALE, SERVONO 500 MILIARDI DI DOLLARI, E SENZA IL SOSTEGNO DEI PRIVATI NON SI VA DA NESSUNA PARTE – MA BLACKROCK, IL PIÙ GRANDE FONDO DI INVESTIMENTO AL MONDO, HA INTERROTTO LA RICERCA DI INVESTITORI A SOSTEGNO DELLA RINASCITA UCRAINA. E LA CONVINZIONE NELLE CANCELLERIE EUROPEE È CHE ORA ALTRI GRANDI GRUPPI SI SFILERANNO…
Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “la Stampa”
VOLODYMYR ZELENSKY - GIORGIA MELONI - CONSIGLIO EUROPEO - FOTO LAPRESSE
Cinquecento miliardi di dollari: è quanto serve al piano di ricostruzione dell'Ucraina, secondo le stime della Banca Mondiale. Una quantità enorme di risorse che non sono ancora a disposizione.
[...+ la Conferenza sulla ricostruzione in Ucraina, che si terrà tra giovedì e venerdì a Roma, si è posta questo come principale obiettivo politico da raggiungere: lanciare l'allarme sul rischio di non poter dare sostanza alle promesse fatte negli ultimi due anni. È la preoccupazione che si percepisce raccogliendo le confidenze da chi sta lavorando sugli ultimi dettagli del programma del summit: e cioè che senza una mobilitazione internazionale e, soprattutto, senza consistenti investimenti privati, il piano per risollevare e modernizzare l'Ucraina fallirà.
LARRY FINK DI BLACKROCK ALLA CONFERENZA CERAWeek di Houston
Due giorni fa La Stampa aveva dato conto delle reazioni del governo alle rivelazioni di Bloomberg sulla decisione dell'americano BlackRock, il più grande fondo di investimento del mondo, di abbandonare il progetto – già avviato – di raccogliere finanziatori per la ricostruzione dell'Ucraina.
Tra le cancellerie europee, le più esposte politicamente sugli aiuti a Kiev, è molto concreto il timore che la scelta del fondo guidato da Larry Fink possa dissuadere anche altri a impegnare risorse sulla rinascita del Paese invaso dalla Russia.
volodymyr zelensky giorgia meloni foto lapresse 10
Questo incubo sarà lo sfondo costante dei due giorni romani, che il presidente Volodymyr Zelensky inaugurerà domani sera incontrando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La Ukraine Recovery Conference (Urc), la terza di questo tipo, prevede tavoli di confronto con realtà aziendali e istituzionali.
Sono attesi anche annunci su investimenti e progetti per alcune decine di miliardi, e una parte dei panel sarà dedicata agli strumenti finanziari e assicurativi, incluso il lancio, per la prima volta, di un equity fund europeo, partecipato da Cassa Depositi e Prestiti, la Cooperazione allo sviluppo e il ministero dell'Economia e Finanze. Ma non basta.
Servono più soldi, servono grandi investitori, bisogna convincere chi al momento, di fronte all'incertezza della situazione, allo stallo delle trattative con Vladimir Putin, alle frustrazioni di Donald Trump, non crede in un ritorno economico. Non aiuta il fatto che BlackRock abbia deciso di sfilarsi proprio nel momento del ritorno del tycoon alla Casa Bianca. [...]
Il programma della Conferenza, a cui ha lavorato una task force guidata dall'ex ambasciatore a Kiev Davide La Cecilia e coordinata dal ministro Antonio Tajani, prevede un Recovery Forum ed una Business Fair, dove aziende italiane, ucraine e internazionali e i rispettivi governi potranno incontrarsi ed avviare collaborazioni. Sono attese duemila aziende, delle quali 500 italiane. Gli obiettivi dei potenziali investimenti si concentreranno su infrastrutture, housing, energia, industria strategica, materiali critici, digitale, salute.
ZELENSKY E TRUMP AL VERTICE NATO DELL'AJA
Giorgia Meloni farà gli onori di casa e dovrà esercitare l'arte dell'ottimismo, nonostante la fine della guerra non sia all'orizzonte e nonostante resti il grande interrogativo su cosa farà Trump, che però sembra più interessato a orientare gli affari con Kiev sulle terre rare. Per gli Stati Uniti a Roma ci sarà Keith Kellogg, l'inviato speciale del presidente Usa che un mese fa disse che tutto sommato Putin non aveva torto a lagnarsi dell'espansione della Nato ai confini della Russia.
volodymyr zelensky donald trump